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Undici canzoni di merda con la pioggia dentro – Giorgio Canali & Rossofuoco

Giorgio CanaliCome se avessimo bisogno di un’altra canzone di merda con la pioggia dentro” erano i versi con cui Giorgio Canali ci congedava in Orfani dei Cieli, ultimo brano del suo album Rojo del 2011. Dopo, nel 2016, è arrivata la raccolta di cover, alla Canali maniera, Perle per Porci, ma abbiamo dovuto attendere qualche anno prima di riascoltare la sua “voce” sulle cose e soddisfare quel bisogno. Così, con la solita ironia dissacrante, ci presenta Undici canzoni di merda con la pioggia dentro, titolo del suo ultimo album, uscito il 5 Ottobre per La Tempesta / distr. Master Music, chiara citazione di quei versi. Canali spesso lo fa, si autocita, anche perché, dice scherzando, nessun altro altrimenti lo farebbe (in realtà siamo in tanti a custodire le sue parole). E’ un riprendere da dove c’eravamo lasciati. Canali è sempre stato portavoce attento di quello che ci circonda, ha una visione lucida, un linguaggio diretto e privo di retorica. Ci dice di essersi ritrovato coi Rossofuoco (Marco “Testadifuoco” Greco al basso, Luca Martelli alla batteria e Stewie DalCol alla chitarra), ottimi musicisti e suoi compagni di viaggio dall’inizio della sua carriera solista, a chiedersi cosa fare per diverso tempo, fino a quando, complice l’aria nuova di un trasloco e chissà quale altra scintilla, in pochi mesi queste undici canzoni hanno preso forma. Poi arrangiate con grande attenzione e desiderio di lasciare solo l’essenziale, tra liriche, chitarre e ritmiche rock. Il tempo che passa lo ha “calmato”, si urla meno, ma la consapevolezza di vivere in un mondo di merda (per restare in tema) rimane. La pioggia è presente in tutte le canzoni, come parola, come fenomeno atmosferico e, soprattutto, come stato d’animo. Una pioggia salvifica che lavi via tutte le brutture del mondo, che ci faccia sparire, una pioggia nella quale nascondersi e con la quale l’umore trova maggiori affinità. Per tornare alle autocitazioni, il Falso Bolero di Tutti contro tutti (suo album del 2007) qui diventa un vero bolero alla Ravel in Radioattività, che incede per raccontarci la visione di una certa terra padana, da cui ti aspetti solo nuvole, e uno sguardo spaventato verso la direzione che il mondo sta prendendo. Ma il peso del mondo è troppo grande per una singola persona, e così c’è un cambio di marcia e un ritirarsi nel proprio vissuto diventando protagonista, in un continuo alternarsi tra mali pubblici e privati: “e soffrirò del mio male minore, ‘che il resto del mondo sta male davvero, e quasi mai per amore”. Canali fa parte dell’ultima generazione di artisti davvero indipendenti e liberi di pensiero, ed è l’ultimo dei romantici maledetti. Così io da romantica, forse non abbastanza maledetta, ho adorato fin dal primo ascolto Messaggi a nessuno, una vera “lezione di poesia” e di come farsi spaccare il cuore. Via via racconta la terra in cui vive, la sua Emilia, tra altre citazioni, come Emilia Parallela (Paranoica era invece l’Emilia dei suoi CCCP) con il cicaleccio di chi ripete le solite frasi fatte, o Aria fredda del Nord. Il mondo va avanti, i nostri governanti cambiano, ma non cambia niente, i giochi di potere restano sempre gli stessi, ti senti diverso ma diverso non sei. La sensazione d’impotenza e rassegnazione rischia di divorarci. Per fortuna la rabbia riesce ancora a tenerci in vita e a non farci sopraffare. Il singolo Fuochi supplementari nella sua consapevolezza è quasi un atto d’amore verso le occasioni perse, i rimorsi, gli amori finiti e i sogni svaniti (per tornare ai malesseri personali). Mandate bostik  per un “cuore in mille pezzi” e una bellissima armonica a rendere tutto più malinconico ci accompagnano alla fine di un disco pieno di pioggia: “come vedi piove anche in questa canzone”. E’ inevitabile che tutti, volenti o nolenti, siamo toccati da questo periodo storico così difficile e ottuso. Si auspica la fine del mondo, anzi forse è già qui. Sicuramente è la fine dell’umanità. C’è tanta disillusione e amarezza, e allo stesso tempo in Canali troviamo conforto. Qalcuno la vede nera come te, ma resiste e balla (e canta) nella pioggia.

 

Credits

Label: La Tempesta / distr. Master Music – 2018

Line-up: Giorgio Canali (voce, chitarra, armonica e tastierine a tre dita) – Marco Testadifuoco Greco (basso) – Luca Martelli (batteria e percussioni) – Stewie DalCol (chitarra)

Tracklist:

  1. Radioattività
  2. Messaggi a nessuno
  3. Piove, finalmente piove
  4. Estaate
  5. Undici
  6. Emilia parallela
  7. Aria fredda del nord
  8. Fuochi supplementari
  9. Danza della pioggia e del fuoco
  10. Mille non più di mille
  11. Mandate bostik

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