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Wisdom of Crowds, l’altra faccia del leader dei The Pineapple Thief: intervista a Bruce Soord

Wisdom of Crowds è un disco la cui gestazione è durata quasi quattro anni. È partito come un side-project prog-cantautorale di Bruce Soord e Jonas Rekse (Katatonia) per poi diventare un piccolo gioiellino dove si respira aria progressive ma fortemente contaminata da attitudine synth–pop e trip-pop anni novanta. Un rock sporcato di elettronica molto suggestivo, incentrato su una scrittura introspettiva notevole. Sempre attenti a queste pubblicazioni particolari della Kscope, abbiamo voluto approfondire il progetto con Bruce Soord, il produttore di questo disco nonché il leader degli straordinari The Pineapple Thief.

Come è nata questa collaborazione con Jonas Rekse?
È una storia un po’ lunga, te la racconterò in poche parole. Si parte da un’idea di Johnny Wilks, che lavora alla Kscope. Tale idea è stata in primo momento a bassa priorità per l’etichetta.  Poi è arrivata una chiacchierata su musica e songwriting, Johnny aveva alcune spunti a riguardo e mi aveva chiesto la disponibilità a lavorarci un po’ su in studio. La cosa è andata avanti per quattro anni. Non sapevamo assolutamente quando avremmo pubblicato questi brani, però proprio questo ha reso il tutto puro e divertente dal punto di vista musicale. Jonas si è unito nello sviluppo dei brani alla fine. Il progetto non poteva andare da nessuna parte senza voce. È stata una manna dal cielo la voce di Jonas. Senza il suo apportoforse questo disco non avrebbe mai visto la luce.

Perché avete scelto the Wisdom of Crowds come titolo dell’album?
Anche in questo caso, è stato il suggerimento della Kscope. Sto iniziando a suonare come loro schiavo! Ho sempre odiato i titoli degli album che vogliono far comprendere la musica che contengono. Ma alla fine questo titolo riassume perfettamente il progetto.

A livello di sound, in Wisdom of Crowds  c’è qualcosa dei vostri progetti primari con le band (The pineapple thief e Katatonia)?
Diciamo che non ci ho pensato più di tanto. Non avevo nessuna regola da seguire quando ho iniziato a svillaparlo. Sono molto istintivo, non passo molto tempo prima di trovare un suono. Le atmosfere sono partite buie a base elettronica per poi richiedere l’apporto anche di strumenti acustici.

Come è nata Frozen North?
Ok, provo a ricordare. Johnny mi ha mandato una bozza, che era giusto la parte intro di chitarra. Io ho cercato di abbellire il tutto con arrangiamenti di chitarra spagnola, una piccola sezione di archi cercando di mantenere un’atmosfera delicata. Poi mi ricordo che Johnny mi ha chiesto di uscire da questo tipo di atmosfera ed andare sul pesante, come piace di solito a molte persone. Quindi ho pensato di scioccare l’ascoltatore all’improvviso. Penso che nessuno si aspetti la piega che prede il brano. Ho deciso di svoltare il pezzo con una sezione centrale quasi dance/industrial. Onestamente ho lasciato che la musica trovasse il proprio cammnino. Mi ricordo che Frozen North è stata sviluppata molto in fretta nel mio studio, il che per me è sempre un buon segno.

In questo album sembra di ascoltare un’influenza del suono synth-pop anni novanta, come quello dei Depeche Mode. Cosa ne pensi di questo? C’è un’altra influenza in particolare?
Sì, direi che quel suono dei Depeche Mode c’è  sicuramente. E ci sono anche alcune influenze break beat/trip hop, in particolare della scena di Bristol, che è un luogo vicino a dove sono cresciuto.

Quale brano preferisci di questo album e perché?
Il mio preferito è Centre of Gravity. Mi piace ascoltarlo spesso, perché copre un sacco di terra, ha un sacco di mellotron. La performance vocale di Jonas che preferisco. Bella.

Tu hai curato la produzione di questo disco. Ti piace di più il lavoro di produttore o quello di musicista? Quali sono le principali differenze a livello creativo?
Sì, ho trovato la produzione di questo disco davvero gratificante. Registrare e produrre l’album nei confini del mio studio mi sembrava venire naturale. E ‘certamente qualcosa che mi piacerebbe fare di più. Comunque io tendo a produrre la mia musica e così scrivere e produrre è sempre qualcosa che avviene in contemporanea in me.

Quali sono I prossimi passi per the Pineapple thief?
Sto già scrivendo per il nostro prossimo album, che stiamo progettando di registrare questo inverno per un’uscita in primavera 2014. In realtà, ho appena parlato con il nostro arrangiatore di archi  (Andrew Skeet) dei nostri piani per il prossimo album. Non vedo l’ora di immergermi nella produzione di questo disco.

Cosa pensi della Kscope Records?
Non posso rivolgere nessuna critica! Ha contribuito notevolmente alla rinascita del progressiv, raccogliendo artisti come Steven Wilson, Anathema, Amplifier, North Atlantic.. questo è grandioso.

Potresti dare un tua personale definizione di musica progressive?
Per me è semplice, significa: nessuna regola. Un pezzo di progressive può durare 3 minuti o può durare 30 minuti. Può avere una sezione di 60 parti di archi su ghiaccio o può essere basato su una sola parte vocale. Quando non ci sono regole è la canzone stessa che si autogoverna e sostiene, se è valida. Sto dicendo che tutte quelle vecchie regole del formato canzone si sono protratte nel tempo per una solo ragione: perché si pensa che seguendole il pezzo funzioni ma questo non è proprio vero.

Frozen North – Preview

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