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Raccolta spontanea per l’Emilia: resoconto

RESOCONTO: Una raccolta spontanea per l’Emilia
___qualcosa che serva (mai abbastanza)___


Eccoci qui, un po’ storditi, un po’ più lucidi e coscienti. Sabato 23 Giugno abbiamo plasmato i nostri intenti coordinando e partecipando alla raccolta spontanea di beni per l’Emilia (Info QUI)

Sabato 23 Giugno
Ore 9:00-13:00 – ricevimento e catalogazione beni; registrazione partecipanti alla raccolta (elenco completo beni raccolti: LINK)
Ore 14:30 – partenza di due squadre:
-Pasquale e Federico su un’auto piena come non mai, in direzione Mirandola per consegna beni nel “campo La Favorita” (referente Roberto);
-Emanuele, Enrico, Valentina, Irene con camioncino e un’auto, in direzione Rovereto sul Secchia per consegna beni al “campo Aurelio”, “campo Primavera”, “campo Dino & Niki”, “campo Canova Rovereto”, “campo Fosse Ardeatine” e “Campo Chiesa Nord 15” (si ringrazia di cuore Aurelio che ci è salito con noi sul camioncino e ci ha guidato passo passo).

Domenica 24 Giugno
Ore 10:00 consegna al magazzino “ex Del Monte” di San Felice sul Panaro di un gazebo, vestiario, pannolini, materiale di cancelleria e giochi per bambini.

Per noi è stata un’esperienza molto forte. Vedere e sforzarsi di capire, ricevere tutti quei ringraziamenti, “lottare” contro l’imbarazzo di certi anziani che avevano timore a chiedere aiuto, ascoltare i racconti, respirare la frustrazione e la speranza, sorridere tutti insieme, divertirsi insieme ad un bambino con un gioco appena donatogli, accarezzare gatti e cani (anche loro sono terremotati, sì), conoscere direttamente le persone alle quali si è donato qualcosa, preparare e consegnare direttamente nelle mani di Martina un rifornimento di cibo senza glutine per lei fondamentale, ascoltare per un’ora i sogni ed i progetti di chi vuole ricostruire la propria comunità prima dei palazzi.

Abbiamo preso tanti contatti, seguiremo ogni giorno gli sviluppi e le dinamiche degli eventi. Nel nostro piccolo continueremo a contribuire con forze, conoscenze, capacità economiche, volontà e rispetto.
Speriamo che la nostra azione (che qui non si fermerà) sia servita anche a stimolare tanti: bisogna vedere, agire, fare uno sforzo empatico, comprendere. Tutti lo possono fare e di tutti c’è bisogno!
Qui di seguito indichiamo alcuni link e stralci di comunicazioni che riteniamo significative.
Non è un elenco esaustivo: è solo ciò che abbiamo toccato con mano.

Mirandola: Una speranza per mirandola
https://www.facebook.com/groups/323777877698449/

Rovereto sul Secchia: Gli incamminati… dopo il terremoto!
https://www.facebook.com/groups/318690114887785/

Rovereto sul Secchia: Campo Chiesa Nord 15
campochiesanord15.wordpress.com

San Felice sul Panaro
terremotosanfelice.org

Mappa campi autogestiti di tutta la zona colpita: www.terremotoemilia.com

Ora basta con le nostre parole

se non per i doverosi ringraziamenti a tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta e chi ci ha aiutato a diffondere la notizia; esortiamo loro e chi ancora può fare qualcosa (un “like” su FB purtroppo non basta), a leggere queste parole scritte in una tenda.

[…] Bisogna che la gente rifletta sulle parole “non avere più casa”. Gli inglesi sono più dettagliati, e chiari, parlano di “house” e di “home”, bene, molti di noi hanno perduto sia la “house”, che la “home”, e quando si parla di “aiuti”, secondo me bisogna partire da qui.
“House” sono i bisogni elementari, ripararsi da acqua, freddo, caldo, insetti, rumore e dalla confusione. Sono bisogni fisici, elementari, di tipo sia fisico che psicologico, diciamo psico-fisico, perchè sono molto correlati.
“Home” è tutto un’altro mondo. E’ il sentirsi a casa, sono quelle cose, piccole o grandi, nelle quali si raccoglie il ricordo, l’epica, la storia propria e degli antenati, l’identità per sè stessi, e verso gli altri, i simboli di appartenenza culturali, i simboli di status, i supporti materiali per essere riconosciuti sia come identità personale, che come inclusione in un ruolo personale, parentale, sociale, lavorativo, morale, filosofico.
[…] Se non avete mai vissuto l’esperienza direttamente, cercate di mantenere un dubbio, una riserva mentale, cercate di non dare per scontato niente, nei vostri giudizi, su “come si sentono i terremotati”.
E se amate la ricerca della verità, ma avete dei dubbi sul fatto di non poter capire una cosa su cui non avete esperienza diretta, venite un week-end a vivere da noi, come nostri ospiti, vi offriamo una tenda tutta per voi, e vi garantiamo che le emozioni con cui sarete a contatto non fanno parte del repertorio dei campeggi.
Non fate l’errore di maturare un giudizio leggero e di cavarvela con qualche espressione tipo “eh, si, che tragedia infinita… povera gente…”.
Prima di dire “voglio aiutare”, fate un percorso dentro di voi, e cercate di dare un complemento grammaticale alla vostra intenzione. Rendetevi conto che forse, prima di pensare a “cosa posso fare”, c’è una domanda più importante: “Chi è, come vive, cosa ha perso la persona o la famiglia che voglio aiutare?” […]
Io sono vivo per caso, perchè ho evitato il crollo del soffitto per qualche secondo. Perciò ho un senso chiaro delle cose, abbiamo la famiglia salva, e non possiamo non sorridere.
Sappiamo benissimo che il nostro futuro, il nostro lavoro, la qualità della nostra vita materiale e spirituale dipenderà quasi esclusivamente dalla possibilità di ricostruire la nostra comunità.
Infatti, non ci attendiamo molta comprensione da parte di chi, non avendo perduto la casa, non ha trovato il tempo di fare un giro dalle nostre parti. Leggere un giornale, guardare la televisione, non sono mezzi sufficienti per capire, dunque non ci aspettiamo che la gente sappia davvero, che conosca, che capisca cosa significa esattamente fare questa esperienza. Naturalmente, siamo onesti: non lo abbiamo capito noi stessi, rispetto ai fatti dell’Aquila, e ci sentiamo in colpa per questo, ma lo riconosciamo, e lo vogliamo testimoniare.[…] – Marco Zelocchi (campochiesanord15.wordpress.com/)

A questo link è possibile scaricare l’elenco dei beni consegnati con la nostra raccolta

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