Uno spazio aperto. Uno spazio libero. Uno spazio alla ricerca dell’arte in senso vitale. Questo è stato il festival Happy Colors For Happy People, tenutosi il 4 e il 5 luglio a Trentola Ducenta (nella provincia di Caserta). Nello stadio comunale un corona di stand ha dato vita ad una mostra fotografica e ai perimetri dedicati alle rappresentanze dei prossimi eventi campani, tra cui il Farc!Sentire, L’Atellana, lo Stone Free Festival, il Six Day Sonic Madness: vitalità, forza, coraggio, aggregazione, scambio di vedute, amore e passione per la musica, quella degli emergenti e quella di gruppi che saranno i padrini di un’aria creativa che ha voglia di esplodere e vincere contro i bavagli di regole definite.
Il modo più intenso di vivere un festival: incontrarsi, riconoscersi, abbracciarsi e raccontarsi la voglia di andare avanti e contro mancati finanziamenti e ostacoli dell’ultimo momento. La polvere del campo di calcio si attacca ai pantaloni, complice l’afa; la luce soffusa ovatta i contorni; un pezzo di luna bacia un frammento d’estate di svolte, distanze, ritorni; i colori luminosi illuminano il palco e assorbono i pensieri che sembrano voler una sola direzione proibita.
La notte apre il suo ventre ad uno spettacolo musicale di altissimo livello emozionale. Il rumore trova le sue pagine, le macchia e le strappa: è la storia di quel rock che non trova mai spazio.
Si scaglia la freccia del post-rock più cupo e si concede una bolla di attimi splendidi al folk, al punk, allo shoegaze. Una musica che richiede attenzione e riflessione interiore. Una musica per chi ama ascoltare ed immergersi in fondali segreti.
La scena è per il meglio della musica campana che osa un ruolo di primo piano, lo pretende, lo accarezza ma sa morderlo.
Le due serate hanno visto susseguirsi: Mr. Milk; Microlux; Iristea; Miriam in Siberia; A boy with glasses; la triade meravigliosa composta da La Calle Mojada, Il Cielo di Bagdad, Anewdamage. Il culmine con i Disco drive che con il loro sperimentale indie-rock hanno entusiasmato la folla come accade anche all’estero, e con i port-royal che, proponendo un sound ibrido e saturo di elettronica onirica, sono stati l’ulteriore chicca della manifestazione: due gruppi che esportano meritatamente il verbo della scena talentuosa dell’underground italiano.
Con pochi mezzi l’Happy Colors For Happy People si è rivelato una scommessa vinta ed una speranza per chi crede in una musica diversa. Una musica che sappia essere espressione d’arte e non inutile prodotto di consumo alienante. (Lost Gallery)