Home / Recensioni / EP/Self Released / Bridge to quiet – Animal Collective

Bridge to quiet – Animal Collective

Animal Collective - Bridge to quietLe quattro lunghe tracce dell’ultimo progetto degli Animal Collective, pubblicato lo scorso 3 luglio, potrebbero senza problemi entrare nel novero degli album del quartetto, che ha invece scelto di presentare il lavoro nella più estemporanea categoria degli EP. Forse perché la raccolta è il frutto della manipolazione, in pieno lockdown, di materiale improvvisato dal gruppo nell’arco dell’ultimo biennio, piuttosto che composizioni per un progetto ad hoc. Ciò non toglie interesse alla pubblicazione, al contrario accresce la curiosità rispetto al processo creativo della band, alla sua propensione sperimentale. Rain in cups, col suo incedere cadenzato alla Massive Attack, è forse l’episodio più strutturato, che conserva una forma canzone precisa, malgrado la dilatazione temporale, con un bridge ossessivo che ripete come un mantra dissonante (e si sfilaccia solo nel finale del brano) la frase “and the rain suddenly is gone again“. E l’ossessione ritorna in Piggy Knows in veste di un ipnotico raga che riverbera da un sitar campionato e percussivo, investito dalla luce accecante dell’alba. Un tessuto psichedelico su cui danza l’orecchiabile e ironico ritornello che ripete la sola parola piggy, trasformando il maialino in una sorta di divinità invocata dal festoso pubblico dei celebranti. E dai colori squillanti dell’India, in preda ad estasi mistica, la band sembra ascendere alle vette rarefatte di Sux-Bier Passage, fatte di umori atmosferici, bassi che si gonfiano come bolle di pece densa, vocalizzi incomprensibili di linguaggi extraterrestri, echi distanti di arpeggi incompiuti e brandelli di melodie alla Vangelis. In un percorso sensoriale che cerca di riagganciarsi alla concretezza perduta, Bridge To Quiet vaga senza metà per circa tre minuti prima di ingranare (all’inizio con passo incerto poi con maggior convinzione) una forma inaspettata e un ritmo crescente che ne fa una sorta di dance destrutturata da gustare con la massima libertà, senza preoccuparsi di quel che potrà accadere: “I don’t have to think /All of the failures that are on their way“. La band ha dichiarato che si è trattato di un esperimento divertente e catartico che li ha spinti a intraprendere un nuovo progetto con lo stesso spirito: lo attendiamo con grandi aspettative.

Credits

Label: Domino Recording – 2020

Line-up:
Avey Tare (David Portner; voce, chitarra, samples, percussioni) – Deakin (Josh Dibb; chitarra, voce) – Geologist (Brian Weitz; tastiere, samples, voce) – Panda Bear (Noah Lennox; voce, percussioni, samples, chitarra)

Tracklist:

    1. Rain In Cups
    2. Piggy Knows
    3. Sux-Bier Passage
    4. Bridge To Quiet

Link: Sito Ufficiale Facebook

Ti potrebbe interessare...

The Smile wall of eyes

Wall of eyes – The Smile

Lo avevamo detto e questa ne è la conferma: The Smile non era una parentesi, …

Leave a Reply