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The raven that refused to sing – Steven Wilson

Fantasmi di ieri. Fantasmi di oggi. Accettare la mortalità e convivere con questo fardello. Steven Wilson esorcizza questa paura attraverso storie di fantasmi con un approccio poetico e metaforico che ricorda quello di classici della letteratura  che vanno da A Christmas Carol di Charles Dickens sino ai racconti di Edgar Allan Poe, passando per l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Con questo terzo disco da solista Steven Wilson diventa artefice di un rock narrativo che celebra quell’età dell’oro dove le barriere tra jazz e rock furono completamente abbattute.  Risorge l’attitudine Jethro Tull mista a Weather Report nella traccia iniziale Luminol. In Drive home si fa largo un rock più emozionale ai limiti del progressive, sorretto dalla sublime chitarra solista di Guthrie Govan. In The holy drinker il rock acuisisce i colori di un progressive cattivo e ipnotico, quasi onomatopeica resa della perfidia del diavolo che trascina all’inferno il giovane alcolizzato protagonista  della storia.  La coreografia musicale di questo brano è caratterizzata dal Moog e dal Fender Rhodes distorto di Adam Holzman (il suo synth è immortalato nell’epico Tutu di Miles Davis).  The pin drop e The watchmaker sono le riflessioni post-mortem (di uomo e donna) di due matrimoni culminati nell’uccisione di uno dei coniugi perchè basati su inerzia e non amore.  In questi brani aleggiano i fantasmi dei Genesis con armonie vocali da brividi. Il disco si chiude con la title-track che è il brano più semplice del disco ma è anche il più spirituale. Siamo davanti ad un capolavoro sinergico tra musica e parole, una suite celebrativa di un certo modo di realizzare dischi totalmente estinto e sotterrato dall’ottuso mainstream che artisti come Steven Wilson fortunatamente continuano a combattere in nome della qualità e dell’arte.  Proprio in virtù della ricerca della qualità e del migliore suono per The raven that refused to sing Steven Wilson ha collaborato con il genio Alan Parsons, che fu l’ingegnere del suono di The dark side of the moon. I fantasmi di Steven Wilson sono molto reali e ci ricordano che la musica è soprattutto arte e non solo puro intrattenimento.

Credits

Label: Kscope Records – 2013

Line-up: Steven Wilson (vocals, guitar, bass guitar, piano, mellotron, keyboards) – Guthrie Govan (lead guitar) – Nick Beggs (bass guitar, Chapman Stick, backing vocals) – Marco Minnemann (drums, percussion) – Adam Holzman (keyboards, Fender Rhodes, Hammond organ, piano, Minimoog) – Theo Travis (flute, saxophone, clarinet) – Jakko Jakszyk (additional vocals).

Tracklist:

  1. Luminol
  2. Drive Home
  3. The Holy Drinker
  4. The Pin Drop
  5. The Watchmaker
  6. The Raven That Refused to Sing

Links:Sito ufficiale

The Raven That Refused to Sing – Video

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