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(dis)amore – Perturbazione

COVER_DISAMORENon è mai facile raccontare la parabola che disegna il mischiarsi il cuore, l’attimo e il futuro, l’affinità e la diversità in un gioco alchemico misterioso, devastante, rassicurante. Parlo dell’amore e della sua fine. La fine che poi definisce l’amore per davvero, sistema le cose, anche quelle inspiegabili, chimica o spirito che sia. La fine ovvero il disamore. Disamore. Messa lì, così, senza contorno, senza attori protagonisti, senza motivazioni a sostenerla… è una parola crudele, di profonda rassegnazione, di inconsolabile tristezza. In qualche modo tutti ne conosciamo il peso, tutti l’abbiamo sperimentata nel nostro cammino, forse più volte, forse più volte anche in una stessa storia, se la resistenza e la tenacia sono state più forti. Disamore. Se penso al posto di questa parola dentro le scelte dei Perturbazione, ovvero farne un titolo, allora il senso delle 23 canzoni che popolano il loro ottavo disco in studio è più chiaro, più potente. Tutte sono come il prologo di una resa al fisiologico corso dei sentimenti, che bruciano e si fanno cenere nell’abitudine, nel circuito dei doveri e degli obblighi, nel silenzio che ci rende assenti fino alla finzione, fino alla scissione. E forse la parabola di cui sopra è quella che sa disegnare la mia generazione, quella dei quarantenni, quella che oggi scopre la bugia di un’unicità che accomuna tutti, non distingue. Come a dire, siamo tutti dentro il disamore, qualcuno fino in fondo, qualcuno per metà e va avanti, qualcuno lo esorcizza e prova a tornare sempre indietro, ostinatamente, a ricordare quelle spalle nell’abbraccio che non possono smettere di cercarsi. La narrazione messa in musica dalla band di Rivoli, così vicina alle pagine di Dino Buzzati, Domenico Starnone, Natalia Ginzburg segue la storia di ogni legame, di un lui e di una lei che ci prendono per mano e ci raccontano i nostri giorni, le nostre speranze, i nostri desideri, le nostre cadute, i nostri fallimenti, soprattutto. Mi piace pensare che il titolo scelto alluda in primis alla fragilità che ci rende imperfetti, svelati alla nudità di un sentimento che nel nome dell’unicità, appunto, ci spinge a crederci fuori dalla voracità del mondo, invece tutto, anche l’amore, si corrompe e, spesso, non ci salva. Mi viene in mente W. H. Auden che implorava: “la verità, vi prego, sull’amore”. Forse la verità sull’amore è solo nella sua conclusione, nella realtà dei fatti.
Il disco è un concept, di questi tempi, votati al consumo veloce e compatto, è già una dichiarazione d’intenti. (dis)amore è un manifesto artistico che racconta la necessità di una band di riallacciarsi alla propria storia, dove il sapore agrodolce ha sempre contraddistinto la leggerezza malinconica di chi sta un passo dentro i ricordi e uno dentro le speranze a venire. Il cesello mira alla semplicità, al linguaggio diretto, alla rilettura di tanta letteratura masticata tra libri amati e esperienze teatrali, all’inchino ai retaggi di suoni maestri come quelli di REM, Smiths, Radiohead, Nick Drake, Tenco, tra gli altri.
Emerge limpida, emotiva e libera la voce di Tommaso Cerasuolo, in equilibrio perfetto sui cambi di registro tra un brano e l’altro. Quadrata e ineccepibile la sezione ritmica. Menzione speciale per le linee di chitarra, che sostengono con un’empatia perfetta testi e cantato.
Le spalle nell’abbraccio, Silenzio, Conta su di me, Le assenze sono piccole grandi porte spalancate sulla delicatezza e sulla levità di una composizione che, inevitabilmente, tocca nel profondo l’ascoltatore.
Se il mondo fosse un luogo giusto, certi artisti avrebbero la possibilità di arrivare a tanti. Purtroppo, la gente comune non sa che ascolta ciò che viene deciso da altri. Non sa che il suo gusto è deciso a tavolino da un marketing spietato che, spesso, non coincide con la Bellezza, bensì con il consumo leggero pari al tempo di un drink. Se il mondo fosse un luogo giusto, (dis)amore racconterebbe a tutti la sua verità.

Credits

Label: Ala Bianca – 2020

Line-up: (dis)amore è stato interamente scritto, arrangiato e suonato dai Perturbazione:
Tommaso Cerasuolo, voce e percussioni;
Cristiano Lo Mele, chitarre, mandolino, tastiere, programmazione, percussioni, fornelli;
Alex Baracco, basso, contrabbasso, chitarre;
Rossano Lo Mele, batteria, percussioni, giornali.

Registrato e prodotto da Cristiano Lo Mele presso il Garage Ermetico di Leumann (TO) tranne Chi conosci davvero, Il paradiso degli amanti e Conta su di me prodotto e registrato da Cristiano Lo Mele e Tommaso Colliva tra il Garage Ermetico di Leumann (TO), Il Tilehouse Studio e Toomi’s Lab di Londra.
Mixato e masterizzato da Paolo Iafelice presso Adesiva Discografica di Milano.

Hanno partecipato anche:
Enrico Allavena, tromba e trombone;
Paolo Angelo Parpaglione, sax;
Bea Zanin, violoncello;
Andrea Bozzetto, piano e tastiere;
Lele Battista, rhodes su Le assenze;
Massimo Martellotta, flauti mellotron su Il paradiso degli amanti;
Fabio De Min, orchestrazione su Io mi domando se eravamo noi;
Roberta Quarzi, Arcangela Cursio, Saverio Sinigaglia e Isabella Salzo, voci su Taxi Taxi;
ylearkisto via freesound.org, rumori su Taxi Taxi.

Tracklist:

01. Le spalle nell’abbraccio
02. Le regole dell’attrazione
03. Ti stavo lontano
04. Mostrami una donna
05. La nuda proprietà
06. Regime alimentare
07. Le sigarette dopo il sesso
08. Il ragù
09. Chi conosci davvero
10. Il paradiso degli amanti
11. Non farlo
12. Silenzio
13. Taxi taxi
14. Inesorabile
15. Lasciarsi a metà
16. Conta su di me
17. Le nostre canzoni
18. Come i ladri
19. La sindrome del criceto
20. Temporaneamente
21. Dieci fazzolettini
22. Io mi domando se eravamo noi
23. Le assenze

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Le spalle nell’abbraccio – Video

(dis)amore – Streaming

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