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Barbari – Chichimeca

Nel 2003 esce Barbari, album d’esordio dei Chichimeca, gruppo sardo formato da Claudia Crabuzza (autrice dei testi), Fabio Manconi e Andrea Lubino.
Chichimeca deriva dall’antica lingua olmeca (antico messicano) e significa barbari, proprio come il titolo del loro primo lavoro. Nelle undici tracce si sposano i ritmi mediterranei con i testi che parlano della lotta sociale degli Indios in Chiapas. Nonostante le tematiche, che pervadono l’intero CD, il disco non è manifesto politico, ma più una vicinanza d’animo alle popolazioni che combattono per la propria identità culturale e proprio in questo possiamo trovare il filo che lega il lontano Messico alla terra sarda da sempre fortemente attaccata alle sue radici e alla sua tradizione culturale. Barbari è un viaggio nei cui sentieri possiamo incontrare donne forti, risate di bimbi, dolore di uomini che lottano per non essere più invisibili.
Il viaggio inizia Viola, bellissima ballata in cui la voce calda della Crabuzza descrive con estrema chiarezza l’inquietudine di una donna che ha come unica certezza quella di non voler perdere nulla di ciò che la vita gli regala, come dice nel bel ritornello: “crescono crescono i miei fiori nella serra e non mi voglio perdere niente”. E l’inquietudine porta molte volte alla voglia di Sparire per un po’ per cercare “gente senza fretta” che “non ti chiede chi sei ma se vuoi ti puoi fermare a mangiare è poco ma è tanto per me”. Andare lontano per ritrovare se stessi, per ritrovare le proprie priorità, per chiudere una storia senza più un senso e cercare così di ridare una direzione alla propria vita.
All’interno del cd troviamo poi i ritratti di due donne forti: Ramona, la “comandanta” dell’esercito Zapatista, storia di una donna che lotta per la sua dignità di essere umano, ma allo stesso tempo resta intatta tutta la sua femminilità e i suoi sogni di donna ( “lei voleva un uomo e figli a fare il girotondo, un uomo soltanto per lei non il sogno di tutte voleva una casa in città senza zanzare” ). In questo pezzo la musica, come spesso avviene nelle ballate folk, ha un ritmo allegro e ballabile nonostante la nostalgia, chiara nelle parole, per una storia di immenso dolore. Il secondo ritratto è quello di Frida Khalo in Valse di Frida, ballata dal ritmo totalmente sudamericano che parla della storia della pittrice messicana degli anni Trenta.
Cantano ancora d’amore i Chichimeca in No te enamores , l’amore che a volte lascia solo “un graffio nel cervello”.
In Que viva Mexico si parte con una melodia dolcissima che poi diventa un sensuale ritmo sudamericano, e la voce della Crabuzza si estende in tutta la sua potenza e la sua sensualità.
In Oggi è Natale una lettera in cui senti l’odore del mare d’inverno che filtra dalle parole, una lettera per accompagnare chi si vuol bene nel suo viaggio.
Autoritratto è solo musica, solo gli strumenti che disegnano quello che ogni ascoltatore vuol vedere.
Ci sono poi due tracce in spagnolo: Mira che no, struggente lirica per un padre che sta per lasciare il suo viaggio terrenoe il figlio lo implora di restare… padre non tormentarmi proprio ora
ora che ti capisco”
; Senor comandante, storia di un comandante che ha perso i suoi uomini.
L’ultima traccia è la fine del viaggio, La nave, e come alla fine di ogni viaggio si ha la voglia di ripartire subito e quei crampi fanno pensare che sia “ansia per un viaggio finito sola sul ponte di una nave grigia”, ma forse è solo ansia per tutto ciò che si ha ancora da scoprire, è solo ansia per un nuovo viaggio.

Credits

Label: Tajrà/Audioglobe 2003

Line-up: Claudia Crabuzza (voce) – Fabio Manconi (fisarmonica) – Andrea Lubino (percussioni) – Gianluca Gadau (chitarra) – Massimo Canu (basso)

Tracklist:

  1. Viola
  2. Sparire per un po’
  3. Ramona
  4. Que viva Mexico
  5. Valse di Frida
  6. Autoritratto
  7. No te enamores
  8. Oggi è Natale
  9. Senor Comandante
  10. Mira que no
  11. La nave

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