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La musica è una questione di vibrazione: intervista a Tommaso Mantelli (Captain Mantell)

I Captain Mantell sono una di quelle band che seguiamo da un po’ e che reputiamo davvero interessanti: con il loro sound, a metà tra rock, punk ed elettronica rappresentano una realtà insolita sul suolo italico. La ciurma del Capitano Tommaso Mantelli è partita con un nuovo progetto: 7TIMES7, ovvero 7 brani, 7 video rilasciati uno a settimana in free-dowload dal loro sito ufficiale a partire dal 9 novembre 2012 fino al 21 dicembre 2012, data prevista per la fine del mondo, se vogliamo dare retta ai Maya. Un progetto insolito che ci siamo fatti spiegare dal leader della band. (Seven Times Seven è in streaming autorizzato>Free Download QUI)

Il 9 novembre è uscito I’m the Apocalypse now, prima parte del progetto 7TIMES7. Un progetto particolare gestito con una modalità al quanto anomala: sette brani in free-dowload, rilasciati uno a settimana. Nessun album e un progetto da scoprire poco per volta. Ci vuoi spiegare com’è nata questa idea?
La risposta a questa domanda è davvero lunga e complessa. La genesi di 7TIMES7 si è sviluppata nel tempo attraverso progetti, lo studio per passione, la conoscenza e collaborazione con alcune persone. Le ispirazioni sono tante e di ogni tipo: partendo da un progetto di web serie musicale ancora nel cassetto, attraverso la passione per il mistero e l’alchimia, fino ai Maya, la fine del mondo e le derivanti riflessioni sull’evoluzione dell’umanità.
Per quanto riguarda la realizzazione di un album non è escluso che prima o poi esisterà una copia fisica del lavoro (magari impreziosita da contenuti speciali), ma come scelta abbiamo preferito anticipare i tempi. Tra poco il supporto fisico sarà un ricordo. E ti dirò che, pur ben conoscendo l’affezione provata verso un disco o un cd ascoltato, guardato e toccato, allo stesso tempo la cosa non mi dispiace. È come se la musica si riavvicinasse al suo inconsistente formato essenziale: onde di vibrazione.

Per ora abbiamo potuto assaporare solo il primo brano di 7TIMES7. Sbaglio se ci leggo una virata del sound dei Captain Mantell verso suoni più cupi e rock, percorso che tra l’altro era già iniziato con l’album Ground Lift?
Non sbagli. Esattamente l’opposto del percorso tipico di una band, noi tendiamo a sporcarci e non a ripulirci! Inoltre questi nuovi pezzi sono stati registrati in presa diretta, cioè suonando batteria, sintetizzatori e chitarra insieme in una stanza. Questo ha aggiunto naturalezza e sincerità al suono. Ma è ancora presto per tirare le somme sul sound generale del disco, ci sono ancora molte sorprese! Gli amanti del nostro lato elettronico non saranno delusi.

Parlaci del video di I’m the Apocalypse now: un’immagine fissa di un arcobaleno e di un cielo solcato da lampi improvvisi e alla fine una sorta di fuga tra i boschi. La mia interpretazione si allontana molto dal senso reale che volevate dargli?
Questi non sono videoclip intesi in senso classico, ma piuttosto mi piace definirli cartoline sonore: accompagnano la musica senza prevaricarla aiutandoci a comunicare le sensazioni e l’atmosfera ricercata. Sono cartoline sonore anche per motivi di budget. Non avremmo mai potuto permetterci sette video “professionali” quindi abbiamo deciso di arrangiarci con mezzi modesti e collaborazioni spontanee puntando sull’evocazione e non sulla tecnica. In perfetto stile decrescita. Per quanto riguarda il video di I’m the Apocalypse now, direi che la sensazione è arrivata! All’interno del bosco non si svolge però una fuga, bensì una ricerca che termina con il ritrovamento di un pezzo di consapevolezza capace di ridonare luce all’ambiente cupo. E questo è solo l’inizio di un lungo percorso.

Quest’estate il Sergente Roma (Omero Vanin) ha abbandonato la navicella spaziale e al suo posto è salito a bordo l’Ammiraglio Mauro Dix (Mauro Franceschini). Che effetto ha avuto questo cambio di line-up sul viaggio interstellare della ciurma?
Il Sergente Roma si è congedato con onore dopo sei anni di vita condivisa non per abbandonare la musica, ma per dedicarsi a esperimenti sonori direi quasi mistici. Ora costruisce arpe a vento e altri strani strumenti che nascono tra le sue mani. Mai congedo fu più motivato!
Poi la fortuna e il caso hanno voluto che l’Ammiraglio Mauro Dix incrociasse il nostro cammino proprio nel momento del bisogno, portando nuova linfa ed energia al nostro equipaggio. Devo dire che l’alchimia è stata subito delle migliori e anche da questo è scaturita la voglia di lavorare a una nuova uscita. Potrete costatare questa nuova energia con le vostre orecchie nei prossimi sbarchi dal vivo della ciurma!

Avete sempre puntato su un look particolare, esibendovi con una sorta di tute spaziali. Quanto è importante secondo te l’apparire per una band?
Direi che nel nostro progetto è sempre stato importante riuscire ad evocare l’indispensabile immaginario spaziale anche attraverso gli occhi… non potevamo raccontare di ufo, radar, piloti ed inseguimenti aerei senza un degno apparato costumistico e scenografico. Ma non è una regola, anzi… dipende dal tipo di band e dal tipo di spettacolo che vuoi portare in scena. Noi ci siamo divertiti un bel po’!

State già lavorando sul futuro dei Captian Mantell?
Mi auto cito: FUTURE IS WHAT WE ARE DOING NOW! E, in effetti, stiamo lavorando al nostro presente per fare in modo che diventi futuro. Per ora la priorità è 7TIMES7 con i suoi relativi sette brani e sette video che sono già di per sé un bell’impegno. Stiamo anche lavorando ad un tour internazionale per il 2013 in combo con Sophie Lillienne e con la collaborazione di Indiemeno Booking Agency. E poi ci sarebbe quella cosa col piano… e quella con gli strumenti autocostruiti, e poi…

Seven Times Seven – Streaming

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