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Supporto Colore – Stella Diana

Tensione. E sul filo del silenzio un’esplosione di suono rende l’aria fluida. Tutto scorre. Davvero. Levito nell’aria mentre le note riempiono gli spazi che circondo, resto solo a fissare le solite quattro corde che amo violentare, poi più in giù le mie scarpe: quanto vorrei affogarti di melodia. Suoni di cantina, suoni d’angolo, suoni personali e dalla spiccata attitudine emozionale. Mi trovo di fronte questo disco, Supporto Colore, dei napoletani Stella Diana che questo mese esordiranno per la Seahorse Recordings e dopo un paio di ascolti mi vedo già coinvolto, partecipe, complice della sua densità sonora, della sua coesione. Perchè Supporto Colore è un disco che sa catturare, sa convincere per fantasia melodica e freschezza d’arrangiamento. Un disco di musica shoegazing diremmo, anche se preferiamo non limitarci ad affibbiare etichette. No, l’influenza c’è tutta, forse è la principale (basta soffermarsi sulle chitarre noise, sulle melodie dilatate, su quella dolce voce d’eco alle spalle che sembra uscire dalla confusione di un sogno), ma c’è anche tanto altro. C’è una propensione alla forma canzone ed alla melodia invidiabili, c’è una fervida vena d’autore, c’è gusto pop, intelligenti echi wave. Come sa cullare, piccola perla di fine autunno, la fantasia tutta stelle e luci colorate di Mandarancio, dal tiro giocoso di luci e ombre, che ti riporta alla mente giornate d’attesa, angoli di gioia pura in mezzo alla follia, di palle di neve in faccia ad ibernare sorrisi per sempre. 26 Marzo, brano intimo e raffinato, vivace e spontaneo con un inciso talmente scontato che finisce col conquistarti subito, sembra sorprendere l’ultimo Lucio Battisti chiuso nella sua stanza con le cuffie a farsi un’overdose di My Bloody Valentine, e svela forse l’ambizione maggiore degli Stella Diana: aggiornare con umiltà la musica dei cantautori alle scorribande emozionali del post rock. Il girotondo indie di Stanze Vuote ricorda forse un estroso Niccolò Fabi a ripassare lezioni di new wave, ma a convincere di più sono le parti strumentali che in vari brani (Sirena, la bellissima coda indie-shoegaze di Marianne) si dipanano con gusto e pazienza, merito di un ottimo lavoro al basso di Giacomo Salzano, una delle scommesse stravinte del disco, wave-oriented, melodico, fantasioso, una specie di Peter Hook addolcito dal tepore di una mattina d’autunno partenopea, e delle bellissime chitarre. La filastrocca new wave di Fall ha in cuore gli ultimi Joy Division, e ti trovi catapultato in mezzo alla stanza a saltare sempre più sgraziato come un bambino, per poi iniziare a correre quando comincia a mutare in una trascinante cavalcata di luci.
Dieci brani pop intelligenti, melodici, raffinati, compiuti, emotivi: è quello che in questo disco vi capiterà di ascoltare, senza strafare, senza velleità particolari, ma con umiltà e gusto gli Stella Diana firmano davvero un buon esordio e la Seahorse va a colpire un altro (l’ennesimo) sensibile bersaglio.

Credits

Label: Seehorse Recordings – 2007

Line-up: Dario Torre (Vocals, Guitar) – Giacomo Salzano (Bass) – Massimo del Pezzo (Drums) – Raffaele Bocchetti
(Guitar)

Tracklist:

  1. Johnny
  2. Neve
  3. Mandaracncio
  4. 26 Marzo
  5. Stanza Vuote
  6. Sirena
  7. Fall
  8. Supporto Colore
  9. La Favorita
  10. Marianne

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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