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Arrè – Lautari

Emil Lotijanu nel 1972 sulla celluloide scrisse con la luce una storia d’amore e musica, di viaggio e ricerca attraverso le figure de I Lautari, musici girovaghi della Moldavia che ogni giorno cercano la soddisfazione del proprio desiderio: far sì che la gente incontri le note, venga illuminata dai colori delle sonorità offerte con passione. Quest’anelito si è fatto nome per un gruppo catanese, i Lautari, nati dalla cura per la musica, una cura fatta di studio ed esperienza, di ascolto rivolto alle strade, agli angoli delle città, alla terra. Da vent’anni tessono canzoni con i fili della tradizione e della sperimentazione, con l’anima rivolta alle proprie origini, per ri-trovarle e farle fiorire, e lo sguardo attento proteso verso l’orizzonte, per mantenersi in viaggio attraverso altre radici, per dialogare con altri venti e luci. Un nuovo bocciolo ha preso vita tra le loro dita, un bocciolo fatto di lingua antica… Arrè, ancora, di nuovo… petali stretti a custodire il profumo del mandorlo e il sapore del mare, l’infinito ritorno delle onde, l’identità che si afferma fluendo attraverso le evoluzioni e le rivoluzioni.
Dietro la foto di un passato ad occhi aperti, fermo in un bianco e nero tra le crinoline e i merletti, tra una rosa e un grammofono, Ciuri di campu e “‘u ventu ca strammia lu mari…la muntagna e la so’ vuci lu vento ca libbira lu cielu”… undici canti frutto del seme della memoria. La voce di quest’opera è quella degli strumenti, legati alla tradizione propria così come a quella estranea, altra, che invita al com-prendere, è quella di culture diverse tramandate e vivificate dalla condivisione che trasmette e affida, che arricchisce e si fa cammino. Hanno la voce dei percorsi e dei viottoli, dei teatri e dei campi i canti che i Lautari hanno dipinto con i colori dei ricordi, impastati col pensiero e la fantasia perché forme ed armonie nuove si dispiegassero sulla tela del sentire, vi si iscrivono così tracce di Storia e piccole storie, quelle di un paese, di un’innamorata, le avventure di un bimbo e quelle dei pupi, l’eco di una serenata e di una poesia. Non dimenticando ed accogliendo le reminiscenze come stimoli, onorano con la fisarmonica intrecciata al djembé, con il flicorno e il sax, la mandola e la baklama, la memoria di Ignazio Buttitta e Peppino Impastato, generando una bellezza il cui splendore quasi acceca; celebrano i segni con cui il tempo ha ornato luoghi ed anime, i canti popolari, come Malarazza, musicato negli anni ‘70 da Modugno e fatto rivivere attraverso la voce graffiante di Carmen Consoli… creano, non a partire dal nulla, ma affondando le mani nel terreno fecondato dal sangue e dal sudore, nelle vite, nella spuma del mare, nel lento compiersi dei gesti, nel dialetto, nell’origine.
Ti cucissi ‘nu mantu cu’ lu mari e pi l’aneddi ‘a luna issi a rubbari e ‘u focu do’ suli a tramuntari”… Arrè tramuta questo sogno in dono e ne fa un calore che accarezza, un abbraccio prezioso perché fatto di passi che ritornano su altri passi, su movimenti antichi, affinché ne siano possibili di nuovi, resi più forti dalla presa di coscienza, dalla memoria, così consapevoli dell’orizzonte avanzano, si fanno viaggio ed insieme casa. Arrè è proprio questo, è un focolare e un confine costantemente oltrepassato, nientificato attraverso il cammino e il dialogo, un ricordo e un sogno di meraviglie affidato al mare e al vento.

Credits

Label: Narciso Records – 2007

Line-up: Pucci Castrogiovanni (voce, mandolino, mandola, fisarmonica, marranzano, dhukra, baklama, tamburello) – Roberto Fuzio (chitarra classica, chitarra 12 corde, chitarra acustica, chitarra battente, tamburello, voce, davul, tammorra) – Gionni Allegra (voce, contrabbasso, mandolino) – Salvo Farruggio (batteria, piano rodhes, djembé, shaker, panari ‘che nuciddi, cocchi, percussioni, darbuka, udu drum, hang, bongos, o- cean drum, nacchere, cianciane, davul) – Enrico Luca (sax soprano, flauto traverso, piva) – Daniele Zappalà (flicorno, tromba, corno, bombardino, voce); Hanno partecipato: Carmen Consoli (voce) – Rita Botto (voce) – Giuseppe Severini (lyrone, lyra) – Adriano Muraria (violino) – Giancarlo Parisi (zampogna) – Orchestra Giovanile Bellini (Diletta Leone, Rossana Nicosia, Erika Ragazzi: primi violini; Alberto Gentile, Masrtina De Sensi, Annarita Crescente: secondi violini; Mariodavide Leopardi, Alessandro Salzano, Melania Galizia, Maria Antonietta Pappalardo: viole; Marco Monteforte, Salvo Distefano: violoncelli; Claudio Nicotra, Gabriele Timpanaro: contrabbassi; Domenica Agosta, Simone Gullotta, Graziella Santoro: flauti; Davidi Milito: clarinetto; Francesca Scavo: oboe); L’arrangiamento orchestrale è stato curato da Giuseppe Romeo

Tracklist:

  1. Ju non sugnu ‘n pueta
  2. Arrivannu ‘e munticeddi
  3. Ossignuria
  4. Malarazza
  5. Ciuri di campu
  6. Chanson de Roland (soldati)
  7. Cantu di la curuna
  8. La cittadedda ‘nfami
  9. Di quannu chi ju ti visti
  10. L’ogghiu
  11. Tra villi e valli

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