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Childhood’s End – Ulver

Sono al nono album gli Ulver con Childhood’s End. La strada percorsa dai lupi norvegesi è stata molto lunga e ricca di trasformazioni, a partire dal 1992 sino ad oggi. L’inizio della loro carriera si caratterizzava per sonorità black metal: erano i maghi delle energie plumbee ed abissali, degli affondi di chitarra e voce veloci e cangianti, come in Bergtatt del 1994. Si susseguono gli anni, varia la formazione del gruppo, le contaminazioni si infittiscono. Il metal non è più solo metal, nessuna categoria li può definire, il loro stile viene descritto solo da tutto ciò che è infezione di suono altro, suoni al margine che aprono scenari naturali e sconosciuti. Shadows of the sun, del 2007, ne è l’esempio più lampante. La sperimentazione fa parte della ricerca dell’origine, di una qualche natura primigenia celata dalla materia, custodita nelle ombre delle cose attorno a noi, e le trame folk avvicinano a questo impulso mistico.
Nel 2012 gli Ulver si cimentano in un lavoro di riarrangiamento di alcuni classici della musica psichedelica. Lasciata da parte l’elettronica pioneristica, il gruppo si dedica alla cura di una voce piena accompagnata da cori che mantengono nel timbro l’eco delle foreste lontane ed impenetrabili. Ed ecco, allora, ritroviamo la trasognata Today dei Jefferson Airplane riproposta molto fedelmente, come pure la perfetta figlia dei fiori Street song dei The 13th Floor Elevators. Nel repertorio c’è anche la cavalcante perla del ‘66 I Had Too Much To Dream Last Night degli Eletric Prunes. Fedele all’originale ma dai toni più scuri la nostalgica Where is yesterday degli United States Of America. Un ponte col passato della musica psichedelica e forse anche col passato della stessa natura umana: la modernità degli Ulver fa sì che sonorità di un’altra epoca vengano rielaborate attraverso armonie sottili e personalissime. Un album cover rispettoso dell’armonia decadente degli anni Sessanta e Settanta, che dimostra la cura del gruppo per la resa strumentale, così come la capacità di mettersi alla prova nella ricerca instancabile musicale e spirituale.

Credits

Label: Jester Records – 2012

Line-up: Ulver

Tracklist:

  1. Bracelets Of Fingers (The Pretty Things)
  2. Everybody’s Been Burned (The Byrds)
  3. The Trap (Bonniwell’s Music Machine)
  4. In The Past (Chocolate Watchband)
  5. Today (Jefferson Airplane)
  6. Can You Travel In The Dark Alone? (Gandalf)
  7. I Had Too Much To Dream Last Night (Electric Prunes)
  8. Street Song (The 13th Floor Elevators)
  9. 66-5-4-3-2-1 (The Troggs)
  10. Dark Is The Bark (Left Banke)
  11. Magic Hollow (Beau Brummels)

Link: Sito Ufficiale

Magic Hollow

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