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Piccoli Criminali – Calebasse

Qual è il crimine di certe persone? Di cosa si macchiano i sognatori? Spesso semplicemente di credere. Credere che, in questa barzelletta indecente e volgare che è diventato il mondo, ci sia ancora qualcuno intenzionato ad ascoltare storie che sappiano di vita e poesia, di dramma e di tenerezza. Che grave reato. Un reato in cui si sono non solo specializzati i Calebasse.
I Calebasse? E chi sono, vi chiederete voi? Beh, sono quattro ragazzi che nella vita fanno altro, non vivono di musica, ma che hanno sfornato un disco di quelli vecchio stile. Un disco dove le melodie si intrecciano ai testi del cantante, Tony Laudadio, e creano un teatrino di racconti in cui vengono messi in scena i drammi e i rancori di una serie di personaggi. Personaggi che hanno dentro un po’ di tutti noi e di cui tutti noi portiamo dentro un po’ di loro.
Penso che nasca così Piccoli Criminali, come un cantastorie digitale. Un cantastorie che racchiude l’essenza del fruscio dei vecchi dischi, dei pomeriggi passati a leggere vecchi libri e ad ascoltare vecchie canzoni. Un cantastorie dove la disillusione è la chiave portante ma dove, nel buio della noia quotidiana, c’è ancora spazio per una sorta di speranza nascosta, di poetico vaticinio.
E’ evidente nell’introduzione delle prime due tracce, Il Prigioniero E Il Latitante: “Il prigioniero e il latitante / Uno dentro e uno fuori, viaggiante / Ma la cosa eclatante è che il primo è il più distante / Nella fuga, si sa, più veloce viaggia la mente”.
E si continua così, con le tastiere di Lorenzo Sorbo, con la storia in rima baciata de L’indeciso, colui che “va lentamente nel chiaro di luna, perso nel silenzio di questa via”, fiati che accarezzano l’intero brano riconducendoci con la mente alle balere degli anni ’20. Reato! Reato gravissimo quello di avere memoria e di essere tristi!
Ecco il turno de L’Adultera, che vede per strada un altro uomo e se ne in innamora abbandonando il suo amore, che serberà poi rancore nei confronti dell’Amore.
La frase recitante è incisiva e agghiacciante: “L’indeciso, l’adultera, l’innamorato / Il loro crimine è scontato / L’amore è prima di tutto debolezza e poi peccato / Ma comunque sia, alla fine sarà punito”.
Tutto scorre, fra i giri di basso di Corrado Laudario e le ritmiche nervose del batterista Carmine Silvestri. Fra archi di violini, fisarmonica, sassofoni, a sottolineare atmosfere pregne di avvenimenti piccoli e grandi.
Un lavoro di cui si intravedono pochi difetti.
Un eccessivo stemperarsi delle strofe nei ritornelli (ma in fondo chi ha bisogno di nette separazioni?) e sottili cambi di tono, come un mollare leggermente la presa. Mi viene da pensare, in alcuni pezzi specialmente, che si sia voluta cercare la frase che “suonasse”, a volte a scapito dell’originalità e che si mordesse il freno delle ritmiche. Si poteva puntare a qualcosa di più movimentato certe volte, magari un tantinello più elettrico.
Ma penso vada benissimo così.
I brani scorrono, articolati e interessanti, sicuramente di impegno elevato, sicuramente non fatti per essere ascoltati mentre si fa altro. Bisogna prestare attenzione a queste canzoni e si potrà riconoscere la sensualità del tango e la poesia metropolitana.
Lo stile di chi suona per suonare e racconta per raccontare. Niente di più. Nessun sogno di gloria per questi cantori nostrani.
Perché forse non si deve essere per forza un grand’uomo per avere, nel corso della vita, grandi storie, grandi accadimenti. Basta essere gente normale, artisti con passione.
Queste sono solo grandi, piccole, narrazioni dei drammi di sempre, e come sempre, durano un giorno. Il tempo che il sole cresca e tramonti, che un amore nasca e finisca, che un’anima sorrida o venga incantata. Il tempo di vedere il “miraggio del re del mare”.
Un disco che racconta, che pensa, che sussurra.
Un disco che dovrebbe trovare posto fra i vostri ma… attenzione!
Tenetelo ben nascosto!
Questa musica e queste parole possono essere la prova che il mondo cerca per gettare i Calebasse in pasto ai lupi o in gattabuia!
La prova che questi piccoli criminali hanno stile e cuore.
Stile e cuore? Oddio, che orrore!
Colpevoli!

Credits

Label: O.T.C – 2007

Line-up: Carmine Silvestri (batteria, percussioni) – Corrado Laudario (basso acustico, elettrico, percussioni) – Tony Laudario (voce, chitarra, sassofoni) – Lorenzo Sorbo (violino, chitarra, pianoforte); Guest: Ferdinando Ghidelli (chitarra elettrica) – Alfonso D’Alessio(chitarra elettrica) – Anna Grillo (vocalist) – Rino Mazzilli (fisarmonica)

Tracklist:

  1. Il prigioniero
  2. Il latitante
  3. L’indeciso
  4. L’adultera
  5. L’innamorato
  6. Interludio
  7. Il venditore
  8. Il cacciatore di tesori
  9. Il terrorista
  10. La vittima
  11. Il palo

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