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Camminare lentamente e guardarsi attorno: la musica finto-scanzonata e surreale di Vittorio Cane

Vittorio Cane è un cantautore un po’ stralunato che viene da Torino, che vive la sua città (quando gli viene voglia di uscire) percorrendola a passi lenti, osservando le mosse degli altri e, quando serve, sorridendo anche di sé, e delle sue vicende, che sono forse anche le nostre. Poi butta giù le sue melodie un po’ blueseggianti, e parole che paiono semplici ma che a ben guardare non lo sono affatto. Noi di LostHighways, incuriositi e divertiti, siamo andati a farci quattro chiacchiere. (Un grazie speciale a Danilo di Industrial Organization; Foto by Silvia Pastore).

Ciao Vittorio! Vittorio Cane non è il tuo vero nome, in molti lo hanno intuito… Nelle interviste o nelle recensioni di solito si introduce l’artista munito di pseudonimo con la fastidiosissima formula “al secolo XY”, ma io non lo farò. Dimmi piuttosto perché hai scelto di chiamarti Vittorio Cane…
Intanto mi piace perché… Vittorio cane… dunque.
Vittorio come il re, e un po’ come Torino. Cane perché mi sento bene così! E contrasta con Vittorio.

Com’è la giornata di Vittorio Cane?
La mia giornata… mi piace la mattina alzarmi con calma, fare due passi, e colazione al bar, dove si vedono le prime mosse di tutti gli altri.
Passeggiare, oppure stare tutto il giorno in studio che di solito è camera mia, ma cambio spesso camera e spesso studio.

E come vivi Torino, la tua città? Anche dal punto di vista della scena musicale, cosa ci racconti e cosa ti piace?
Mi sembra che Torino viva un bel momento. Dopo la prima ondata musicale anni novanta, dove è uscita allo scoperto, ora c’ è un’altra fase, bella viva, e un po’ nascosta: ci sono vari amici che scrivono canzoni, fanno musica, scrivono poesie e vanno a fare i loro spettacoli (Deian, Spaccamonti, Antimusica, Amen, Castellano, Catalano), sono tutti bravi, non mi piace dire questo è più bravo di quello…

Il modo di vivere la tua vita di tutti i giorni, quanto si riflette nella tua musica?
Quello che scrivo è quello che vivo, si dice dei miei testi che sono banali, ma qualcosa si nasconde dentro, è mettersi da una parte, quella buona forse, quella umana, siamo nati per vivere tranquilli e per camminare, e ci troviamo qui a correre, voglio semplicemente camminare e guardarmi attorno.

Guardavo il video di Ci proverò, il primo singolo del disco nuovo, e a parte Mao che canta con te, ho visto altri volti più o meno noti: Spaccamonti, Deian e Lorsoglabro, di cui mi parlavi prima, e forse qualcun altro che mi ricorderai tu. Sono anche amici, oltre che collaboratori? Cosa ti lega a loro? E come nasce l’amicizia con Mao?
Tutte le persone del video sono amici che sono diventati collaboratori, a volte è successo pure il contrario, ma più raramente. Nel video c’è anche “il maestro”, il grande musicista Stefano Danusso che fa il cameriere e suona il basso nel brano, c’è il caro Paolo Spaccamonti, fidato amico e collaboratore, c’è Deian che impreca e ora fa parte anche della Cane mini band, anche lui cantante, con i suoi “Deian e l’orsoglabro”, dove suona anche il “fenomeno” Tristan, ai maispesiani noto come Ninodangerous… Poi ci sono Daniela Bozzetto, fotografa (amica cara), Simona Palumbo (collaboratrice corista), Zizì, noto personaggio torinese da cui è meglio tenersi lontani per via del suo detto “eh butta venti euro!”.
Mao invece l’ho conosciuto lavorando, in uno dei suoi show torinesi dove fa il presentatore e gli viene pure bene, allora gli ho dato il disco, il primo omonimo, gli è piaciuto e abbiamo deciso di suonare insieme allo spazio 211 a Torino nella veste di farfisista chitarrista. Poi ho scritto Ci proverò e mi sembrava che nel ritornello ci stesse bene la sua voce, allora l’abbiamo provata insieme e poi registrata.
Ora stiamo preparando il nuovo video di Domenica, il nuovo singolo che uscirà insieme all’ album.

Ultimamente apri spesso gli show di Remo Remotti. Ci parli di questa collaborazione? Cosa succede negli show?
Remo l’ho conosciuto un paio di anni fa, quando ho aperto un suo show a Torino.
Persona di cuore e disponibile, abbiamo fatto poi un concerto anche a Fano dove ci hanno dato una stanza doppia in albergo, e lui disse appena entrati: “Che c’hanno preso per morti di fame! Eh, infatti!”… poi a raccontarmi aneddoti di vita, i suoi scrittori preferiti, la sua valigia, con le maschere, il buonumore e un modo di prendere la vita che forse è simile al mio.
Se le stelle non mentono, siamo nati lo stesso giorno con mezzo secolo di distacco!

A tre anni dall’esordio con Vittorio Cane, c’è un nuovo disco in uscita, ma quando precisamente?
Il disco uscirà ufficialmente agli inizi di maggio.

Il web come strumento di diffusione della musica, quanto è importante per te? Sai, te lo dico perché sei persino su Wikipedia…
Il web ormai ha superato la strada, dove una volta si vedevano tutti gli appuntamenti per le serate… c’era il passaparola.
E lì invece, ci siamo tutti.

Immagino però che per te la dimensione live resti quella privilegiata. Ti piace suonare in giro?
I live mi divertono, e rimangono molto differenti dalle registrazioni dove invece c’è la riflessione e lo studio…
Il live mi piace così… a caso interrompere le canzoni se le trovo lunghe, sentire la gente che canta e lasciar fare a loro, ora la mini band è formata da Paolo Spaccamonti alla chitarra elettrica e acustica, e Deian Martinelli al farfisa, poi la batteria elettronica alla batteria, il kazoo, il fischietto, un’altra piccola tastierina, la chitarra acustica, il tamburello…e a volte i baffi.
Di solito apre gli spettacoli Paolo Spaccamonti, con le sue varie chitarre (è un maniaco) e loop station con la sua musica rarefatta, a volte accompagnato da Marco Piccirillo al contrabbasso col nome di “Minux”.

E quindi sono previste nuove date?
Le date le stiamo organizzando! Meno male che c’è Innabilis che vede…
Innabilis è la nuova etichetta discografica di Torino…
E poi c’è un editore, New Model Label.

Allora ci vediamo presto, Vittorio Cane, e grazie.

Video – Ci proverò

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