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Un’artista da scoprire: Naomi Berrill @ Aprile Musicale, Malo (VI) 01/04/2016

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Negli ultimi anni ho sempre più apprezzato il suono del violoncello fino a considerarlo il mio strumento preferito. E’ così che l’anno scorso, tramite un passaparola, ho conosciuto Naomi Berrill che ho seguito durante un paio di date di presentazione del suo primo album From the ground (Musicamorfosi/Lilium Produzioni – 2015).
L’1 aprile è ritornata nell’alto vicentino e precisamente a Malo, essendo stata scelta per inaugurare la rassegna Aprile Musicale 2016, giunta alla sua trentaquattresima edizione ed organizzata da Giuseppe Dal Bianco.
Quando ti trovi di fronte a Naomi Berrill per la prima volta, ti chiedi istintivamente quanti anni possa avere, visto che il suo volto e il fisico minuto sembrerebbero quelli di una ventenne. Leggendo la sua biografia scopri invece che fa parte della classe 1981 e ha già due figli che l’aspettano nel backstage. Sarà stata l’aria della sua Irlanda, paese di nascita o quella di Firenze che l’ha adottata da qualche anno a farle così bene? Chissà…
Tornando al concerto, Naomi saluta il pubblico dell’Auditorium di Malo (pressoché riempito in tutti i suoi posti a sedere) e descrive le sue canzoni in scaletta presentandole ogni volta con un buon italiano accompagnato da un bellissimo accento irlandese e un pizzico di umorismo che la rende simpatica agli ascoltatori.
Naturalmente il concerto è incentrato sul suo primo disco dal quale vengono eseguite varie covers di artisti tra i quali Nick Drake (uno dei suoi preferiti) omaggiato nell’iniziale From the morning, Simon & Garfunkel con Feelin’ Groovy, Nina Simone con Black is the Colour (di quest’ultima verrà eseguita anche I want a little sugar in my bowl, non presente sul disco). C’è spazio per ascoltare riarrangiamenti di Madeleine Peyroux (Don’t wait too long), Billie Holiday (Now or never), Ornella Vanoni (Un altro addio), musiche da danze tradizionali folk irlandesi, barocche, jazz e anche due ninnananne.
Naomi Berrill usa più sovente il pizzicato che l’archetto, come se il violoncello fosse una chitarra e la sua voce calma e gentile nel parlato è tranquilla e rilassante anche quando canta, miscelandosi amabilmente con il suo strumento ad arco.
Alla fine saranno 19 le canzoni suonate per settanta minuti di un piacevole concerto molto apprezzato dal pubblico in sala e con un’artista tutta da scoprire.

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