Una luce calda, metafora del cuore e del legame. Sfida il grigio del cemento e il rumore del traffico.
Il nido contro la velocità urbana. Fatto di oggetti-memoria, di sguardi complici, di fiori- speranza, di silenzi-parola.
Così scorrono i minuti che la regia di Lorenzo Vignolo inventa per il videoclip del primo singolo estratto da Nuove esperienze sul vuoto ovvero secondo capitolo solista di Lele Battista. Abbiamo incontrato Vignolo, per entrare ancora una volta nel suo mondo speciale. Se la poesia vive di piccole cose e gesti lenti, questo video vi sorprenderà perchè ne respira come un incanto, come l’Amore possibile.
Il nido è un brano di grande intensità e intimità. Raccontami la location…
Quando ho ascoltato per la prima volta Il nido ho avuto da subito ben chiaro come poteva essere il video. Per certi versi mi era venuta in mente un’atmosfera che avrebbe proseguito il percorso iniziato con il nostro precedente Le ombre. Forse il suo fratello diurno. Le parole mi facevano venire in mente un paesaggio urbano e ho immaginato un piccolo loft nel bel mezzo di una strada di città, le cui pareti sarebbero stati i palazzi e i cui limiti sarebbero stati i marciapiedi. Con Angelo Stramaglia, produttore e direttore della fotografia, abbiamo vagliato molte soluzioni logistiche, ma alla fine, per uno strano destino, abbiamo girato a pochi metri dal luogo dove girai Le ombre, giusto ad un “piano superiore” di Genova, sotto la sopraelevata. Questa enorme strada, che taglia la città, può essere un monumento orribile o meraviglioso a seconda dei punti di vista. Quel che è certo è che regala ai passanti una lunga e inimitabile panoramica sulla città e il suo porto. Noi abbiamo girato lì sotto, nel punto in cui si interseca con il ponte dell’elicoidale. Un groviglio incredibile di strade, cemento e rumore. Ma non è forse vero che i nidi si trovano nei posti più inaspettati?
Tutti quegli oggetti, d’arredo e di memoria, contribuiscono a richiamare un clima personale. Da chi sono stati scelti?
Una delle priorità nella scelta della location era quella di girare in un luogo facilmente raggiungibile da uno scenografo di gusto. Gli oggetti della casa erano estremamente importanti. Girando a Genova mi sono accorto che la persona più adatta per questo lavoro delicato poteva essere proprio la mia compagna Serena Zanardi, che dedica la sua vita all’arte contemporanea, facendo mostre in cui coesistono scultura, pittura, fotografie e arti visive. Lei ha preso in mano la situazione, un giorno siamo andati a trovare Lele nel suo bellissimo appartamento a Milano, con vista sulla città delle ombre. Poi siamo andati tutti insieme in un luogo immenso, dopo Monza, dove vendono mobili e oggetti di seconda mano, abbiamo trovato soluzioni bellissime e capito quale fosse la direzione da perseguire. In realtà tutto il lavoro di ricerca di Serena si è concentrato sul levante ligure, da amici comuni. Ha scelto i pezzi uno ad uno, è perfino andata in un bosco il giorno prima a strappare interi cespugli da seminare qua e là nel marciapiede, trovato oggetti particolari, come il cartello dei gelati anni ’70, ha tagliato una lampadina e l’ha riempita d’acqua, una sua personalissima interpretazione di “esperienza sul vuoto”. Altri bellissimi oggetti sono presenti tra i frames, perfino i fiocchi che volano nel video sono opera sua. L’elenco sarebbe molto lungo. Qualche oggetto è arrivato anche direttamente dalla casa di Lele: il pianoforte, che abbiamo voluto riprendere nella sua meravigliosa versione scoperchiata, è proprio il suo.
Dal video emerge un messaggio molto importante: il legame vince la velocità, il cemento, la distrazione…
Se sei in grado di crearti un nido e lo vivi, tutto il contorno passa in secondo piano. Allo stesso tempo la poesia che racchiudi dentro, trovando il luogo dove esprimersi, si estenderà contaminando tutto ciò che è intorno e il “secondo piano” diventerà necessariamente parte di questa bellezza. Abbiamo vissuto un briciolo di questo anche sul set, i cronisti che sono venuti non capivano come potessimo aver scelto uno degli scorci più degradati e rumorosi di Genova, ma durante le riprese un po’ di magia è entrata. Intorno a noi gli automobilisti e i passanti iniziavano a fermarsi, a interrogarci e ritornavano a sbirciare.
Ami leggere i volti delle persone. Cosa ti hanno detto il volto di Lele e quello della protagonista?
Il volto e il corpo di un musicista sono spesso trasfigurati nel momento in cui interpreta un pezzo molto sentito. Ce ne accorgiamo spesso ai concerti dei nostri musicisti preferiti, così succede per quello di Lele. Rispetto al video de Le ombre, volevo dare più spazio al volto di Lele, ritengo sia la miglior firma visiva della poetica che riesce a racchiudere in note e parole. In generale, col tempo i miei video si sono avvicinati sempre più ai volti dei musicisti, utilizzare una macchina fotografica leggera invece di una pesante macchina da presa, mi ha aiutato molto. Questo è senz’altro il videoclip dove ho indugiato maggiormente sotto questo aspetto, ma il video è anche segnato da una presenza femminile importante, quella di Elisabetta che accettato di farsi riprendere e di accompagnare Lele anche in questa avventura.
In questo video la luce è molto calda. Raccontami le scelte che hai seguito in proposito…
Questo è un video particolarissimo, per la prima volta, in accordo con Angelo Stramaglia, non ho fatto alcuna color correction. Tutto ciò che si vede è l’immagine “flat” esattamente come è stata girata. L’immagine è sempre sporcata dalla cosiddetta “luce in camera”, a volte c’è quella della luce del sole, che è la più arancione, a volte sono le luci che faccio tenere sul set e sparo direttamente nell’obiettivo. In questo video eccezionalmente ci sono anche alcune luci che ho ripreso in un secondo momento passando una torcia davanti all’obiettivo su sfondo nero e che poi ho applicato al montaggio. La luce in macchina è volutamente l’elemento che scalda di più la temperatura dell’immagine, uno dei miei più caldi di sempre, ma la base è piuttosto neutra e tendente al freddo.
Gli ultimi fotogrammi sembrano estrapolati da un film e non da un videoclip!
Sì, è tratto da un lungometraggio di fantascienza di prossima uscita in cui Lele è protagonista insieme a Ted Danson… no, scherzo!
Lo so che scherzi! Scegli tu una sola parola per questo videoclip.
Vediamo… sono indeciso tra “sottosopraelevato” e…. “nido”!
Credits
Regia di Lorenzo Vignolo
Produttore: Starlight Film Factory per Mescal s.r.l.
Produttore esecutivo: Angelo Stramaglia
Dr. di produzione: Enrico Bonino
Fotografia: Angelo Stramaglia
Montaggio: Larry Wine
Scenografia: Serena Zanardi
Durata: 3′.45″/stereo
Anno: 2010