Home / Editoriali / Alchimie fortissime: Blonde Redhead e Interpol@Sashall (FI) 12/11/07

Alchimie fortissime: Blonde Redhead e Interpol@Sashall (FI) 12/11/07

Ecco, per stilare una classifica, le cinque più memorabili fregature di tutti i tempi, in ordine cronologico:
1) Alison Ashworth
2) Penny Hardwick
3) Jackie Allen
4) Charlie Nicholson
5) sarah Kendrew.
(Alta Fedeltà – Nick Hornby)
Era Giugno, uno di quei giorni caldi, afosi. Nella noia pomeridiana pre-ferie ho scoperto che il dodici novembre a Firenze ci sarebbero stati gli Interpol.

Non ho nemmeno finito di leggere la parola Interpol che sono salita in motorino diretta al bar in cui fanno i biglietti della prevendita. Tralascio la risposta del tipo quando ho detto il nome del gruppo e la data: “CHI??? A novembre??”
Sono uscita sorridente con il mio biglietto in mano.Mi prendono a volte questi attacchi di bulimia musicale. Ho bisogno di tenere fra le mani quello che desidero. E’ più forte di me.
Ma come si inganna l’attesa poi? Perché 138 giorni sono tanti. Ho riposto il mio biglietto dentro un quaderno e l’ho abbandonato al suo fato. Quasi a volermene dimenticare. E’ passata l’estate, si è affacciato e colorato l’autunno e ha fatto capolino l’inverno.
Parto di casa verso le sei e mezzo. L’aria fredda sferza la mia faccia, il maestrale sta giocando con le ultime foglie rimaste in bilico. Per i viali gli alberi, da sotto, sembrano giostre impazzite. Riesco a parcheggiare relativamente vicino, mi sfamo con una dietetica piadina e prima delle otto e mezza sono già dentro.
La Sashall è già piuttosto affollata. Mi direziono verso la parte sinistra del palco. Relativamente vicino.
Il colpo d’occhio è piuttosto psichedelico. C’è pieno di giovani new indie o post dandy vestiti con cravattini e magliette a righe. Perdonate questa mia bassa ironia, ma sono settimane che mi diverto a parlare inserendo nel mio gergo termini che mi rimangono estranei. E stasera non posso esimermi dall’osservare tutto ciò e dall’esserne un po’ euforica. Anche il look fa parte di questo spettacolo adesso che il pubblico si è molto ampliato rispetto agli anni scorsi. Adesso che va di moda essere indie. O forse dovrei dire fa trendy essere indie… lasciamo perdere.
Prima del previsto salgono sul palco i Blonde Redhead che come band supporter mi sembrano già una premessa ottima. E’ la seconda volta che li vedo quest’anno. Gia dal primo brano rimango di nuovo profondamente colpita dalla voce di Kasu che stasera mi sembra in ottima forma, più sofficie e malinconica di come la ricordavo. In scena si muove con un’eleganza e una scioltezza unica. Ci incanta con i suoi movimenti. Le canzoni dell’ultimo album sono permeate meglio dentro di me rispetto a giugno e riesco ad apprezzarle meglio stasera. Il concerto mi sembra decisamente carico. Le luci poi contribuiscono a creare un’atmosfera di irrealtà e sospensione veramente molto accentuata. Le tinte fortissime enfatizzano i brani.
Il trio rimane sul palco per una quarantina di minuti, forse troppo pochi ma decisamente intensi.
Cambio di scena e dopo una mezz’oretta le luci si fanno di nuovo basse e tutto inizia di Blu.
E’ la prima volta che vedo gli Interpol in concerto. Ho sentito la loro musica per la prima volta tre anni fa. E non fu proprio un bell’approccio. Sono una persona piuttosto categorica, in genere, nelle cose. Sono istintiva e lo capisco subito se una cosa mi va a genio o meno. E’ una questione di sensazioni. Mi capita a volte di ricredermi, e quelle volte nascono delle alchimie fortissime. Mi è capitato con i Blonde Redhead e anche con gli Interpol.
Loro sono arrivati nella mia vita in autunno. Non mi piacevano, mi annoiavano. Non resistevo più di una canzone. Ma poi sono diventati la colonna sonora di un periodo molto felice per me. E’ stato un innamoramento graduale. Non so neanche bene quando è iniziato. Piano piano. Ho dovuto ricredermi. Mi sono affezionata a queste sonorità. Mi sono affezionata a molte parole.
Ed è con questo spirito che sono qui stasera, con la speranza di ritrovare quelle emozioni che sono legate così fortemente a queste melodie, a questo timbro di voce.
Partono con Pioneer To The Falls illuminata di blu: live è ancora più maestosa che nel disco. Daniel Kessler che è davanti a me ondeggia suonando la chitarra. Guardo le sue dita che ticchettano sulle corde, mi sembra di sentirle sui miei capelli per come sono coinvolta. L’aria si colora di rosso e attaccano Obstacle1. Le luci disegnano fasci netti nella scenografia, quasi a tagliare la tua percezione sollecitata in maniera cruda dalla voce di Banks e dal martellare di Fogarino. Segue Narc le luci si diffondono piu tenui, sul viola. Il ritmo psichedelico del giro di chitarra è devastante. Kessler non riesce a stare fermo un secondo. Ho accanto due “esseri umani saltellanti” a pile, ma non è nulla perchè quando attaccano C’mere il pogo selvaggio si fa generalizzato. L’atmosferia diventa di nuovo slow con The Scale, Banks si muove appena, ogni movimento è superfluo e l’atmosfera si trasforma di poco in Public Pervert, le luci da dietro disegnano la loro silhouette nera, unica immagine a cui riesco ad aggrapparmi. Say Hello To The Angels: appena parte la chitarra è di nuovo follia assoluta.
Mammoth e ancora tinte blu, contrasto evidente fra Banks immobile e Kessler agitatissimo, musicalmente forse la canzone che mi ha colpito meno. No I In Threesome con il pubblico che canta tutto dall’inizio alla fine. Quasi un duetto. Slow Hands… le luci rosa che dall’alto giocano a zigzag, una sorta di incitazione implicita al ballo. Le mani sono tutte in aria. L’aria è caldissima. La pila di quei due accanto a me non si è ancora esaurita. Rest My Chemistry… oggi l’ho ascoltata almeno un milione di volte. Ma dal vivo è ancora più potente, secondo me.
Ecco il momento topico di tutto il concerto: The Lighthouse eseguita partendo con la sola voce di Banks e la chitarra di Kessler che disegnano nel blu un’atmosfera onirica e irreale. Le luci dietro di loro formano come una coperta sotto la quale ripararsi. Segue Evil. The Heinrich Maneuver… trionfale. Not Even Jail… questa si merita il numero due nella classifica di godimento-gradimento, stasera.
Escono per il bis. Rientrano: NYC e subito dopo Stella Was A Diver And She Was Always Down legata a PDA giusto per il gusto di finirci le ultime risorse.Che dire? E’ la prima volta che vedo un loro live e non ho termini di paragone. A me è sembrato da andar via di cervello. La loro presenza scenica “Fredda” non stona con lo spettacolo. In assoluto Kessler è quello che si è notato di più sia come personalità che come musicista. La voce di Banks live è ancora più tenebrosa. Fogarino ha martellato per tutto il tempo. Carlos Dengler mi è sembrato il più defilato, ma il giudizio può essere stato influenzato dal fatto che non lo vedevo per niente. Il concerto è stato perfetto. Studiato fin nei dettagli, eseguito magnificamente.Non una sbavatura, non un errore. Fantastico. Io non mi sarei mai aspettata che mi sarebbe piaciuto così tanto. E allora accade che in una sera che aspetti da giugno con impazienza, discorsi e pensieri che hai impiegato mesi, a volte anni, per formulare vengano travolti inaspettatamente.
Mi rendo conto che a 34 anni è probabilmente stupido giocare a fare le liste, ma dopo stasera una delle mie si è indubbiamente modificata:
Miglior live. Categoria: “Quella sera che più che il tempo passa e più ti rendi conto del godimento intenso”
1) Ben Harper – Pistoia Blues 2006
2) Vinicio Capossela – Italia wave 2007
3) Interpol – Sashall Novembre 2007
4) Paolo Benvegnù – Flog Novembre 2005
5) non giocata per impraticabilità del campo – Marlene Kuntz S-Low

Ti potrebbe interessare...

Vampire_Weekend_news

Vampire Weekend ritornano con un nuovo album “ONLY GOD WAS ABOVE US”

L’iconica band indie-rock della scena americana VAMPIRE WEEKEND   A distanza di 5 anni dall’ultimo …

2 commenti

  1. Benvenuta Serena tra pazzi e bulimici musicali come te! Amanti di Alta fedeltà! Le tue emozioni sono espresse da questo live report e dalle tue straordinarie foto senza pass! Bravissima!

  2. Bel post Serena.. peccato che io nello stesso concerto non ci ho visto la stessa alchimia: a mio avviso sono stati un pò piatti, le tastiere inesistenti e il bassista troppo controfigura di Peter Hook.
    Pure io quando sono andato a comprare il biglietto alla richiesta “Interpol il 12 novembre” mi sono sentito rispondere dopo 1 occhiata al calendario”ti sbagli, l’ Inter gioca a Firenze il 2 dicembre, forse è a Empoli?”,poi dopo breve spiegazione mi hanno fatto l’ agognato biglietto.

Leave a Reply