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Il rock che nasce dalla natura: intervista agli Arm On stage

aos_1Sinergia uomo–natura. Da questo binomio è nata una delle band più suggestive della scena indipendente italiana. Quattro artisti, Folco Orselli, Stefano Piro, Alessandro Sicardi e Claudio Domestico, decidono di prendersi una pausa dai loro progetti musicali principali per fondere idee in una lunga sessione, soprannominata “improvvisione”, tra i colli sperduti ed evocativi del passo del Sassello. Questo particolare processo creativo conduce alla registrazione di dieci tracce di rock classico imbevuto di diverse tinte, da quelle di stampo psichedelico a quelle più blues. Esce Sunglasses under all stars, un disco-manifesto della loro grande forza live. Gli Arm on Stage dimenticano di essere un side-project, e diventano un’esperienza live che attraversa tutta la penisola. LostHighways non poteva non approfondire un cosi tale intenso progetto. (Spider Rain e Sailor sono in streaming autorizzato).

Torniamo all’aprile 2008, precisamente Monte Acuto (Passo del Sassello) dove è nato il vostro album. Quanto conta il luogo e l’atmosfera per un progetto musicale molto particolare come il vostro?
Come sempre sono fondamentali gli occhi con cui si guarda il luogo e magari s’intravede un’atmosfera. E’ indubbio, pero’, che una vallata intrisa di nebbia o una clamorosa stellata pochi metri più su abbiano il potere di spalancare gli occhi.

Come possono tre cantautori trovare un certo equilibrio stilistico nella scrittura di canzoni? Forse il segreto è stato il quarto membro del gruppo, Alessandro che, essendo soprattutto un musicista arrangiatore, è riuscito a miscelare il tutto?
L’equilibrio da soli lo si può solo sperare. Infatti è proprio attraverso l’ascolto di ogni singola idea dell’altro che si può arrivare a trovarne una e buttarne venti. Tutto questo però deve essere sospinto da una forte stima reciproca e da un rispetto totale dell’universo artistico (o meglio stilistico) di ognuno. Alessandro, invece, è anche lui miscelato nel tutto.

aos_3Quello che trapela dal primo ascolto del vostro disco è il concetto di libertà creativa, di assoluta voglia di seguire il proprio istinto artistico perdendosi nei meandri di uno, nessuno e centomila generi musicali…
Hai un primo ascolto fantastico!

Mi ha colpito moltissimo Spider rain. Come è nato questo brano?
Ore 01:45 di una “notte di quelle lassu’”. Il sinth regala una nota simile ad un sibilo.
Era perfettamente in fase con il diluvio fuori. Buio pesto fuori. Ale ha iniziato a cantare reverse, Folco e Claudio hanno preso a fraseggiare in maniera cadenzata e ossessiva. Se fosse passato qualcuno vicino al casolare in quel momento… chissà la reazione. Poi un loop manuale, poi una linea melodica a mezza voce. Poi l’allineamento in fondo, vicino alla bile. Stava per succedere qualcosa.

La parola “back” ricorre spesso nelle vostre liriche. Cos’è per voi il concetto di “ritorno”?
Un modo di viaggiare. Una maniera di pensarsi finiti e quindi di guardare più in là.

Arm On Stage è stato un progetto che è piaciuto live prima che uscisse il disco. Quanto è importante suonare dal vivo per voi?
E’ la nostra condizione ideale. Il punto in cui il viaggio e il lavoro di questi anni trova il suo massimo impiego.

Come si sono incrociate le vie di un artista napoletano come Claudio Domestico con quelle di tre artisti di Milano?
Per sentito dire casualmente in un locale milanese.

I concetti di indipendenza ed alternative sono necessariamente legati ad un approccio di libera espressione artistica? Che ruolo gioca l’autoproduzione e la rete in tale discorso?
Ogni espressione deve essere libera e non per forza artistica. I canoni che vengono trasmessi come invalicabili per arrivare alla massa sono invenzioni che distruggono i mercati minori… non certo meno importanti.
La produzione di Lorenzo Aldini e Amedeo Ricciolini per Ragoo productions è la migliore che potevamo aspettarci, forse l’unica a cui avremmo voluto affidarci.
Qui ci si confronta in assoluta trasparenza, come le brave persone al bar.

aos_2Il video di The Guardian è fantastico. Come e dove è stato girato?
E’ il tragitto reale dal tabacchi-alimentari al casolare del ritiro. Una prova speciale tra le colline. Infatti la velocità non ha aiutato la stabilità. Abbiamo deciso di essere sinceri.

Quando ritornerete ai vostri progetti principali cosa vi mancherà degli Arm On Stage?
Non ci mancherà nulla, avremo solo voglia di riniziare il viaggio con il secondo disco.
L’esperimento è per noi riuscito e quindi continuerà con lo stesso spirito.

Arm On Stage – Preview

The Guardian – Video

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