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Winter Is For Lovers – Ben Harper

ben harper winter is for loversUn disco di sola chitarra acustica potrebbe far pensare ad una consolidata tradizione Americana, che risale alla ricerca filologica di Stefan Grossman, David Bromberg, agli epici arpeggi di John Fahey, vasti come le praterie del Midwest, e ancora prima alle primordiali vestigia del blues rurale. E invece quello di Ben Harper è un canto solitario, affidato alla sua lap steel guitar, che della tradizione nordamericana raccoglie solo le origini della tecnica slide, muovendosi in un percorso meditativo tutto interiore, come chi guardando la neve cadere silenziosamente dalla finestra di casa si perda nel pensiero di luoghi remoti avvolti dalla soffusa nebbia del ricordo. A partire dall’orientalismo tortuoso e magico di Istanbul, intreccio aniconico islamico degno del fregio di un minareto. Ma l’esperienza di Harper è soprattutto americana  e queste fughe altrove rientrano sempre al punto di partenza, alle trame di folk urbano di Manhattan, coi suoi bassi ostinati, da vecchio battistrada, e i suoi glissati saettanti come le luci della Grande Mela. La lentissima cadenza di Joshua Tree, invece, è una ferita talmente profonda che il sangue ha paura di sgorgare e inaridisce nella terra sgretolata dal sole. Astro che illumina, con luce diversa, l’armonia di Inland Empire, che risuona tra le verdi colline di un paesaggio bucolico e disteso, un ranch lontano dalla città dove scorre la quiete familiare, che è in fondo la stessa di Harlem, benché turbata da un senso di pericolo incombente, d’improvviso e mortale duello, come se fossimo non più nella metropoli americana ma nel sanguigno Medio Oriente, tra le rovine polverose di Lebanon. Come una scossa il folk d’albione risuona nel riff di London a metà tra le sei corde ebbre di Jimmy Page e la competenza filologica di Roy Harper. E la neve cade inesorabile su Toronto e si posa pian piano al suolo, sulle strade, le auto, i tetti delle case, case che solo le dolci corde di Ben, memori della lezione di Bruce Cockburn, riescono a scaldare, con un amore che rimbalza all’altro capo del mondo fino alle delicate saette affilate di Verona. Ed è ancora l’amore a risvegliare i saltelli entusiasti di Brittany, che invero deve aver fatto breccia nel cuore di Harper, mentre fuori continua a nevicare; ce lo ricorda l’arpeggio seventies di Montreal, ribaltato e strattonato nelle accelerate da rodeo infuriato di Bizanet. Così si ritrova la pace domestica e solitaria nell’arpeggio ciclico di Islip, ma l’inverno è per gli amanti e questo momento di memoria affettiva non può che finire in romantica danza sotto la neve che sfiora i ponti della Senna a Paris.

Credits

Label: Anti – 2020

Line-up:Ben Harper (Lap Steel Guitar)

Tracklist:

  1. Istanbul
  2. Manhattan
  3. Joshua Tree
  4. Inland Empire
  5. Harlem
  6. Lebanon
  7. London
  8. Toronto
  9. Verona
  10. Brittany
  11. Montreal
  12. Bizanet
  13. Toronto (Reprise)
  14. Islip
  15. Paris

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