
Vi raccontiamo un’altra delle band selezionate per la rassegna Carne Fresca. Questa volta si scende al Sud, a Taranto per la precisione. I Per Asperax sono il classico quartetto rock (voce, chitarra, basso e batteria) che affonda il suono ruvido su radici metal-grunge e noise-rock. No è il loro album d’esordio del 2024 e vede al centro dei giovani che raccontano i demoni interiori attraverso il verbo dei primi Marlene Kuntz e de Il Teatro degli Orrori, scivolando a volte in atmosfere criptiche alla Neurosis o ispirandosi all’impeto dei Jesus Lizard. Insomma i Per Asperax sono paladini di un rock senza compromessi, fuori dagli schemi sputando dritto in faccia il disagio di una generazione morta prima di aver raggiunto l’età adulta. Potrete essere travolti dall’energia dei Per Asperax in apertura di tre date al sud degli Afterhours: 23.07 Napoli, Noisy Naples Fest – Arena Flegrea; 08.08 Locorotondo (BA), Locus Festival; 10.08 Reggio Calabria, Fatti di Musica Festival – Tempietto Arena). Abbiamo provato a stanare il loro spleen di giovani maledetti!
Quando, come e perché è nato il vostro progetto musicale?
Il nostro progetto è nato nel 2018, da Giuga il cantante, che creava le canzoni sul PC su ciò che sentiva in quel periodo, ma erano praticamente internet music, niente che si potesse suonare sul serio. Poi ci siamo visti e da sbronzi lo ha proposto agli altri, perché comunque suonavamo tutti insieme a cazzo da anni. Gli altri hanno detto sì e poi abbiamo trasformato quell’inferno in un inferno con chitarra, basso e batteria.
Cosa significa “suonare” rock per dei giovani come voi?
Non lo so che vuol dire. Per noi è espressione di qualcosa che non è facile sentire. Parliamo prevalentemente di cose che ci fanno stare male. Siamo tutti millennial non zoomer, quindi boh, siamo rappresentanti di una generazione morta che soffre una vita precaria, con l’idea di voler scappare da un mondo che ci crede già adulti senza avere nessuna possibilità di esserlo sul serio, finché facciamo lavori da fame e non possiamo permetterci manco un’auto nostra.
Quali sono i vostri principali riferimenti musicali?
Questa è la domanda più difficile, in quanto ognuno di noi ascolta qualcosa di diverso, dalla fusion giapponese anni ‘80 al death metal, rap, rock, cantautorato, neomelodico, elettronica. Alla fine copriamo tra tutti noi praticamente tutti i generi tranne il reggae. Ci sono gruppi che ci piacciono molto e che sentiamo molto vicini di sound come Witch Fever, Knocked Loose, See You Space Cowboy, ma anche quelli più sputtanati tipo Bring Me the Horizon, Slipknot, Rammstein, Refused, Idles e Fontaines D.C.
Cosa significa per voi sperimentare e mescolare le carte?
Cercare tutti i modi di rendere questo il nostro futuro, perché non abbiamo nient’altro che ci rende felici: o questo o la morte.
Cosa significa per voi essere stati selezionati nell’ambito della rassegna “Carne Fresca, Suoni dal Futuro”?
Quando siamo stati selezionati non ci credevamo. Era la prima volta che ci chiamavano a suonare al Nord Italia e per giunta eravamo stati scelti da gente competente, troppo bello. La rassegna è un’idea pazzesca e irreale, perché finalmente esiste un modo per chi suona rock di far arrivare la propria rabbia a un pubblico più grande di quello del pub o dei centri sociali.
Gli animi di Carne Fresca tipo Succi, Segale ed Agnelli vi hanno dato qualche consiglio?
Sono dei gran fichi. Quando ne abbiamo avuto bisogno ci hanno saputo consigliare come agire, anche banalmente durante il soundcheck. Sono persone veramente disponibili e alla mano, hanno tutto il nostro rispetto per aver scommesso in un progetto tanto ardito e, finché potremo, saremo anche noi animi di Carne Fresca.
Cosa rappresenta per voi Germi LdC di Milano?
Il Germi è un luogo che ci ha stupito. Ogni anfratto di quella serata lo ricordiamo tipo un sogno, in quanto il locale era pienissimo fuori e dentro. Si vedeva che era un luogo di cultura con la voglia di sfidare i tipici luoghi comuni dei locali dove si suona. E poi che sound, cazzo.
Come sarà aprire un gruppo storico come gli Afterhours? Il fatto di ritrovarvi con altre band in un cartellone così prestigioso vi fa sentire effettivamente parte di una scena? La vostra generazione concepisce questo concetto oppure vi sentite delle monadi?
Noi non vediamo l’ora e stiamo preparando scalette di fuoco. Ovviamente aprire un gruppo così importante come gli Afterhours ci ha attivati, dobbiamo dare tutto quello che possiamo, dobbiamo farli sbiancare! Anche prima di Carne Fresca e degli Afterhours, ci siamo sempre sentiti alfieri di un movimento di rinascita della cosa che ci è più cara al mondo, cioè la musica suonata. Non serve concepirlo come un concetto, sarebbe una masturbazione: bisogna idealizzarla e poi combattere per essa.
Se un giorno qualcuno del mondo mainstream vi chiedesse di modificare radicalmente il vostro sound per raggiungere il successo mediatico, accettereste compromessi?
Secondo me, pure a volerlo fare, non c’è modo di rendere il nostro sound qualcosa di pensato da qualcun altro che non siamo noi. Non siamo pupazzi che cantano canzoni scritte da altri, questa è la nostra roba. Quindi se per avere successo per qualcuno dobbiamo cambiare, è quella persona che deve cambiare perché non ha capito nulla.
Come vi rapportate all’attuale sistema di promozione fatto di doping su ogni canale social? Lo condividete in qualche modo oppure credete ci sia un modo per arginarlo?
Noi non lo vediamo come qualcosa di negativo. È vero che può essere overwhelming e certe volte ti dà un sacco di ansia, ma può essere una via molto valida per farsi conoscere anche se abiti in un luogo lontano dalle grandi città. È facile pensarla tipo i vecchi che dicono che si stava meglio a usare i segnali di fumo come strumento di aggregazione, ma per noi che siamo cresciuti su internet si possono creare delle relazioni molto profonde anche attraverso i social. Per questo cerchiamo di sfruttarli al meglio che riusciamo, così la nostra musica arriva a chi potrebbe piacere. Che importa del resto.
Cosa significa costruire un’alternativa per voi?
Costruire un futuro, perché per adesso non sembra esserci. Il mondo viene affossato da guerre e da scontri, con sempre meno scelta reale su chi vuoi essere e cosa vuoi fare. Tutto si chiude in categorie ben definite per essere consumati e buttati nel cestino. Per questo l’unico modo di sopravvivere è costruire un’alternativa.
Lost Highways Seek your mood, Find your lost highways!