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Canto di ebano – Gabriele Mirabassi

L’ultimo sogno di Gabriele Mirabassi è un “omaggio al clarinetto e al suo legno“, un libro dalla pelle nera come l’ebano, che ha cuore di musica e dita sottili, parole vergate in bianco… al fondo, dopo ricami candidi e schizzi di colori a forma di foglia, stella, insetto o nave, una luna piena scura, possiede dieci volti ed ognuno si disvela in un canto. Profumano di cura le pagine accarezzabili, così come il suono sfiorabile solo dall’anima…ogni traccia, visibile o udibile, ogni segno custode di senso, reclama l’amorevole gesto del sentire attento, teso, aperto. Le musiche, dieci volti lunari legati però alla terra da aria e maree, sono atti d’amore, dichiarazioni d’amore ad una materia in-formata per accogliere respiri e generare incanti, per farsi fecondare dal respiro così da fiorire in sogni melodiosi. Dell’amore sono figlie anche le pagine che conducono al disco, quelle pagine che gli costruiscono intorno un libro fatto di disegni e riflessioni, di fotografie e poesie…sono come passi che portano all’ascolto, ma già dentro le loro orme si comincia a sentire, si inizia l’ascolto o immersione sfogliando piano, osservando, leggendo fino a che il silenzio si riempie del ritmo delle parole e degli schizzi, per poi confluire in quello di una musica che abbraccia, che culla e meraviglia. S’avverte con la pelle come ogni nota nasca da un piacere, da una creatività che impasta legno e fiato trovando stupore o gioia. Possiede la concretezza dei gesti pazienti a contatto con la materia viva Canto di ebano ed è a partire da questa concretezza che si espandono come rami o slanci i suoi voli, danze che sanno di altrove o di memoria, di mondi surreali o calori di terra. A dare carne a tutto questo il clarinetto di Mirabassi insieme alla chitarra di Peo Alfonsi, al contrabbasso di Salvatore Maiore ed al battito creato con batteria e percussioni da Alfred Kramer, che intrecciano un suolo vellutato su cui il Canto di ebano si muove con dolce grazia. Le note jazz fluiscono morbide evocando viaggi e visioni, luoghi lontani o intimi…si profilano, incantando, immagini o realtà dischiuse dall’amore per l’ebano, espresso senza virtuosismi o sperimentazioni fini a se stesse, detto con la sapienza del fare, quella che accomuna e lega l’arte e l’artigianato fondando bellezza. Chisciotte, Struzzi cadenti, 8 anni…ogni canto reca in sé le tracce di un saper-fare che sa essere gioco, i segni dei sogni e dei movimenti senza fretta, la scia di un respiro che illumina e che, quando lascia il posto al silenzio, riconduce alla musicalità dei disegni e delle parole. Infatti, dalle pagine si va al canto e dal canto si torna ai fogli, tenendo stretto, trattenendolo, un filo sottile che cambia forma ma resta poesia… giacché poesia sono le parole lattee, la loro corona di falci di luna e i ramoscelli, di bruchi e scatole, e poesia è l’eleganza di Eu quero è sossego, il tempo dilatato de I giardini di Dioniso, oasi di meraviglia in cui perdersi, in cui restare.

Credits

Label: Egea – 2008

Line-up: Gabriele Mirabassi (clarinetto) – Peo Alfonsi (chitarra) – Salvatore Maiore (contrabbasso) – Alfred Kramer (batteria, percussioni); Musiche di Gabriele Mirabassi, tranne: Eu quero è sossego di K-Ximbinho, Vé se gostas di Waldyr Azevedo e Octaviano Pitanga e Valsa brasileira di Edu Lobo e Chico Buarque

Tracklist:

  1. Chisciotte
  2. I giardini di Dioniso
  3. Chegou
  4. Eu quero è sossego (K-Ximbinho)
  5. Struzzi cadenti
  6. Canto di Ebano
  7. Vé se gostas (Waldyr Azevedo – Octaviano Pitanga)
  8. 8 anni
  9. Arrivederci e grazie
  10. Valsa brasileira

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