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Live Tour – Sine Frontera

Negli anni in cui i media ci propinano sempre gli stessi programmi, negli anni in cui i media non riescono a far decollare programmi musicali già consolidati, negli anni in cui i media portano sullo schermo artisti musicali come i cosiddetti big della canzone, negli anni in cui i media pur di raggiungere gli ascolti rovinano le immagini degli stessi artisti, negli anni in cui il fenomeno Sanremo inizia ad appassire sempre di più, è proprio in questi anni che da Mantova arrivano i Sine Frontera. Arrivano proprio da Mantova, la città in cui nel 2004 è nato il Mantova Musica Festival, una rassegna di musicisti italiani più vicina al festival letteratura, come risposta alla kermesse sanremese e che si svolge nell’intera città e anche in teatro, il teatro Ariston di Mantova. Proprio nel 2005 i Sine Frontera sono saliti su quel palco e due anni dopo ci sono tornati come ospiti. Il gruppo folk mantovano ha sulle proprie spalle numerosi concerti e bisogna ricordare che nel 2004 ha partecipato al MEI Festival di Faenza, la rassegna dedicata al meeting nazionale delle etichette indipendenti. Dal 2003 al 2007 i Sine Frontera hanno pubblicato tre album Sine Frontera (2003), Solo Andata (2005) e Live Tour (2007). Il loro folk ricorda molto quello dei Modena City Ramblers, di David Van De Sfroos, della Riserva Moac. Suoni di percussioni, violini, fisarmoniche, chitarre, basso, batteria accompagnano la voce di Antonio nel raccontare tante storie, storie di persone che hanno dovuto prendere un biglietto di solo andata alla ricerca di un futuro migliore, storie di posti lontani raccolte strada facendo. Colpisce molto il modo in cui i Sine Frontera definiscono sui loro spazi web il progetto: “Il progetto Sine Frontera nasce dalla volontà di unire presente, passato e futuro usando la musica come denominatore comune tra la voce del popolo e la forza della memoria di chi non vuole dimenticare il proprio passato per non rivivere gli errori. I Sine sognano un mondo senza muri mentali e frontiere culturali”. È un’affermazione che colpisce, che entra nell’anima soprattutto dopo aver ascoltato i loro brani. La storia, le tradizioni, le origini, la strada: tutti elementi vincenti per i Sine Frontera. Il dialetto che spesso ritorna nei loro brani, la loro musica folk, energica che si alterna a dolcissime ballate. Una delle loro caratteristiche è il dialetto, anche se moderato ma comunque capace di dare colore. L’album Live Tour è la loro prima raccolta live, registrata nel corso del Solo Andata Tour 2006 Tra l’Italia e la Romania e contiene 17 brani più l’inedito La Carovana che “gira al mond… Vagabond / gira e ferma al temp / e …cuntra al vent, cuntra curent / canta e balla la gent/ E gira al mond… Vagabond / gira e ferma al temp / e inturan al fòc/ diavul e sant / la carovana del folk / Giorni di festa, di freddo e tempesta/ la carovana va”. Nell’album è presente anche il brano La piena dal ‘51 che si riferisce alla piena del Po del 1951, un evento che, come i Sine Frontera hanno dimostrato, rimane nella memoria collettiva. C’è anche la versione live di OnorevoleShow, il brano dedicato agli onorevoli dei salotti tv… “Si aggiusti, si guardi allo specchio, lo show sta per cominciare […] Si collochi al centro, si metta composto e via. Collegamento. Onorevole, tralasci la domanda. Ci legga la risposta. Onorevole OnorevoleShow! Faccia una battuta, Duecento promesse, Lo share sta per decollare”. Si passa poi alla malinconica La guerra è finita, una lettera dal fronte: “Il figlio che è nato non l’ho mai conosciuto. Mi han messo sul treno e al fronte spedito. Mi han detto che ha gli occhi, che ha gli occhi che hai te, Ti prego ogni tanto parlagli di me […] Signor Comandante quando son venuto non avevo niente … ma un’anima si … per troppi compagni la morte è arrivata. Signor Comandante la guerra è finita. E adesso che cos’ho, nel cuore che cos’ho”. I Sine Frontera, inoltre, propongono una loro versione del brano Clandestino di Manu Chao e una versione strumentale di Fischia il vento. Tra gli ultimi brani è posizionato Baraca Buratin, il re dei bambini che parla alla luna, che arriva con il carro carico di giochi, farfalle e pentolini per la festa del paese. In conclusione l’album risulta vincente, sia per chi li ascolta la prima volta sia per il pubblico affezionato. Dopo aver passato circa 70 minuti in compagnia della loro musica si sente forte un desiderio, il desiderio di incontrarli presto lungo la strada, magari ad un loro concerto.

Credits

Label: Autoproduzione – 2007

Line-up: Riccardo “mabus” Moretti (batteria) – Antonio Resta (voce) – Simone Rebucci (chitarre) – Fabio Ferrari (basso) – Paolo Sterzi (violino) – Marco Ferrari (fisarmonica) – Simone Dal maschio (percussioni); Registrazioni effettuate da Alberto Benati al Fall Festival di Oradea (Romania) ottobre 2006 e al Festival provinciale dell’unità di Suzzara (Mantova) luglio 2006; Prodotto da Alberto Benati

Tracklist:

  1. Su la testa
  2. La Carovana
  3. Bandabidun
  4. Tira a campa’
  5. Kebab
  6. La piena dal ‘51
  7. Nunca mais
  8. Posizione orizzontale
  9. OnorevoleShow
  10. La guerra è finita
  11. Wladimir Mahoney
  12. Clandestino
  13. Fischia il vento
  14. Cammina cammina
  15. Baraca & Buratin
  16. L’Aristocratica
  17. È cambiato il vento
  18. Sine Frontera

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