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Rock Contest 2017: Intervista a Giuseppe Barone

barone

Il rock contest giunge alla 29° edizione ed LostHighways è mediapartner di questo longevo evento. Per l’occasione abbiamo voluto intervistare lo storico direttore artistico Giuseppe Barone. Abbiamo colto l’occasione per approfondire alcune tematiche come il diritto d’autore e le principali differenze tra i talent show e questa manifestazione.

Il rock contest è giunto alla 29esima edizione. Qual’è il segreto della sua resistenza nel tempo?
La coerenza, il non avere alcun secondo fine che non sia l’individuazione ed il lancio di talenti, e poi l’esperienza della radio, Controradio, una radio storica e che da sempre segue un certo tipo di musica, con la possibilità ulteriore di “testare” i brani in onda, cogliendo le reazioni degli ascoltatori. E poi il passaparola, l’esperienza decisamente positiva e i risultati concreti (vedi Socialismo Tascabile degli Offlaga Disco Pax) che sono gli stessi gruppi partecipanti a veicolare. Forse ancha la dimensione “non competitiva”, di grande vetrina ed occasione per incontrarsi e intessere relazioni, tra musicisti e con gli addetti ai lavori. L’atmosfera del contest, e della finale in particolare, credo sia un unicum nel panorama italiano. Per questo nomi come Dario Brunori, Manuel Agnelli, Alberto Ferrari dei Verdena, Cristina Donà, Rachele Bastreghi dei Baustelle e tanti altri hanno preso parte al contest in veste di giurati a titolo gratuito.

Cosa differenzia il rock contest da un talent show come X-factor?
I talent creano più che altro figure televisive che sempre meno funzionano nei live o nella discografia. Davanti a questo evidente declino avrete notato che nelle ultime edizioni sono proprio i talent a cercare di inseguire quella che è la “nostra” scena, snaturando gli artisti per renderli qualcosa di artefatto, di artificioso. Noi alla fine restiamo “la cosa vera”, quello un prodotto televisivo.

In cosa consiste questa collaborazione con la Sugar Music?
Sugar è una realtà indipendente che sempre più è interessata alla nuova scena emergente. Dai finalisti della scorsa edizione del contest hanno messo sotto contratto i bravissimi Manitoba, riconoscendo la valida funzione di scouting “sul campo” del contest. Per questa edizione la vicinanza è sancita con una partnersip che prevede una attenzione particolare di Sugar (etichetta di Motta, M+A, ma anche Negroamaro o Malika Ayane) verso i selezionati per le fasi live del contest.

Il contest è aperto esclusivamente al genere rock o si allarga anche ad altri generi come il pop, il rap?
“Rock Contest” è una denominazione che ci portiamo dietro dal 1984, quando le cose erano tutte più definite, oggi per “rock” intendiamo un’attitudine, quella del do-it-yourself, e non un genere musicale (è di un paio di anni fa la vittoria di Mulai, progetto interamente elettronico). Oggi i prodotti più interessanti sono quelli contaminati, che riescono a esprimere un linguaggio originale e riconoscibile unendo elementi apparentemente eterogenei.

Chi era Ernesto De Pascale?
Prima di tutto un amico ed uno dei più grandi appassionati di musica che io abbia mai conosciuto, una miniera di conoscenze ed aneddoti. E’ stato un musicista ed un produttore (su tutti Siberia dei Diaframma), giornalista musicale (Rolling Stone, Jam), conduttore radiofonico su Controradio e di uno degli spazi “mitici” della radiofonia italiana (RAI Stereonotte) e poi curatore della trasmissione e della testata “Il Popolo del Blues”. Lui fu uno dei motori del Rock Contest fino alla sua prematura scomparsa. Da allora abbiamo deciso di ricordarlo con uno speciale premio a lui intitolato che premia la migliore composizione in lingua italiana. L’uso dell’italiano (in tempi in cui nella musica alternativa non era molto popolare) era una sua battaglia, che oggi possiamo considerare vinta. In suo ricordo (Ernesto lo aveva aiutato a realizzare il primo 45 giri) lo stesso Luciano Ligabue ha voluto concedere l’uso del suo personale studio di registrazione agli Amarcord, vincitori della menzione speciale nella scorsa edizione.

Perchè un artista deve iscriversi alla SIAE? Faccio questa domanda perchè ci sono nomi illustri che hanno dichiarato guerra in proposito?
La tutela del proprio “patrimonio” artistico è fondamentale per una autore di musica originale. Lo sforzo di SIAE nel migliorare i servizi offerti e nell’avvicinarsi alle realtà esordienti è sotto gli occhi di tutti. L’esperienza di Soundreef è molto recente, e gli endorsement di molti personaggi famosi sono più frutto di sostanziosi anticipi più che di battaglie sentite, a oggi è difficile riuscire a trarre dei bilanci, ognuno farà le sue scelte. Certo è che una realtà nazionale, con un buon potere contrattuale, potrà offrire più garanzie quando si tratterà di far valere il proprio peso nei confronti dei colossi del web.

Il rock è morto ed è diventato forse di nicchia per le nuove generazioni?
Il rock è sicuramente una forma “storicizzata”, ma la musica vive di cicli, oggi le chitarre non sono più di moda, ma potrebbero tornare. Ricordate gli anni ’80? Poi esplose il grunge.

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