Home / Recensioni / Album / Kingdom of rust – Doves

Kingdom of rust – Doves

doves-kingdom-of-rustClimax ascendente. Sale. Sale il sole all’alba. Sale all’uscita della nostra miniera interiore. Il sapore della ruggine che ha incrostato il nostro cuore è ascesi costante sui binari sonori della vera indipendenza del suono primordiale. Jeststream è correre in un vagone attraversando i cunicoli sotterranei del subconscio per risalire verso lo spiraglio della luce solare, della saggezza di una delle più intense rock band dell’ultimo decennio: Doves. Senza eguali l’intingere di soffice elettronica le rimiche di chitarre indipendenti che oscillano tra il folk ed il post-rock con accenti morriconiani come accade nell’ariosa e suadente title-track Kingdom of rust. Il quarto capolavoro dei Doves prosegue in atmosfere metropolitane notturne dove l’impeto dell’elettronica diventa ipnotica deflagrazione di accompagnamento alla progressione ruvida di chitarre incessanti sulla scala di vetro dell’armonia, come in The outsiders. Quando tutto sembra folgore… cadono fiocchi di neve sulla Winter hill, l’ascesi diventa cadenzata e si resta al centro di cerchi concentrici di melodia. Come sui titoli di coda di un film ci incamminiamo all’orizzonte di una nuova frontiera del rock che parte melodico e lento e improvvisamente si incendia di schizzi di colore violento come il veloce treno delle 10:03. Chitarre pulite che scandiscano il tempo dello scorrere delle nuvole, dove è possibile lievitare senza incrociare le gambe. I tre ragazzi di Manchester non sbagliano nulla. Uncinano i suoni dell’anima, e sdoganano l’idea per la quale “inventare” nel rock significa perdere l’armonia e la melodia. Birds flew backwards è brivido che lacera il silenzio delle nostre speranze d’estate. Cristalli di armonia incalzante senza sosta imbriglieranno l’ascoltare attraverso Spellbound. Kingdom of rust è un disco di spazi aperti. E’ il disco indipendente nella sua sacra perfezione. I Doves insieme agli Elbow sono le massime espressioni del vero gusto del suono indie mondiale.

Credits

Label: Astralwerks – 2009

Tracklist:

  1. Jetstream
  2. Kingdom of Rust
  3. The Outsiders
  4. Winter Hill
  5. 10.03
  6. The Greatest Denier
  7. Birds Flew Backwards
  8. Spellbound
  9. Compulsion
  10. House of Mirrors
  11. Lifelines

Links: MySpace

Ti potrebbe interessare...

Travis_LA_Times_album_cover_artwork_review

L.A. Times – Travis

Succede che trascorrono 25 anni in un soffio e ti ritrovi a fare i conti …

Leave a Reply