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Milano come Istanbul: Radiodervish@Feltrinelli (MI) 25/10/07

E oggi Milano, come Istanbul, si è trasformata in crocevia dell’incontro delle culture: occidente ed oriente uniti in una sola mistica armonia, in cui Dio, Allah, Buddha sono solo puri vocaboli che identificano la stessa cosa. E dove non arrivano colore che dovrebbero governare il mondo, arriva l’arte che nella fattispecie concreta oggi era rappresentata dalla musica dei Radiodervish.
Primo ascolto dei pezzi dell’ultimo cd, L’immagine di te, dal vivo in acustico alla Feltrinelli di Piazza Piemonte.

Live intervallato dalle stupende riflessioni di Nabil e Michele. Riflessioni che ora ritrovo nel cd, che gira sulla piastra del mio lettore, riportando la stessa pace di questo pomeriggio, quando la loro musica è entrata nella mia anima, intesa come contenitore dell’essenza, arricchendola di nuove intense emozioni.
Il piccolo concerto, per presentare il nuovo lavoro del gruppo pugliese, si è svolto in un’atmosfera di totale coinvolgimento delle persone presenti, che in questo pomeriggio d’autunno piovoso milanese si sono ritrovate, come per magia, catapultate dai suoni in una terra di mezzo in cui i colori della musica mediterranea hanno fatto risplendere un sole artificiale capace di scaldare cuore e mente.
Al vecchio duo, composto da Michele Lobaccaro e Nabil Salameh, si è aggiunto sia per il live di presentazione, che per il cd, Alessandro Pipino alle tastiere che ha apportato alla musica dei Radiodervish un contributo elettronico non presente nei precedenti lavori.
L’immagine di te è la prosecuzione del cammino, intrapreso dai Radiodervish nel 1997, verso la contaminazione musicale, e non solo, delle diverse culture che popolano il bacino del mediterraneo, che da sempre è la culla della cultura del mondo.
Cd ricco di collaborazioni da Battiato (produttore del lavoro) a Caparezza. Collaborazioni che danno al suo contenuto spunti di sperimentazioni ben riuscite, come in Babel in cui le sonorità calde e mediterranee dei Radioodervish si amalgamano alla perfezione con il duro rap di Caparezza.
In ogni pezzo si nota la delicata carezza di quel grande maestro della musica italiana che è Battiato, carezza leggera che lascia intatta la singolare e stupefacente identità dei Radiodervish.
In Avatar altra contaminazione, perfettamente riuscita, tra musica dal sapore latino arabeggiante e pscichedeliche tastiere anni ’70 dal profumo anglosassone in stile Depeche Mode.
I testi, per quanto stilisticamente ricercati, arrivano all’orecchio di chi li ascolta con una semplicità disarmante, parlando di amore in tutte le sue accezioni da quello più diretto tra uomo e donna a quello più mistico tra essere umano ed entità lontane.
Il libretto di accompagnamento del cd, con i testi, è un piccolo gioiello che racchiude l’anima di questo gruppo. I testi in italiano, in arabo e in cirico (dialetto di alcuni paesi del salento) una volta cantati si armonizzano in maniera tale che l’orecchio non percepisce nessuno stacco tra l’uno e l’altro.
L’immagine di te è un lavoro in cui la verità, come la poesia per qualcun altro, diventa relativa: “La verità è uno specchio caduto dalle mani di Dio e andato in frantumi. Ognuno ne raccoglie un frammento e sostiene che lì è racchiusa tutta la verità” (RUMI).

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2 commenti

  1. …io sono stato il primo a laggerla, è giusto che sia io il primo a commentarla.
    Vai così, pepita…

  2. ho avuto il piacere di vederli in più di un’occasione… l’ultima volta a Lecce a settembre in uno spettacolo davvero suggestivo insieme a Teresa Ludovico, in uno spettacolo dal titolo “In Search of Simurgh” ispirato al “Verbo degli Uccelli”, un classico della letteratura Sufi (una sorta di racconto mistico del viaggio di uno stormo di uccelli in 7 valli, una specie di analogo della Divina Commedia in Asia)… e comunque concordo con Piera sulla straordinaria levatura della band. complimenti:)

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