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Del blu (ed altre essenze) – Gio Cristiano

Gio CristianoQuest’estate tornavo a casa dopo una passeggiata sul lungomare, in auto ascoltavo Doje parole blues di Gio Cristiano e mi sembrava l’ideale colonna sonora per le strade deserte della città in agosto, illuminate da vacui lampioni arancioni che spandono un blando bagliore di thè, insufficiente a guidare le vite spezzate rintanate nei vicoli, lontano dal clamore della folla in cerca di frescura sulla riva del Golfo. Nessun musicista era ancora morto ammazzato a Piazza Municipio, travolto da assurda follia, eppure avvertivo nel jazz crepuscolare di Cristiano, come in un film noir, non già oscuri presagi ma la consapevolezza di un disagio che se non viene compreso non può essere neppure combattuto. Ed è questa una grande prova per la musica che senza la presunzione di fallaci analisi antropologiche racconta stati d’animo e sensazioni con impalpabile concretezza. Con voce appena sussurrata e chitarre che acidamente pulite, strizzando un po’ l’occhio a Santana, pungono come scrosci d’acqua le trame calanti di un amore perduto. E segna così in apertura il vertice di un lavoro compatto che scivola via nella notte fumosa di un club vellutato come gli esotismi di Miraggio, sospesi tra un fraseggio mediorientale e un vuoto dissonante, poi dilatato nei passi di tango di Morgana, che tracciano un sentiero d’impronte psichedeliche che risalgono a East/West della Paul Butterfield Blues Band. Il dolente slow blues di Blue quintessenziale non sarebbe dispiaciuto allo Zappa di The torture never stops (non a caso abbiamo conosciuto Cristiano in Direction Zappa di Daniele Sepe), senza scordare la lezione del compiano Jeff Beck e il suo tocco calibrato. Gio si avvicina come un crooner al microfono anche in Sirena, col controcanto ammaliatore di Roberta Di Palma, in una bossa nova elettrificata che porta il Sudamerica nelle vie di Partenope consumando un delitto passionale, “na curtellata m’ha tagliato ‘o core“, il cui racconto strumentale prosegue nel ritmo urbano di Sirena reprise, in dialogo serrato con un piano che paga pegno al Jarrett meno classico, in un lungo solo ritmato che lavora per sottrazione. E la jam prosegue in trio nel caldo jazz rock di Terra! che si inerpica tra le rullate beduine di Bitches brew e le acidità dei Lifetime di Tony Williams e di John McLaughlin, jazzista che, secondo le istruzioni di Davis, vi suonava “come se non sapesse suonare”. Nel finale si rileggono senza aprir bocca Doje parole blues e sono più luminose le aperture alla melodia mediterranea del primo Pino Daniele, ed è il giusto ritorno a casa, a Napoli, di un altro “nero a metà”.

Credits

Label: Aspro Cuore – 2023

Line-up: Gio Cristiano (chitarre e voce) – Marco Ciardiello (pianoforte e tastiere) – Angelo Calabrese (batteria) – Francesco Girardi (basso) – Roberta di Palma (cori)

Tracklist:

    1. Ddoje parole blues
    2. Blue quintessenziale
    3. Sirena
    4. Miraggio
    5. Morgana
    6. Sirena reprise
    7. Terra!
    8. Ddoje parole blues (instrumental)

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