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Il film “Non pensarci” e il tuffo sulla folla come metafora di fiducia

LostHighways ama cercare la bellezza nelle piccole imprese, in quelle sfide d’arte in cui è l’intelletto e la passione che conducono al paradiso dei sensi e non il manierismo forzato da liquidità di produzioni faraoniche. Ci sono film che ti restano per immagini particolari, battute secolari, interpretazioni magistrali e ci sono film che ti folgorano con la colonna sonora, dove ogni scelta associativa è una suggestione, è una voluta contaminazione audio-visiva con un unico fine: pieno coinvolgimento del fruitore. Non pensarci, opera seconda del regista emergente Gianni Zanasi, è uno di questi film.

Una colonna sonora che spazia nel mondo della musica a 360° senza porsi limiti e gabbie di genere, tutto al servizio dell’immagine. La storia è bellissima nella sua semplicità. Il nucleo tematico è incentrato su Stefano Cardini (n.d.r. magistrale Valerio Mastrandrea ritornato ai livelli di Tutti giù per terra) che suona da quando aveva cinque anni e passo dopo passo ecco che dal conservatorio è finito col diventare una piccola star del punk rock indipendente. Ma i tempi delle sue foto in copertina sono passati e adesso a trentasei anni si guarda intorno: suona con dei ventenni invasati, a casa non ha più né fidanzata né letto dove dormire, gli è rimasta giusto una chitarra e un’auto con le portiere che non si aprono. Ha bisogno che qualcuno si occupi di lui e decide di tornare dalla sua famiglia a Rimini. Alla fine in un’ironica, a tratti surreale, provincia (la scena del sensore di velocità fuori al bar resterà cult!) scopre che deve occuparsi lui della famiglia ed è proprio qui che ritrova se stesso e riacquista la fiducia di tuffarsi di nuovo sul pubblico. Il film ruota intorno all’immagine del tuffo come metafora della fiducia verso gli altri (che ti dovrebbero sorreggere) e quindi verso te stesso. Queste righe non vogliono essere una recensione del film ma vogliono evidenziare le azzardate scelte dei brani della soundtrack che risultano ben uncinate ai momenti topici del film. Il protagonista star punk non può che essere accompagnato nelle varie sequenze da brani di musica indie come: D e A Scratchy Wed degli italiani Merci Miss Monroe e Stab City degli Hot Gossip (n.d.r. tutte band sotto l’egida della Ghost Records); February Lullaby dei Les Fauves della Urtovox; Let The Cool Goddes Rust Away e Over And Over Again degli americani Clap Your Hands Say Yeah. C’è spazio anche per un gruppo unsigned, Atomic Dog che è quello che accompagna Stefano Nardini sul palco. Quindi il film scivola tra arie della Traviata di Verdi, costeggiando un notturno di Chopin di fianco a un blues americano degli anni cinquanta, quindi su un pezzo particolarmente ispirato di Giuliano Taviani, per dirigerci alla fine dritti ad Agnese dolce Agnese di Ivan Graziani. Il tutto è senza calcolo, si vede la purezza e la naturalezza delle scelte, l’armonia degli intenti del regista e degli attori nel portatci per mano in un viaggio come ha affermato lo stesso regista: “E se i film fossero invece più vicini a una canzone che a un articolo di un giornale o a una seduta di marketing? E se fossero semplicemente come dei viaggi? Né più né meno. Sai quando prendi lo zaino o una valigia ecc…?”. Andate a vederlo prima che sia tardi, prima che si accorgano che fa riflettere. Questo film è come un disco indipendente… è tanto bello quanto distribuito male.

Regia: Gianni Zanasi
Sceneggiatura: Gianni Zanasi
Scenografia: Roberto De Angelis
Musiche: Merci Miss Monroe ,Atomik Dog ,Les FAUVES
Anno: 2007
Nazione: Italia
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 105′
Data uscita in Italia: 04 aprile 2008

Non pensarci – Trailer


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Un solo commento

  1. “Questo film è come un disco indipendente… è tanto bello quanto distribuito male.”

    dopo aver letto questo focus però, vien proprio voglia di darsi da fare e cercarlo!

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