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Nascere Artisti Morire Buffoni: intervista a Davide Tomat (N.A.M.B.)

Torino, una tranquilla cittadina del Nord Italia. Negli ultimi anni si sta facendo notare soprattutto per la sua scena musicale particolarmente attiva, a partire dai Subsonica e Max Casacci, che con la sua Casasonica cerca di dare spazio a realtà sempre più interessanti. E’ in questo contesto che nasce e cresce il progetto N.A.M.B. Quattro musicisti si sono uniti e ci hanno regalato uno dei dischi più interessanti dell’ultimo periodo. LostHighways ha posto
qualche domanda a Davide Tomat, leader del gruppo ed ecco cosa ne è uscito fuori!

Intanto ti ringrazio per la disponibilità, per aver accettato di dedicarci un po’ del tuo tempo. Partiamo subito con una curiosità: N.A.M.B. Quest’acronimo per cosa sta? Da dove è nata l’idea per questo nome?
N.A.M.B. significa nascere artisti morire buffoni… Forse in senso scaramantico, non mi ricordo più… Forse perché generalmente le cose vanno così: si nasce puri, puliti, con delle caratteristiche personali che ci contraddistinguono a priori e ci diversificano da ogni altro essere vivente e poi alla fine si finisce per diventare tutti uguali e così, per essere particolari e diversi, si diventa dei veri buffoni… Era così?Non ricordo. Adesso ricordo… Non era così… Credo che chi si esprime alla fine è costretto ad ascoltare sè stesso, la parte infantile, estrema, burlona…a lasciare spazio al bambino che è dentro di sè e così alla fine agli occhi dei più si finisce per risultare un po’ buffoni…In ogni caso, w i buffoni

Scorrendo la vostra biografia, si legge che suonate già da una quindicina d’anni, anche se con diverse formazioni. Ci vuoi raccontare un po’ il cammino che ci ha permesso oggi di poter godere della musica dei N.A.M.B.?
Grazie mille… Solito iter: si suona, si sperimenta, si incontrano persone, ci si trova… Poi qualcuno cresce, qualcuno si ferma, si cambiano frequentazioni e se ne trovano altre con cui condividere la passione per la musica… Ho conosciuto Silvio (Branco) nel 97. Io avevo il mio gruppo, lui stava registrando un disco in studio. E’ venuto a suonare il basso nel gruppo e io sono andato a registrare dei samples di voci per il suo disco. Entrambi i progetti sono implosi di lì a poco e abbiamo iniziato a lavorare insieme al progetto Superbudda, di stampo sperimentale. Poi qualcuno del gruppo si è messo in testa di scrivere canzoni canoniche e le cose hanno preso un verso strano, fino a quando io e Silvio abbiamo deciso di costruirci uno studio per registrare in autonomia il primo disco ed è nato N.A.M.B.

Nel vostro sound si possono riscontrare tracce dell’elettronica anni ’80, amalgamate con la tradizione melodica italiana, ma sempre con un tocco d’internazionalità… mi riferisco all’utilizzo della lingua anglosassone nei testi, per esempio. Quali sono gli ascolti che vi hanno maggiormente influenzato?
Posso parlarti di me e delle mie influenze. Ho sempre ascoltato molto poco la musica italiana fin da piccolo, quando in casa si ascoltavano solo i Pink Floyd e ogni tanto Battisti… Ammetto di essere una vittima della colonizzazione anglosassone, sono affascinato dalla loro attitudine nel fare musica, hanno più coraggio nel provare soluzioni diverse, mentre qui in Italia siamo forse troppo legati alla tradizione… Se proponi ad un italiano di mangiare un piatto di pasta con sopra la marmellata di fichi e una spruzzatina di senape ti sputa in faccia. La stessa cosa succede con la musica: fino a quando quel piatto non diventa un famoso piatto di qualche strana nazione che va tanto di moda… Riguardo la musica anni 80, sono cresciuto in quegli anni, mi ha inevitabilmente influenzato, ma generalmente ascolto altre cose…

Nella tracklist del vostro album d’esordio mi ha colpito molto trovare la cover di Black Hole Sun dei Soundgarden. Una scelta un po’ rischiosa, ma che a mio parere si è rivelata vincente, visto che mi sono avvicinata a voi proprio dopo essere rimasta folgorata dal video di questo brano (regia di L. Vignolo). Perché avete scelto proprio questo pezzo, visto che, almeno nella versione originale, si stacca totalmente dal tipo di musica che fate? Com’è stato misurarsi con uno dei gruppi considerati mostri sacri del movimento grunge?
Dovrai capire tu qual’è la risposta giusta, ti do 4 possibilità:
Il mio insegnante di canto, un certo Explorio di Torino, mi ha dato il compito di studiarla ed impararla. Così ho scaricato il midi file da internet e per vedere come la cantavo mi sono registrato in studio lasciando il progetto aperto sulla scrivania del Mac. Quando Silvio è arrivato in studio ha ascoltato il pezzo. Non conoscendo i Soundgarden ha pensato che fosse un bel pezzo, ma non gli piaceva l’arrangiamento, così ha deciso di rifarlo. Quando me lo ha fatto sentire, oltre a farmi ridere, mi è piaciuto e abbiamo deciso di tenerlo.
E’ stata una richiesta esplicita della Mescal: ci hanno detto: “Se volete fare il disco con noi dovete assolutamente fare la cover di Black Hole Sun altrimenti cerchiamo un gruppo che abbia voglia di farla!
Sono cresciuto anche negli anni 90, continuo a crescere in realtà. Sono legato a quel pezzo pur non amando i Soundgarden in toto. In ogni caso abbiamo provato a fare una cover di David Bowie, ma quella di Black Hole Sun ci è piaciuta di più e abbiamo deciso di metterla sul disco.
Il Topo non ha mai capito che Black Hole Sun è un pezzo dei Soundgarden, ma è convinto che sia un pezzo dei Nirvana. Così ogni volta che si ascolta un pezzo dei Nirvana lui puntualmente dice…”sì, sì bravi… però il pezzo che preferisco è Black Hole Sun…e non c’è verso di ficcarglielo in testa. Ci abbiamo provato registrando la cover, mettendola nel disco e suonandola centinaia di volte, ma è stato tutto inutile…

Mi piacciono molto i vostri video, li trovo molto curati, con un bel tocco d’internazionalità. Siete voi che studiate i soggetti o vi fidate ciecamente delle mani e delle menti dei registi a cui vi affidate?
Amo il cinema e ho passato la mia infanzia negli anni 40 a guardare i primi videoclip. Sono cresciuto a videoclip e sberle, no… solo a videoclip. Spiego: qualcuno della mia famiglia, quando avevo circa 6 anni, mi ha detto ”Se devi guardare la televisione almeno guarda i videoclip”… Senza saperlo hanno creato un mostro… Ogni volta che si decide di fare un video inizio a scrivere come un matto, mi confronto con gli altri e poi puntualmente mi scontro con i problemi di budget e di organizzazione… Per il primo video, Black Hole Sun: ci tenevo a farlo con Lorenzo perché lo conoscevo da un po’ e l’ho sempre stimato. Saputo il budget, abbiamo pensato insieme cosa fare ed è andata bene. Ci siamo concentrati. Silvio ha visto a Quark la location dove abbiamo girato alcune scene e se ne è innamorato. Così, a forza di martellare con la Puglia, siamo riusciti ad andarci. E’ stato molto bravo Lorenzo… Per Snake Love: ho scritto decine di storie partendo dai film di Hitchcock. Ero proprio in periodo Hitchcock, me lo sognavo anche di notte… ma alla fine il budget ha di nuovo svolto il ruolo di freno inibitore. In ogni caso, con Riccardo (Struchil, n.d.r.) abbiamo trovato un compromesso per realizzare una sorta di remake di una scena del Sipario Strappato, per l’appunto di Hitchcock. Per Solo Un’Idea: abbiamo lavorato autonomamente con l’amico regista Francesco Calabrese. Abbiamo pensato al soggetto insieme e poi la mattina del 15 agosto alle 6 abbiamo iniziato a girare. Sono molto soddisfatto di quel video: la città era totalmente deserta e Frankie ha fatto proprio un bel lavoro con pochissimi mezzi.

Nel vostro primo album i suoni sono a cavallo tra l’elettronica e il rock. So che state terminando il nuovo disco. Come procedono i lavori? Come sarà? Vi muoverete sempre sulle stesse sonorità o ci stupirete con “effetti speciali”?
Il disco nuovo sarà un bel po’ diverso. Chiaramente è passato un po’ di tempo e la sensibilità è cambiata, speriamo si sia affinata! Stiamo ultimando la pre-produzione. I pezzi sono già completi. Una volta ultimata risuoneremo tutto in un’unica sessione di registrazione. Le sonorità sono molto diverse. Ti posso anticipare che sarà una sorta di concept, molto semplice… Immagina un bambino che scrive un concept… Un po’ così… Una sorta di visione delle cose dagli occhi di un bambino… Una storia fatta di tante storielle semplici, viste con occhi di un individuo un po’ naif.

Ho letto sulla vostra pagina MySpace che le registrazioni del nuovo disco sono state realizzate tra Cannes e la vostra Torino. Perché avete scelto proprio Cannes?
Ho deciso di emigrare per un po’ per togliermi di dosso alcune cose che mi stavano appesantendo più del dovuto e così, lo scorso ottobre, carico di strumenti, sono andato in una casetta e ho buttato giù le basi per il disco. Cannes è bella, ma è stato un caso. Un giorno ho trovato un biglietto pubblicitario per terra che diceva così:
”Ti piace il mare?”
“Sì”, ho pensato
”Ti piacciono le palme?”
“Certo che sì”, ho ripensato
”Ti piace la musica?”
“Sì”, ho ri e ripensato
”E allora che ci fai a Torino?”
E allora ho pensato: ”Che ci faccio a Torino? Infatti, che ci faccio a Torino?”
…ma mi sono anche chiesto… ”Dove potrei andare?”
E come per magia sul bigliettino si è materializzata la scritta: ”A Cannes, semplice! Avec le ouf e le jambon!”
E così ho preso del prosciutto, una dozzina di uova, gli strumenti e son andato a Cannes… in realtà leggermente fuori Cannes… Il mare mi ha sempre trasmesso un piacevole senso di pace e di agitazione mescolati insieme…

Confesso che aspetto con ansia l’uscita del vostro nuovo lavoro in studio e sono sicura che siano in molti ad attenderlo! Quanto ci farete ancora aspettare? Con quale casa discografica verrà pubblicato? Vi affiderete anche per questo album a Madaski?
Credo che a questo punto uscirà nel 2008. Non so ancora quando e con chi. La produzione sarà fatta interamente al Superbudda Studio di “ChecifaccioaTorino?”, anche se per il mixaggio mi piacerebbe spostarmi all’estero, magari oltre manica… vedremo…

E un bel tour? Avremo presto l’occasione di godere della vostra musica dal vivo?
E’ da un anno che sono in studio e sento la necessità di suonare live… Non vedo l’ora… Ho riflettuto a lungo. Cercavo di capire la direzione in cui mi stavo muovendo, ma adesso tutto sta iniziando a combaciare come un puzzle a specchio di cui prima ignoravo l’immagine semplicemente perché non avevo capito che non c’era alcuna immagine, tranne quella che volevo vederci io. Quindi. non vedo l’ora di farla vedere a tutti.

Un’ultima domanda: pensi che MySpace, Youtube, il sistema alternativo Creative Commons possano aiutare la diffusione della buona musica, quella che va al di là delle classifiche o credi che siano solo un’ulteriore pietra scagliata contro il mercato discografico?
Io credo che ogni cosa in cui il feedback è reale e non è pilotato dalle solite scimmie troppo stanche e vecchie perfino per ascoltare, funziona e fa bene alla musica. Il mercato discografico italiano è inevitabilmente in crisi perché coloro che ci lavorano non ascoltano musica, non fanno ricerca e producono individui a caso, intasando sempre di più il mercato con fazzoletti e rotoli di carta igienica. Trovo che MySpace sia una buona forma di diffusione… Io ho fatto incontri interessanti e non parlo di sesso o cose del genere, se ne interessano già i discografici italiani.

Ti ringrazio ancora per la tua gentilezza e per aver accettato di raccontarci un po’ di voi. Rimango in trepidante attesa per il nuovo album!!!
Grazie a voi è stato un gran piacere anche per me.

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Un solo commento

  1. “Il mercato discografico italiano è inevitabilmente in crisi perché coloro che ci lavorano non ascoltano musica, non fanno ricerca e producono individui a caso, intasando sempre di più il mercato con fazzoletti e rotoli di carta igienica”: Parole sante!!!!! :-)
    Grande intervista, bella proprio! La loro Black Hole Sun resta una delle più belle cover che io abbia ascoltato!

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