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Proiettili buoni – Proiettili buoni

Sguardi suonati bene, su cui scivolano, umorali, le linee delle mani liberate dal palmo, annodate in pietre, affusolate come proiettili. Parafrasando Poesia cieca (lacrima di bellezza che scivola su uno sguardo suonato bene che sciocca il mio cieco sapere), immagino un dettaglio di cerchi che si perdono dal centro di una pozza di memoria fino alle sponde di uno sguardo, uno solo, attento alla luce perché possa significare ombre ragionevoli, lacrime sensate, fantasmi contro cui specchiarsi, che ti spezzino il fiato in due. Sguardi suonati bene, accordati alla nota leggiadra di un gioco che non approva le regole dei battuti, dei vincitori, che non ha regole, che posa gli accenti sulla prima sillaba di parole venute a galla altruiste, buone, istintive, saggiamente confuse. Dieci canzoni come dadi, ogni dado sei facce, quattro strumenti e due voci. Dieci canzoni e una pistola puntata alla tempia sinistra dell’assenso, dell’utile, del vincolo, delle aspettative: siamo intelligenza da sparo (Proiettili buoni) e ci è concesso dire di no, ubbidire alla schizofrenia dell’attimo, della rivelazione. Proiettili buoni ride, riflette, indaga, conta, indugia, confessa. Proiettili buoni colpisce, ferisce ma non offende; è un non-album che rivela piacere, complicità, insofferenza, la giusta dose di leggerezza. Nato controvento, controtempo, fermo immagine dell’incontro complice fra Marco Parente, Paolo Benvegnù, Gionni Dall’Orto e Andrea Franchi, è un concerto d’emozioni in presa diretta, che suona di petto, che lascia alle chitarre tutto lo spazio che desiderano prendersi, che non trascura i dettagli degli apostrofi di voce, il melodioso scomporsi dei periodi in rintocchi fotografici. Come un coltello e Farfalla pensante (Marco Parente, Trasparente – 2002) rivivono, trasfigurate e maschera, in Ragazza 1 e Ragazza 2, ed è come se tutto il loro corpo, il loro peso d’amanti, di fuggitive, desiderasse arrendersi al vento, al volo; desiderasse prendersi una rivincita di normalità, di silenzio sul rumore di sottofondo dei debiti, delle promesse (Karma Parenti). Le voci di Paolo Benvegnù e Marco Parente giocano a salve con il tormento, con la rabbia, con la delusione, con l’incanto, vibrando contrasti appassionati, malinconiche alchimie timbriche. Rock d’autore passato al setaccio dell’urgenza, manipolato e deglutito dall’eccezione, dalla morbidezza di idee intuite prima che la fermezza le imprigioni. Rock per ascoltatori attenti, curiosi di rinascere coriandoli (Colori addosso), di riscoprire il lusso dell’innocenza, della perdita di equilibrio, del sapere degli occhi.

Credits

Label: Black Candy – 2008

Line-up: Marco Parente (chitarra, voce) – Paolo Benvegnù (chitarra, voce) – Gionni Dall’Orto (basso) – Andrea “Druga” Franchi (batteria); special guest: Erika “Mezzanera” Giansanti (viola – tracks 8, 10); Registrato in presa diretta al Viper Tetre di Firenze da Marco Tagliola; Prodotto da Marco Parente e Marco Tagliola

Tracklist:

  1. Proiettili Buoni
  2. Ragazza 1
  3. Ragazza 2
  4. Colori Addosso
  5. Poesia Cieca
  6. Il Deserto Cammina
  7. Carne In Scatola
  8. Karma Parenti
  9. Anni In Tasca
  10. Fermo Immagine

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