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Ricordami la verità: Afterhours @ Arena Flegrea (NA), 23/07/2025

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La band più iconica dell’alternative rock italiano è in tour per celebrare il ventennale di Ballate per piccole iene, ovvero uno dei suoi capitoli discografici più significativi e seminali. Con oltre 100mila biglietti venduti e vari sold out (Bologna, Firenze, Torino, Roma, Milano, Padova e Arezzo), in occasione del Noisy Naples Fest lo scorso 23 luglio gli Afterhours hanno toccato, tra furore e magia, la città partenopea, sbranando ed abbracciando l’Arena Flegrea, fiore all’occhiello della musica live per le sue dimensioni e la sua modernità. Ispirata all’architettura classica, con la sua struttura semicircolare sprigiona un’acustica d’effetto e disegna un colpo d’occhio di grande impatto, soprattutto quando è così gremita e pulsante nel segno di un raduno che ha in certo rock un manifesto di appartenenza e condivisione.
Il pubblico della band di Manuel Agnelli attraversa più generazioni, arrivando a contare oggi anche quei giovanissimi che scelgono di non allinearsi al gusto preconfezionato da un’industria discografica che non ha più nulla di artistico ed ha invece solo mire commerciali molto più spietate ed alienanti. Lo osservi questo pubblico dell’Arena, campione del popolo alternative, e comprendi che è composto da chi ancora crede che sia possibile contestare, scegliere la necessità del cambiamento, credere che le piccole rivoluzioni abbiano ancora un senso su larga scala. Chi partecipa ai concerti di questo tour ha bisogno di una musica che racconti un messaggio, che spinga alla gioia ma anche alla legittimità dell’opposizione e di una visione critica delle cose. Agnelli dal palco non perde l’occasione per ricordare l’importanza del voto, della partecipazione per vincere il torpore in cui certe dinamiche governative vogliono affossare, dell’aggregazione fatta di corpi che si incontrano nella vita vera, della ribellione al genocidio che si sta consumando a Gaza.
La serata si apre con i tarantini Per Asperax, una delle band selezionate dalla rassegna Carne Fresca, Suoni dal Futuro (da un’idea di F. Risi), aperta a giovani tra i 15 e 29 anni e tenutasi per tre serate al mese al Germi LdC (centro culturale e luogo di contaminazione fondato da Agnelli, Risi, Segale e D’Erasmo) di Milano da Novembre 2024. Il lavoro di squadra fra Manuel Agnelli e i direttori artistici Giovanni Succi e Luca Segale è stato prezioso e fondamentale per puntare l’attenzione su un’alternativa possibile e vivace costituita da giovani che hanno avuto la possibilità di interagire tra loro e riconoscersi parte di un’ondata di rinnovamento. Dopo aver dato spazio a oltre 100 giovani emergenti, è nata l’idea di rendere il tour occasione per aprire il palco ad alcune di queste band, finite poi ad animare una speciale compilation targata Woodworm in uscita il 25 luglio.
Sferzate post punk ed emocore tessono le atmosfere irruenti dei Per Asperax, che scaldano i motori della serata.
Finalmente arriva il momento dell’ingresso in scena degli Afterhours che per il ventennale sfoggiano la formazione con la quale Ballate per piccole iene prese vita: accanto al leader Agnelli, Andrea Viti (basso), Dario Ciffo (violino, chitarra) e Giorgio Prette (batteria); a supporto Giacomo Rossetti (chitarra, tastiere, percussioni). Una scelta che risponde al bisogno di vivere la musica senza le sovrastrutture che si erano insinuate nell’ultima compagine, vissuta come sorta di brand e poi arenata in un lungo silenzio dopo lo storico concerto al Forum di Assago nel 2018. La prima parte del concerto, dedicata all’esecuzione di tutti i brani di Ballate per piccole iene, è l’esplosione di un forte spirito di libertà e di una meravigliosa alchimia tra le parti che innalza un sound oscuro, impetuoso, sporco, dove tutto sembra reggersi sugli ossimori crudele dolcezza, rumorosa melodia.
Prette è in stato di grazia nella sua interpretazione del ritmo; cuore storico della band, è tornato ad occupare un trono di diritto; il basso di Viti risuona potente, profondo, inquietante; il violino di Ciffo non è un accompagnamento, nella sua elettricità è completare alla chitarra di Agnelli, la esaspera, la segue con un incedere maledetto e cupo. La matematica della precedente combo degli Afterhours crolla al cospetto di questa formazione. Questa è tutta un’altra storia, un’altra emotività. Sembra un incantesimo questo sound così acido ed impetuoso, graffiante e disturbante. Un incantesimo che riporta l’età d’oro della band al presente, mostrandola in uno splendore così seducente da renderla ancora la più influente nel panorama rock nostrano.
Le successive tre parti del concerto prendono vita dal repertorio più che trentennale della band di Milano, con orgoglio e invidiabile libera furia, che porta anche all’omaggio emozionante ad Ozzy Osburne con un’indiavolata War Pigs.
La scaletta scorre perfetta e ghiotta. La versione funerea de La Canzone di Marinella, intimamente connessa ai ricordi lontani di Agnelli e concepita in chiave Einstürzende Neubauten per l’ep Gioia e Rivoluzione del 2003; la sempre acclamata Strategie, a seguire Germi, Lasciami leccare l’adrenalina e l’infuocatissima Dea, per la quale Agnelli rompe la distanza tra il palco e la cavea, portandosi in mezzo al suo pubblico, corpo e anima come a dare prova concreta del suo invito a tornare ad incontrarsi, ad uscire allo scoperto, fuori e liberi dall’isolamento a cui questa società vuole condannare; le immancabili Male di miele e Quello che non c’è; Non si esce vivi dagli anni 80, Padania, Bye Bye Bombay; e poi Non è per sempre, mentre Voglio una pelle splendida chiude un concerto perfetto, dove l’irruenza, la sregolatezza, l’estro e la gioia sono le chiavi che Agnelli e soci girano nel cuore e nella memoria dei presenti. Lì dove essere umani vibranti e sognanti è la verità. Ed è di questo che la musica ha bisogno, ad ogni suo livello. E quella degli Afterhours è una forma di verità.
Ricordamelo, Manuel. Sì, tutti glielo abbiamo chiesto.

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