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La musica prima o poi arriva superando anche momenti di Stagnant water: intervista a Lubjan

Cosa spinge una ragazza a prendere un aereo ed in una sola giornata atterrare nella città partenopea per suonare un live in un piccolo pub? L’amore per la musica. L’amore per le emozioni forti, quelle che ti lasciano senza forze. La passione che non ha confini spazio-temporali. L’amore per vivere sentendo la propria anima. Questa ragazza è Lubjan. Una cantautrice di cui sentiremo parlare. Una voce che si dipana nell’aria e non si dimentica. Una voce che è talmente intensa nei colori che cancella tutto il nero che alberga dentro. Il suo secondo Ep, Zerowatt, è solo l’inizio che brilla in ogni traccia. Quest’intervista racconta di sogni, di una ragazza talentuosa che ha incontrato fortunatamente Cristina Donà e L’Aura tra le sue strade e noi di LostHighways le abbiamo volute ripercorrere.

Il tuo secondo ep, Zerowatt, è caratterizzato da pop song incentrate su arrangiamenti non scontati come quelli del mainstream e mirano alla direzione indie raggiungendo un colore molto particolare. Come sono nate le tracce di questo Ep?
Sicuramente la mia fonte di ispirazione è stata la tradizione anglosassone perché ho vissuto per un lungo periodo lì e mi ha colpito parecchio la musica del posto. Zerowatt nasce come un esperimento un po’ comico, c’è un brano dell’Ep, Zerowatt, che secondo strategie del mio manager doveva essere una mazza business per piazzare questo brano nella versione italiana come spot per la lavatrice Zerowatt. La cosa è stata molto apprezzata ed ho pensato di integrare questo pezzo con altri brani che in realtà avevo scritto un po’ per gioco. Quando li ho registrati non avevo né mezzi per la registrazione e né soldi per realizzarne la produzione. Mi sono rivolta ad un amico, Enrico Lenarduzzi che è un ottimo fonico e pianista, ed abbiamo registrato il tutto nella sua Taverna con mezzi basilari. Alla fine il disco ha funzionato ed abbiamo avuto anche la gratificazione che il pezzo Back to a time è stato selezionato come colonna sonora dello spot dell’auto Daihatsu Cuore, quindi siamo partiti da una lavatrice e siamo finiti ad un’auto. W le macchine!

Fra i vari brani del Ep mi ha colpito Stagnant water… me ne racconti la sua genesi?
Stagnant water è nata in un momento che continua ancora… Stagnant water è un brano che nel mio cuore non avrà mai fine perché rappresenta la mia inquietudine nell’entrare in questo mondo discografico che contiene un sacco di difficoltà, di dubbi rispetto alle scelte che facciamo. Il brano racconta nello specifico di un periodo di acqua stagna dove nulla si muoveva, però è stato un brano che mi ha portato un po’ fortuna, tra l’altro il mio direttore artistico la voleva lasciare fuori dall’ep ma fortunatamente L’Aura, con cui poi ho collaborato, mi ha consigliato di inserirla e fare qualcosa di testa mia ed infatti alla fine è il secondo brano che piace di più dell’Ep. Ritornando alla collaborazione con L’Aura, grazie ad Here I am lei mi ha chiamato ai cori nel suo tour, quindi questo Ep mi ha dato tante soddisfazione avendo investito veramente poco, quando la musica deve arrivare alla fine arriva!

Certamente quando si inizia a cantare, a scrivere canzoni si parte da miti. In te si sente che sono presenti ma non come mera imitazione, in alcune parti dei brani hai lo stile di Ani di Franco ma in altri ti riferisci ad altre cantautrici…
I miei riferimenti maggiori sono appunto Ani Di Franco, Eddie Brickell, Fiona Apple, Dolores O’Riordan, Suzanne Vega…moltissimo Linda Perry. Sono piena di ascolti che ho cercato di sintetizzare in Lubjan.

Questo si vede, hai uno stile sincretico perciò il disco funziona…
Anche per il mio primo disco, prodotto da Davey Ray Moor (produttore anche di Cristina Donà per l’album Dove sei tu), registrato ad Alzano Lombardo e mixato a Bath da Davey Ray Moor. Sono contenta perché è caratterizzato da atmosfere minimali ma ha ben fotografato la mia anima anche se non riesco ad ascoltarlo perché ogni artista è in continua evoluzione, non si riconosce nei suoi primi passi.

Com’è stata questa collaborazione con la Donà?
Cristina Donà mi ha aiutato tanto. Mi ricordo che mi ha scoperta al Tora Tora Festival di Reggio Emilia. Lei ha visto in me una determinazione che non aveva mai visto prima. Non ho elemosinato nulla, sono andata determinata da Cristina e le ho fatto capire che avevo tutto in mente ma mi mancavano i mezzi che lei mi poteva offrire. Lei mi ha messo in contatto con Davide Sapienza che mi ha fatto conoscere Davey Ray Moor ed abbiamo realizzato il primo disco tutto in una settimana. Un disco anche quello in economia in poche ore.

Hai citato il Tora Tora e quindi anche tu sei un po’ debitrice di Manuel Agnelli?
Sì, diciamo sicuramente di sì. Anche se l’ho incontrato una volta e non mi ha calcolata neanche di striscio perché quel giorno era veramente incasinato, ma comunque l’ho sempre stimato moltissimo.

E’ più importante a livello promozionale avere un brano come soundtrack di uno spot pubblicitario o buttarsi a capofitto in mezzi di promozione alternativi come la rete (es. MySpace, LastFM)?
Anche la rete è importante. Comunque lo spot è stato una grande emozione… Sentirsi un bel giorno su Canale 5!

Ultima domanda, cosa fa paura e cosa spera Lubjan come artista nel futuro prossimo?
Ho paura di non arrivare a tutti e quindi di rimanere sempre per pochi, anche se è bella questa cosa e il resto andrebbe in contrasto con la mia aspirazione a voler vivere di musica. E Dio sa, anche mia mamma e tutte le persone che mi sono state vicine, quanti sacrifici ho fatto e quanti lavori ho cambiato per stare nella musica. Questo crea uno scompenso fisico e mentale però il perno su cui tutto è girato è stata la musica. Mi aspetto molto in questo 2008, la collaborazione con L’Aura è stata galeotta, mi ha fatto incontrare il suo pianista Floriano Bocchino con il quale sto lavorando ai brani del nuovo disco che mi autoprodurrò a San Francisco grazie alla collaborazione di un produttore venezuelano amico di Floriano. Insomma si apre un nuovo mondo di opportunità che spero mi porti verso la direzione dell’esportazione.

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2 commenti

  1. …peccato.
    Dovevo esserci.

  2. Io c’ero e devo dire che ne sono rimasto affascinato.

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