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Clues – Clues

cluesOramai quello di Constellation è un vero e proprio marchio di qualità. La politica dell’etichetta fortemente radicata sul territorio di Montreal, a promozione e sostegno delle innumerevoli realtà locali ben più che interessanti, sembra essere decisamente vincente. Ciò che c’è di certo e ben tangibile è che tutte le band, pur ognuna con la propria peculiarità e originalità, elevano la qualità e la bellezza a linea guida, fattore unilaterale che le accomuna. Una bellezza insita già nelle splendide confezioni in cartone che mirano a farsi emblemi di una politica che tende ad enfatizzare la bellezza materiale del disco come oggetto, ma senza alimentare un mercato collezionista con edizioni limitate o diverse da tiratura a tiratura. E di certo quella di Montreal non è una scena indie povera di talenti, ma si pone addirittura tra le più ricche e prolifiche al mondo, se si pensa che band quali Arcade Fire, Unicorns, Goodspeed You! Black Emperor, The Stills, The Dears, Black Ox Orkestar hanno mosso i loro primi passi proprio in terra canadese. E di fatti i due membri fondatori dei Clues, Alden Penner e Brendan Reed, non sono del tutto novelli verso certe esperienze di rock, avendo in passato hanno militato rispettivamente proprio nei The Unicorn e negli Arcade Fire. Ma Clues è un progetto a sè stante e nulla ha a che vedere col passato; e come ogni nuova proposta di Constellation si presenta assolutamente degna di nota. Ciò che stupisce sin dall’inizio è la quasi totale assenza di punti di riferimento stabili in un disco che di tutte le influenze si nutre per contornare e dare forma a edifici unici, singolari. Bastano i primi secondi sfasati dell’apripista Haarp perché l’idea del capolavoro inizi a gironzolarti in testa finchè arriva il momento in cui quell’arpeggio di chitarra si armonizza a perfezione con basso e batteria prima di dare adito a una coda in stile quasi punk rock. I dubbi iniziano a diradarsi. Quest’esordio dei Clues è un lavoro in cui le melodie spesso viaggiano al confine tra la consonanza e la dissonanza; una dissonanza che sa dare una propria personalità ora alla voce, ora alla chitarra, e sa essere usata per trascendere il concetto comune di bellezza (Remember Severed Head). Un disco nel quale, nonostante la prensenza del piano e di rari fiati e archi solitari di tanto in tanto, non si ha bisogno di altro che una chitarra, un basso, una batteria e una voce per rendere le suggestioni e le atmosfere più disparate, che siano il maestoso senso antico e misterico di ciò che è sacro (Approach The Throne) o la magniloquenza orchestrale che risponde al fascino puro e saggio della chitarra classica (Ledmonton). Un disco che sa anche rallentare e rendere le atmosfere tra il dolce, il sognante e il vagamente inquietante, tra suoni che evocano carillon e il gioco di voci estranianti (In The Dream), sa rendere la delicatezza semplice e dolce delle nenie malinconiche tra suggestioni shoegaze e melodico-corali (You Have My Eyes) e il senso di soffice dondolio delle ninnananne acustiche (Elope). Perfect Fit è una sorta di suite che tra cambi di tempo, ritmica, suggestioni, umori e generi si mostra come assoluto capolavoro. Ma Clues è un lavoro che nemmeno dimentica le sferzate più tipicamente indie rock classico alla Modest Mouse (Cave Mouth), né tralascia il sentimento più sincero intriso nella voce struggente e appassionata e nelle tenui melodie del piano nella ballata pop finale tra Radiohead e Coldplay (Let’s Get Strong).
E allora merito alla Constellation che davvero non sbaglia un colpo e sa porsi come punto di riferimento per l’espressione delle potenzialità infinite di Montreal e non solo. Ma merito soprattutto ai Clues che rimangono di certo tra le uscite più interessanti di quest’anno, dimostrando quanto ancora abbia da dire la musica indipendente al mondo. Al di fuori dei concetti, oltre le strutture. Intanto non vediamo l’ora di vederli live. Magari in Italia!

Credits

Label: Constellation – 2009

Line-up: Alden Penner, Brendan Reed, Ben Borden, Lisa Gamble and Nick Scribner; guests: Thierry Amar, Noah Cannon, Nathan Gage, Ben Howden, Louisa Sage

Tracklist:

  1. Haarp
  2. Remember Severed Head
  3. Approach The Throne
  4. In The Dream
  5. You Have My Eyes Now
  6. Perfect Fit
  7. Elope
  8. Cave Mouth
  9. Crows
  10. Ledmonton
  11. Lets Get Strong

Links:Sito Ufficiale

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