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Made of Brick – Kate Nash

Camminavo per le strade di Londra e un motivetto mi ronzava in testa da quando ero sbarcato. Faceva freddo, avevo accanto a me la mia strega che mi sorrideva, amici che facevano casino, il 2008 che sarebbe arrivato entro pochi minuti e qual maledetto motivo che ancora mi martellava.
Allo scoccare della mezzanotte esplode la pazzia e da un megaschermo che trasmetteva video musicali, ecco arrivare quel motivetto.
Era destino. Al ritorno, in aeroporto, fra gli altri, compro anche Made Of Brick di Kate Nash.
Lo porto a casa e lo ascolto per un paio di giorni, poi per un altro paio, poi ancora e improvvisamente diventa la colonna sonora del mio tragitto casa-lavoro.
Perché? Perché è allegro e simpatico! Un disco intriso di semplicità pop da lasciare felicemente colpiti. Tutto basato su motivetti intriganti accompagnati dalle note di pianoforte della Nash e dalla sua vocina indisponente e nervosa.
Sin dal primo brano, Play, in cui si riscontrano divagazioni elettroniche solo accennate, scopriamo man mano un’atmosfera che diverte e coinvolge, lascia pensare e saltellare.
Questa ragazzona rossochiomata, grassottella e dalla faccia furba, che nei video indossa improbabili e imbarazzanti calze rosa shocking e vestitini rosso fuoco, ha il senso della musica nella sua eccezione più easy listening!

Foundation, la canzone che mi ha tartassato in Inghilterra, è un esempio di come piano, basso e batteria possano creare un sound intrigante e accattivante. Mouthwash iniza tranquilla per diventare un caos urlato ammiccante, mentre Dickhead lascia intraveder echi della musica elettronica della fine degli anni ’90.
Un disco che resta in testa nonostante non sia un capolavoro, un disco che si fa apprezzare proprio per l’intenzione di non esserlo.
Atmosfere movimentate in cui, fra un arpeggio al piano subito incalzato dai bassi e dalla batteria, veniamo trasportati fino a Mariellla, dal cantato nervoso e sfrenato. Seguono poi Shit Song con le sue atmosfere anni ’80 e Pumpkin Soup di cui gira il video.
Un disco interessante, seppur ancora bisognoso di una conferma e in cui, in alcuni casi e per pochi secondi, si intravedono le lezioni vocali di Bjork e musicali dei Portishead.
Un disco di sicuro prescindibile ma che fa piacere ascoltare, fosse solo perché è solare.
Qualcosa di carino e allegro, fatto per non pensare poi molto nonostante i testi siano alquanto espliciti per un semplice pop.
Senza impegno eccessivo ma divertente.
Brava.

Credits

Label: Polydor – 2007

Line-up: Kate Nash (piano, guitars – acoustic & electric, percussion, synth) – Jay (guitar, tambourine, bass, synth-s, laptop) – Elliottt from that film E.T. (Drum Skills) – Meg-king Wong (Vioilin) – Brett Alaimo (Guitars)

Tracklist:

  1. Play
  2. Foundation
  3. Mouthwash
  4. Dickhead
  5. Birds
  6. We get on
  7. Mariella
  8. Shit song
  9. Pumpkin soup
  10. Skeleton song
  11. Nicest thing
  12. Merry happy

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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2 commenti

  1. Recensione fresca per album fresco!

  2. bella recensione… mette curiosità ed appassiona. grande cri

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