Home / Editoriali / Scrosci d’Acqua Santa, intervista a Francesco Di Bella

Scrosci d’Acqua Santa, intervista a Francesco Di Bella

89ce34dc-f951-4283-b8ca-8b412d910db6

In occasione dell’uscita del nuovo disco Acqua Santa, disponibile dal 31 gennaio, abbiamo scambiato, tra un sound check  e l’altro per il tour appena partito da Napoli, quattro chiacchiere con Francesco Di Bella, che torna sul sentiero solista a 7 anni dal precedente lavoro e dopo le recenti apparizioni live con i 24 grana. Un disco e un tour, questi, che confermano la forte affezione del pubblico per un artista che continua a rappresentare una stella polare nel firmamento della musica indipendente

Ciao Francesco e bentrovato. Questo nuovo splendido disco, Acqua santa, riannoda in maniera forse più riflessiva le fila del discorso avviato con ‘O diavolo del 2018. Cosa è cambiato nella tua analisi sull’essere umano e nel suono rispetto a quel lavoro?
Ciao! Inizialmente non avevo immaginato di dare un sequel a ‘O diavolo dove raccontavo le pulsioni più individualiste dell’animo umano. Ma poi le riflessioni sono venute da sole, insieme alla necessità di raccontare qualcosa di profondamente positivo. Non credo che sia cambiato qualcosa nella mia analisi ma è cambiata l’esigenza e la volontà di scrivere canzoni intrise di speranza, quella data dai valori come l’altruismo, la carità e lo spirito di sacrificio che nella società attuale sono visti come segni di debolezza mentre invece sono proprio quelli che dovremmo portare avanti per saper amare e portare pace.

Acqua santa, in tempi come questi dovrebbe forse piovere dal cielo per sistemare le interminabili storture presenti nel pianeta. Se tu potessi usare l’aspersorio, su quale testa indirizzeresti il getto di questa acqua santa?
Sui politici certamente ma anche su tutte quelle persone che non guardano oltre il proprio naso e che non hanno visione di un futuro migliore.

La tua dimensione solista, ormai consolidata, esprime il tuo lato più intimo, portando a galla una ricerca che passa dalla tradizione al folk, facendo da sempre risaltare un profondo legame con il territorio. Il Francesco Di Bella di oggi in cosa si sente diverso nel suo rapporto con Partenope rispetto agli inizi, quando la scena napoletana di cui sei stato pioniere si stava imponendo in maniera prepotente?
Rispetto al passato, forse si sono solo allargati gli orizzonti, tutta la musica che ascolto e che mi piace mi dà sempre nuovi input. Ho sempre cercato di creare un ponte tra la tradizione e la contemporaneità, così come facevo nei 24Grana, cerco di farlo oggi nei miei dischi da solista. Penso che ci sia sempre da portare avanti un messaggio e questo l’ho imparato proprio all’inizio della mia carriera.

L’ultimo disco che ti ha particolarmente ispirato e l’ultimo concerto a cui hai assistito e che ti ha emozionato?
Un disco che mi ha particolarmente ispirato durante la lavorazione di Acqua santa è stato Sundowner di Kevin Morby, proprio per la sua semplicità e la sua sobrietà. Ai concerti invece ultimamente ci sono andato pochissimo. L’ultimo è stato con mia figlia e siamo andati a sentire gli Smashing Pumpkins.

In quel piccolo gioiello che è il precedente Play with me del 2022, hai accolto una moltitudine di artisti ad accompagnarti in quell’excursus della prima parte della tua carriera, solista e non, tra gli altri anche una delle figure a cui Losthighways deve tanto, Paolo Benvegnù. Oggi invece dai spazio ad Alice dei True Collected: cosa rappresenta per te la collaborazione e come scegli le interazioni con gli altri artisti?
Le collaborazioni sono sempre importanti perché sono un modo per confrontarsi e crescere. Reputo Play with me un episodio importante della mia discografia proprio per questo motivo, lì ho lasciato che amici/colleghi arricchissero a loro modo le mie composizioni. Anche nel caso di Alice ho lasciato che fosse lei a decidere come “entrare” nel pezzo, lasciandole tutta la libertà possibile. Questo perché mi piaceva come cantautrice e mi fidavo di lei.

Un artista con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
Non saprei, le collaborazioni nascono in maniera spontanea, è la canzone che ti fa venire in mente qualcuno.

Lo scenario geopolitico internazionale è preoccupante, con multimiliardari pazzi che si uniscono a ridisegnare simboli che speravamo sepolti e che invece tornano ad annerire l’orizzonte. Qual è la tua visione e che tipo di speranza riesci (se c’è) ad intravedere per il futuro?
Hai ragione, sono veramente preoccupato, abbiamo lasciato che i nostri comportamenti e quelli dei politici che ci rappresentano portassero a questa grave crisi democratica, con tutte le conseguenze del caso. Io credo che la speranza ci sia sempre, perché c’è sempre una gran parte di persone che non vuole tutto questo.

Il tour è appena partito, il primo marzo da Napoli, al teatro Trianon, una realtà che negli ultimi anni sta contribuendo a dare spazio per la musica in una città dove non è così semplice ricavarne. Volevo chiederti che tipo di set è previsto e se ci saranno altre date in previsione dopo il venti marzo al Monk di Roma.
Il set si incentra sui brani di Acqua santa principalmente e poi un po’ di brani dei miei dischi solisti. I musicisti che mi accompagnano sono davvero talentuosi e abbiamo messo su una crew molto affiatata. Ci sarà anche qualche brano preso in prestito dai 24 Grana che mi fa tanto piacere suonare anche con questa formazione.

Se dovessi attaccare al muro una fotografia di questi primi trent’anni di carriera, un evento, un concerto suonato o quello che credi più identificativo, quale sarebbe e perché?
Sai mi riesce veramente difficile prendere un’istantanea di un solo momento, visti i tanti anni di concerti. Facciamo un intervista a parte?!

Ultima domanda, Francesco. Con i sodali dei 24grana siete al lavoro su qualcosa oppure è un periodo di maggese?
Sì, siamo al lavoro anche con i 24 Grana anche se ne avrò ancora per un po’ con il tour di Acqua santa, probabilmente ci rivedremo in studio prima della fine dell’anno per buttare giù qualche altra cosa.

Grazie davvero per questa chiacchierata, Francesco, ritagliata tra un sound check e l’altro, durante un tour che sta confermando la forte affezione del pubblico per un artista che continua a rappresentare una stella polare nel firmamento della musica indipendente. Ci vediamo sotto il palco…

Ti potrebbe interessare...

Marta Del Grandi, Teatro Bolivar - Foto Alessio Cuccaro 00

Marta Del Grandi @ Teatro Bolivar, Napoli 2 febbraio 2025

Ancora in tour col secondo album Selva, dopo oltre un anno in giro per l’Italia …

Leave a Reply