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La mia musica è qualcosa di scarno, acquerellato: intervista ad Andrea Cherchi (Was)

was_inter01Da un po’ di tempo la Canebagnato Records si distingue per le sue produzioni che non passano certo inosservate. Non poteva essere altrimenti con l’abum di Was, al secolo Andrea Cherchi, ventitreenne cantautore cagliaritano che ha da poco pubblicato il suo album d’esordio, After Dinner. L’etichetta milanese l’ha incluso nella collana limitata Box Series. After Dinner è un album notturno, dalle atmosfere oniriche, ovattate. LostHighways ha colto l’occasione per farselo raccontare direttamente da Andrea Cherchi. (Hide è in streaming autorizzato)

Qual è il percorso che ti ha portato ad essere un musicista e come  Andrea Cherchi è diventato Was?
La musica mi piace da sempre. Da piccolo mettevo parole a caso sulle basi delle canzoni del karaoke e le registravo su un mangianastri. Poi mi hanno regalato una chitarra che ho imparato a strimpellare. Dopo un’esperienza di un paio d’anni in una band con due amici ho provato a buttar giù qualche canzone da solo, così da li a poco si è concretizzato il progetto Was. Il nome non ha un significato particolare.

Dopo diverse autoproduzioni sei finalmente arrivato al tuo primo disco sotto un’etichetta. Come sei approdato alla Canebagnato Records?
Dopo essermi comprato un registratore multitraccia portatile ho iniziato a registrare molte cose che poi spedivo per mail o passavo in cd ad amici soprattutto (è una cosa che ancora mi piace fare). L’idea di un disco vero e proprio è nata con la collaborazione con i Diverting Duo. Dopo averlo registrato (allo Sleepwalkers di Guspini) l’ho mandato ad una dozzina di etichette e tra quelle che mi hanno contattato la proposta Canebagnato è quella che ho preferito. Gestiscono tutto con molta passione e genuinità!

Nel tuo album After Dinner si sentono echi di Nick Drake, del folk di stampo statunitense di Lanegan, ma anche un pizzico di psicadelia di scuola barrettiana. Quali sono gli ascolti che hanno maggiormente influenzato il tuo sound?
Ascolto molta musica. Mi vengono in mente tanti nomi: Syd Barrett, Nick Drake, Tim Buckley (da Happy sad a Starsailor), Smog, Oldham, Sparklehorse, Jim O’Rourke, i For Carnation, David Pajo, Chet Baker, Joao Gilberto. La lista potrebbe continuare, non so chi mi abbia influenzato.

Le atmosfere ovattate del tuo album sono impreziosite dalla presenza di Sara Cappai e Gianmarco Cireddu (meglio conosciuti come Diverting Duo). Com’è nata questa collaborazione?
Appena ascoltati ho pensato di proporre loro la collaborazione. A loro piaceva la mia musica e così abbiamo fatto qualche prova. Da lì a poco sono arrivati un paio di concerti e abbiamo registrato il disco. Li stimo molto.

was_inter02Siccome trovo interessanti l’accostamento e la contaminazione tra le varie arti, ti lancio una piccola sfida: prova a dipingere la tua musica.
Non so… qualcosa di scarno… acquerellato. Ma è meglio ci provi qualcun altro e io continuerò a suonarla!

Sei al tuo primo album, un passo importante per un artista. Credi che sia ancora possibile in Italia decidere di fare dell’arte un mestiere senza scendere a compromessi?
Credo non sia mai stato facile in Italia fare dell’arte un mestiere! E finché i cinema continueranno a riempirsi a fine anno per i cinepanettoni le cose non cambieranno.

Come sarà il futuro di Andrea Cherchi?
Spero concerti, qualche album. Ho tante canzoni nuove. So per certo che stasera cambierò le corde alla chitarra, mi accontento!

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