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Tron: Ares Soundtrack – Nine inch Nails

Nine_Inch_Nails_TRON_AresNel cuore pulsante di un universo virtuale, dove il codice si fa carne e l’elettronica diventa emozione, Trent Reznor e Atticus Ross scolpiscono la colonna sonora di Tron: Ares come un affresco sonoro che vibra tra l’algido metallo e il respiro umano. Non è semplice accompagnamento: è un’opera autonoma, un requiem sintetico che canta la fragilità dell’identità nell’era dell’intelligenza artificiale. La tessitura musicale si distacca dall’energia industriale dei primi Nine Inch Nails per abbracciare una poetica più rarefatta e introspettiva. si apre con un crescendo atmosferico, dove sintetizzatori stratificati si intrecciano a ritmi pulsanti, evocando una città virtuale che respira. La produzione è meticolosa: ogni suono è scolpito con precisione chirurgica, ma lascia spazio all’aria, al dubbio, alla fragilità. Il timbro è freddo ma non sterile, come un cuore artificiale che impara a battere. As Alive As You Need Me To Be si apre con un crescendo atmosferico, dove sintetizzatori stratificati si intrecciano a ritmi pulsanti, evocando una città virtuale che respira. La produzione è meticolosa: ogni suono è scolpito con precisione chirurgica, ma lascia spazio all’aria, al dubbio, alla fragilità. Il timbro è freddo ma non sterile, come un cuore artificiale che impara a battere. La voce di Reznor, filtrata e distante, non urla: sussurra. È una presenza fantasma che si insinua tra le trame sonore, portando con sé un senso di resa e desiderio. Il testo – “as alive as you need me to be” – è un mantra che riflette la condizione dell’essere nell’era digitale: esistere solo nella misura in cui si è percepiti. As Alive As You Need Me To Be non è solo musica: è un’interfaccia emotiva. Un ponte tra il sé e l’altro, tra il reale e il simulato. È il battito di un’anima digitale che chiede di essere vista, sentita, riconosciuta. E in quel battito, Nine Inch Nails ci ricordano che anche nel silicio può nascere poesia. In 100% Expendable, i sintetizzatori leggermente scordati tremano come nervi scoperti, evocando un senso di precarietà esistenziale. Il timbro, ruvido e ottonato, richiama Wendy Carlos e il suo Clockwork Orange, ma qui la minaccia si dissolve in malinconia, come un’eco di Exit Music (For a Film) dei Radiohead. La dinamica è ampia e calibrata: si passa da momenti di silenzio carico (“Daemonize”, con il suo ronzio sottile che pulsa come coscienza digitale) a esplosioni ritmiche come Adrenaline, dove bassi distorti e percussioni martellanti simulano il battito cardiaco di una macchina senziente. Reznor e Ross, maestri della sintesi, dipingono con suoni che spaziano dal calore analogico alla freddezza digitale. L’approccio è spesso minimalista, ma ogni elemento è cesellato con cura maniacale. Le influenze si intrecciano: IDM alla Aphex Twin, ambient oscuro alla Lustmord, e l’energia industriale che è marchio di fabbrica NIN. Brani come The Grid e User Identification costruiscono ambienti sonori immersivi, dove il glitch diventa linguaggio e il ritmo pulsa come un cuore artificiale. Lost Signal invece è un lamento dolce e inquieto, un pianoforte che piange nel vuoto del cyberspazio. Nel cuore dell’album, una gemma vocale: Who Wants to Live Forever?, interpretata dalla cantante spagnola Judeline. È una ballata al pianoforte, delicata come un fiore digitale, dove la voce tremante sussurra I don’t want to be here anymore. Le armonie si scompongono e riaffiorano in Building Better Worlds, come frammenti di memoria corrotta, suggerendo che anche il desiderio di fuga è destinato a svanire. La colonna sonora nasce in simbiosi con il film: Reznor e Ross entrano nel processo sin dalle prime fasi, modellando il suono sulle immagini, creando strumenti su misura e adattando ogni nota al ritmo del montaggio. Il risultato è una fusione perfetta tra visivo e uditivo, dove la musica non accompagna: anticipa, amplifica, racconta. Dopo Tron: Legacy, The Social Network e Soul, la coppia Reznor-Ross continua a ridefinire il ruolo della musica nel cinema. Tron: Ares non è solo un’evoluzione stilistica: è una dichiarazione poetica. Il dolore diventa colore, l’affetto si fa estetica. La vulnerabilità non è debolezza, ma profondità. Un consiglio: immergersi nella colonna sonora prima di vedere il film permette di cogliere ogni sfumatura emotiva senza il filtro visivo. È un viaggio personale, un dialogo tra l’ascoltatore e l’universo sonoro. È questo il nuovo volto dei Nine Inch Nails? Una maturità sonora che abbandona l’urlo per abbracciare il sussurro? O solo un’altra metamorfosi in una carriera fatta di rivoluzioni? La risposta è nel tempo. E nel silenzio tra le note.

Credits

Label: The Null Corporation – 2025

Line-up: Trent Reznor (composizione, produzione, sintetizzatori, sound design) – Atticus Ross (composizione, produzione, arrangiamenti elettronici, texture ambientali).

Tracklist:

1. Init – 2:07
2. Forked Reality – 1:50
3. As Alive As You Need Me To Be – 3:57
4. Echoes – 3:46
5. This Changes Everything – 2:59
6. In The Image Of – 1:33
7. I Know You Can Feel It – 5:21
8. Permanence – 1:29
9. Infiltrator – 2:47
10. 100% Expendable – 3:54
11. Still Remains – 1:54
12. Who Wants To Live Forever? – 5:50
13. Building Better Worlds – 2:11
14. Target Identified – 3:24
15. Daemonize – 5:09
16. Empathetic Response – 2:09
17. What Have You Done? – 2:14
18. A Question Of Trust – 1:20
19. Ghost In The Machine – 1:29
20. No Going Back – 1:55
21. Nemesis – 1:45
22. New Directive – 2:45
23. Out In The World – 1:05
24. Shadow Over Me – 3:55
Link: Official Site

As Alive As You Need Me To Be – Video

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