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ASTROLABIOANIMA – Giovanni Sollima e Alessandro Gandola

Una fotografia può cogliere le cose nel loro dissolversi, la materia nel suo tramutarsi in bagliore…la pelle di un disco prezioso è un’apparizione di luce de-scritta con la luce, Alessandro Gandola l’ha sorpresa e trattenuta, fermando su un velo di carta due lampi in cui si trasfigurano in riverberi un violoncello ed un sassofono, due anime in dialogo, due respiri. L’immagine reclama l’immaginazione ed annuncia una musica immaginativa. Al di là di quel volto fatto di scintillii, altri raggi attendono, fili lucenti di puro suono che narrano e disegnano uno spazio indeterminato traboccante di bellezza, un tempo tutto strappato perché gli attimi si trasformassero in liquido viscoso capace di espandersi. A questa trama, che nasce dai luoghi che si scontornano e da uno scorrere in cui si riscopre la durata scandita dall’evento, restano impigliati soffi e note, come perle o libellule… è una rete, già un abbraccio, è un manto in cui accogliere gemme di luce. Non dietro, ma nella trama stessa, l’astrolabio, il ghermitore di stelle (astro-labos), lo strumento che coglie corpi celesti e lune e soli, lo sguardo volto al cielo per attraversare il mare…e lì dove il mare si fa metafora dell’anima, si scopre la musica come strumento di navigazione, il suono come ciò che ghermisce gli astri affinché l’abisso insondabile dell’uomo si faccia penetrabile, lasciandosi percorrere. Tra parole che evocano, un progetto che conquista la sua libertà spaziando dal jazz alla musica popolare, da quella barocca al rock, trova il suo nome, quel nome che manifesta un’essenza: ASTROLABIOANIMA. Giovanni Sollima ed Alessandro Gandola sono musicisti e strumenti, uomini fusi con i propri strumenti, sono l’orizzonte di un viaggio, i naviganti ed insieme la navigazione, la sua stessa possibilità…aprono o lacerano dimensioni, vi si addentrano, le percorrono fino ai confini più estremi per sfidarne il limite, per nientificarlo, adergono i mondi che attraversano e si mantengono slancio. Dall’incontro dei due artisti fiorisce un dialogo che è una costellazione di “improvvisazioni compositive“. La musica dei ghermitori di stelle è, infatti, fatta di improvvisazione e composizione, è un’improvvisazione che si disvela composizione e viceversa, è l’accadere insieme dell’idea e della forma. Una casa e tre giorni, a Bellagio, di marzo. Questo doveva essere il tempo e il luogo della nascita di un programma per concerto. Due strumenti a due metri di distanza l’uno dall’altro, due microfoni e un dat. La musica scorre e qualcosa la registra, la trat-tiene. Ogni suono preso nell’immediatezza avrebbe dovuto essere il passo di una creazione, una traccia colta per non smarrire e proseguire il cammino, per svilupparlo. Ogni suono preso nell’immediatezza è divenuto quel filo lucente in cui si sono coagulati mondi, dieci mondi che sono la carne e il battito di un disco fatto di impalpabile poesia. L’impossibilità di equalizzare separatamente i due strumenti in studio ha fatto sì che su un’argentea luna piena si iscrivesse la musica di due anime immerse l’una nell’altra, la loro voce e quella dei loro strumenti colta nell’istante in cui sgorgava e fluiva. Pochi secondi di distorsione si sono poi uniti al flusso insieme al delay…sbocciano così altre tracce, che vanno a sedimentarsi rimanendo fluide. Quel che avvolge è quindi il canto senza parole del legno e dell’ottone, un canto che offre il suo sorgere e il suo divenire senza porre nessun filtro tra sé e quei sensi che inonda e pervade. Il suono come epifania è la carne di ASTROLABIOANIMA, di un disco che è un progetto, un pensiero gettante se stesso nel tempo; perché questa carne incontrasse il mondo, affinché il suo sangue si riversasse in anime altre, Sollima e Gandola l’hanno suonata nel grande erg orientale tunisino, a Timbain. Le “improvvisazioni compositive” sono nate di nuovo all’interno della manifestazione Il silenzio e la musica, giacché suonarle significa farle nascere ogni volta, essere artefici e spettatori del loro accadere. Il cerchio che le contiene ha un volto candido ed uno iridescente, tiene in sé i suoni solo perché li lascia andare, li sparge e dispiega contribuendo a far sì che l’incontro tra due anime creatrici si mantenga aperto come avvento di musica. E la musica che avviene quando ci si mette in ascolto, quando la si accoglie, è uno snodarsi di vertigini e danze su frammenti di stelle, su fiabe e leggende rimaste nelle polveri delle comete. Un soffio e una vibrazione si intrecciano, si uniscono fino a con-fondersi, fino a prendere infinite forme, a cancellarle, ad inventarne…laceranti e languidi, i fremiti delle materie e delle essenze si tramutano in una seta che scorre sulla carne viva. Il legno e l’ottone respirano sotto le mani, insieme alle mani, traggono forza dalla terra, da radici profonde, a partire da queste tendono all’aria, al cielo, e fanno apparire nei sensi la levità della rugiada che evapora, il tepore di una grotta custode di una vampa, l’incanto del perdersi, dell’abbandonarsi a un bagliore. Con Film storia d’amore e Magic spell le corde e il rame legato allo zinco proiettano visioni sotto le palpebre, in Star catchers tramutano le note in pioli da conquistare per giungere alle stelle, in passi che sono tracce e segni di carezze ed aneliti. Ogni insieme di composizione ed improvvisazione si affida a parole indicibili che si sottraggono, lasciando un linguaggio altro, una lingua fatta di materia ed anima in volo capace di raccontare e manifestare mondi e sogni. Tra i suoni s’incunea il silenzio, ma solo per illuminarli, e un colpo di tosse o una bocca che inspira sporcano affinché la purezza diventi visibile, quasi tangibile…in questa appare la musica nel suo essere riconosciuta come il più antico strumento di navigazione dell’anima, come l’astrolabio che rende le profondità conquistabili. Uno strumento che penetra l’anima, guardando alle stelle e lambendo il mare, tale è la poesia scritta con le note da Sollima e Gandola, con note protese fino a diventare tocchi, fino a sublimarsi in una scintilla… a trasformare la musica in una luce che vibra, in una bellezza che è l’evento e l’avvento di un incanto.

Credits

Label: Odd Times Record – 2008

Line-up: Giovanni Sollima (violoncello, voce) – Alessandro Gandola (sassofono soprano)

Tracklist:

  1. Vocal drum
  2. Film storia d’amore
  3. Magic spell
  4. Star catchers
  5. Passi di altra natura
  6. Irish tale
  7. Alcanto
  8. Rising emotion
  9. Magic spell part 2
  10. Evanescence

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