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Curious Ruminant – Jethro Tull

Jethro Tull - Curious RuminantDopo The Zealot Gene e RökFlöte, i Jethro Tull tornano con Curious Ruminant, il loro ventiquattresimo album in studio, uscito il 7 marzo. Con oltre cinque decenni di carriera, la band continua a raccontare storie attraverso la voce e il flauto di Ian Anderson, affiancato da John O’Hara, David Goodier, Scott Hammond e dal nuovo chitarrista Jack Clark. Il disco si muove su coordinate consolidate, senza stravolgimenti, ma con attenzione alla narrazione e all’equilibrio tra melodia e complessità. L’approccio è quello di una band che conosce bene il proprio linguaggio e sa come plasmarlo per offrire un ascolto coinvolgente, senza dover dimostrare nulla se non la propria capacità di tenere viva una tradizione unica. Se c’è una costante nei Jethro Tull, è la capacità di evolversi senza perdere la propria identità. Anderson intreccia riflessioni storiche e attualità con il suo inconfondibile stile narrativo. Curious Ruminant si inserisce in questa tradizione, costruendo atmosfere evocative e dettagliate. Pur senza cercare rivoluzioni sonore, il disco si fa apprezzare per la solidità della scrittura e l’equilibrio con cui valorizza gli elementi tradizionali. Le composizioni risultano curate, con arrangiamenti che mettono in luce sia il virtuosismo dei musicisti sia l’attenzione per la narrazione. Il risultato è un’opera che suona familiare senza essere scontata, dove ogni brano trova il proprio spazio in un racconto sonoro che si sviluppa con coerenza e intensità.
L’apertura con Puppet And The Puppet Master introduce un pianoforte raffinato, interrotto da flauto e chitarra, con una voce che accompagna il viaggio. La title track Curious Ruminant accelera il passo con una progressione solida, mentre Dunsinane Hill si veste di tinte folk e richiami medievali, mettendo in primo piano il flauto evocativo di Anderson. Non mancano momenti più energici con The Tipu House, dove chitarra, fisarmonica e flauto si intrecciano in un’alchimia che richiama le sonorità più classiche della band, e passaggi più riflessivi come Savannah Of Paddington Green, che affronta il tema dei cambiamenti climatici con un tappeto acustico inquietante. Sygian Hand e Over Jerusalem proseguono su questa scia, il primo con un interplay strumentale ben congegnato, il secondo con un lirismo intenso. Il momento più ambizioso è Drink From The Same Well, un viaggio musicale di oltre 16 minuti che alterna strumentali dilatati e introspezione. Il finale, Interim Sleep, è una poesia recitata su una base essenziale, un addio malinconico che chiude il cerchio del disco. Curious Ruminant non sorprende con svolte improvvise. Anderson ha abbracciato il ruolo di cantastorie, consapevole dei propri limiti vocali e incline a un approccio più pacato. La band lo accompagna con un suono caldo e coeso, valorizzando un songwriting che, pur senza la freschezza di un tempo, mantiene intatta la sua identità. Non è un capitolo rivoluzionario, ma un lavoro che celebra il percorso dei Jethro Tull con eleganza e misura, confermando il fascino di una band che continua a raccontare la propria visione musicale con coerenza e passione.

Credits

Label: Inside Out Music – 2025

Line-up: Ian Anderson (voce, flauto, chitarra acustica) – Jack Clark (chitarra elettrica) – David Goodier (basso) – John O’Hara (tastiere, fisarmonica) – Scott Hammond (batteria) – James Duncan (batteria, cajón) – Andrew Giddings (tastiere, fisarmonica)

Tracklist:

  1. Puppet And The Puppet Master
  2. Curious Ruminant
  3. Dunsinane Hill
  4. The Aged Mistral
  5. The Queen Of Rhine
  6. The Navigators
  7. Postcard Day
  8. The Tipu House
  9. Savannah Of Paddington Green
  10. Stygian Hand
  11. Over Jerusalem
  12. Drink From The Same Well
  13. Interim Sleep


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