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Del nostro tempo rubato – Perturbazione

delnostrotemporubatoScatoloni. Scotch. Questo sì, questo no. Scegliere cosa tenere. Cosa portare, via. E’ la dinamica del trasloco, fisico ed emotivo. Metafora per un disco. Momento di passaggio, di cambiamento, di bilancio. Sul tempo, anche. Sul tempo rubato. E ai Perturbazione ne è stato portato via parecchio. Eppure hanno resistito. Hanno conservato. Hanno ricordato. Come? Come capita a chi porta nel cuore il dono di potersi esprimere in modo speciale, con la Musica. Dunque sentendo nel profondo melodie dolcissime, e disegnando sui fogli dei giorni parole docili e morbide. Così morbide che sanno raccontare la malinconia e il disagio senza fare troppo male.
Dopo tre anni, la band di Rivoli torna. Fiera, libera e audace. Poco contano le difficoltà subite perché la reazione è stata delle migliori, e fa rima con quell’indipendenza delle intenzioni e delle azioni che solo in pochi sanno avere. Chi se ne frega dell’era del digitale. Chi se ne frega della velocità di fruizione dei prodotti e della vacuità dei dischi costruiti secondo presunte logiche di piglio. I Perturbazione non procedono per sottrazione, non limano per fingere. Loro lasciano sedimentare lo sguardo, gli imprevisti, le gioie, i pianti, la tristezza, le partenze, il traffico, la rottura con la EMI, gli abbandoni, i figli, gli spettacoli teatrali, le parentesi in acustico, i preliminari e l’ansia da prestazione, i libri… il tempo rubato. E tutto finisce dentro le canzoni, dentro un disco corale. Perché ciascuno è uscito dal ruolo solito, mischiando le parti. Il risultato è un’addizione di umori, emozioni, colori, generi e riflessioni: 24 è il numero dei brani per Del nostro tempo rubato. Un disco doppio, pensandoci. Ogni scetticismo per una tracklist tanto estesa è del tutto divorato dal piacere di un ascolto che si fa scoperta, sinusoide di ritmi e orizzonti. Spazio ai passaggi di elettronica, al punk, alle atmosfere acustiche, alle melodie elettriche, alle virate di un’allegria da tropici. E questa volta più che di maestri del pop, si può parlare di giocolieri del rock… se è vero che il rock è modus operandi che mischia ambizione, sfida e integrità. Il viaggio nel mondo di questo disco è fatto di scoperte e conferme, di ritornelli geniali, di strofe che ti somigliano, di code lievi che ti commuovono, di ironia sottile che ti incontra, di scherzi improvvisi che ti chiamano, di intensità emotiva che ti riempie. Una galassia infinita dove sai orientarti, perché loro sanno essere diretti, senza filtri. E usano gli incantesimi della semplicità per ricordarti chi sei. Semplicità che è purezza, non banalità. Non è possibile preferire delle canzoni di queste 24, si finisce con l’amarle tutte per motivi diversi. Perché sono oneste, sia che scavino le parti di dentro sia che guardino alla degenerazione di un’Italia alla deriva. Ti ancori a Istruzioni per l’uso, Mondo Tempesta, L’elastico, Last minute, Titoli di coda, L’Italia ritagliata, Del nostro tempo rubato, Esemplare… ma poi riprendi il largo e ti ancori alle altre, ricominciando. E Io sono vivo voi siete morti (brano scritto, musicato e cantato da Gigi Giancursi) sa rimandare a Philip K. Dick per una riflessione amara e obbligata.
Tornano con la vecchia etichetta di un tempo: Santeria. Scelgono di collaborare con Fabio Magistrali per la produzione artistica. Trovano un posto per Dente, Deian, Enrico Allavena e Paolo Parpaglione. E firmano uno dei più bei dischi del 2010, senza alcuna riserva.
Attenzione: fragile. E dalla fragilità si svela la Bellezza e la Forza. La forza di indignarsi e resistere: “Non è la fatica / è lo spreco / che mi fa imbestialire”.

Credits

Label: Santeria/Audioglobe – 2010

Line-up: Tommaso Cerasuolo (voce) – Elena Diana (violoncello e voce) – Gigi Giancursi (chitarre e voce) – Cristiano Lo Mele (chitarre e tastiere) – Rossano Lo Mele (batteria) – Alex Baracco (basso); ospiti: Dente (cori in Mondo tempesta e voce ospite in Buongiorno buona fortuna), Deian (cori e voce ospite in La fuga dei cervelli), Enrico Allavena (trombone in Del nostro tempo rubato e La fuga dei cervelli), Paolo Parpaglione (tromba in La fuga dei cervelli); registrato da Cristiano Lo Mele con Gigi Giancursi nel Garage Ermetico (Collegno, Torino), tranne Vomito! registrata in presa diretta da Fabio Magistrali e Del nostro tempo rubato registrata in presa diretta da Maurizio Borgna; mixato tra febbraio e marzo 2010 da Fabio Magistrali con Cristiano Lo Mele e Gigi Giancursi nel Garage Ermetico; produzione artistica di Fabio Magistrali con Cristiano Lo Mele e Gigi Giancursi; masterizzazione a cura di Maurizio Giannotti (Newmastering Milano) con Fabio Magistrali, Cristiano Lo Mele e Gigi Giancursi; packaging e grafica di Tommaso Cerasuolo con i Perturbazione.

Tracklist:

  1. Istruzioni per l’uso
  2. Mondo tempesta
  3. Del nostro tempo rubato
  4. Vomito!
  5. Mao Zeitung
  6. L’Italia ritagliata
  7. Revival revolver
  8. Buongiorno buonafortuna
  9. Primo
  10. Il palombaro
  11. La fuga dei cervelli
  12. Partire davvero
  13. Io sono vivo voi siete morti
  14. Esemplare
  15. Promozionale
  16. Niente eroi
  17. La canzone del gufo (Bohemian Groove)
  18. La cura del sonno
  19. L’elastico
  20. Cimiterotica
  21. Come in basso così in alto
  22. Musica leggera
  23. Last Minute
  24. Titoli di coda

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