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Gli Afterhours e la notte intima di Assago: intervista a Rodrigo D’Erasmo

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Quella del 10 Aprile al Forum di Assago è una data sold out da tempo. E questo perchè suonerà la storia degli Afterhours, la band simbolo del rock alternativo italiano. Suonerà la storia, ma anche la festa. Trent’anni sono un motivo più che sufficiente per chiamare a raccolta il pubblico della Penisola in un abbraccio corale che non ha bisogno di espedienti per accadere. Al centro ci saranno la musica e suoi seguaci, l’intimità di un connubio sacro nella purezza di una dedizione che ancora oggi dà lezioni di modernità e avanguardia. Abbiamo parlato di quello che sarà la notte di Assago, ma non solo, con Rodrigo D’Erasmo, l’eclettico violinista degli Afterhours, un artista immenso per lo speciale equilibrio tra apollineo e dionisiaco che ne nutre grazia e furore creativo. (In collaborazione con Amalia Dell’Osso)

Raccontami le date di warming-up verso la one-night dei 30 anni. La Sicilia non è stata una scelta casuale, Catania è stata la tana per Ballate per piccole iene, uno dei dischi più intensi degli Afterhours
Certo, c’è un legame forte con la Sicilia in generale, e con Palermo e Catania in particolare. Passegiando per le strade di Palermo, è emerso tra i ricordi l’ultimo concerto tenuto lì dagli Afterhours, circa un anno prima del mio ingresso in line up. I concerti in Sicilia sono stati vari, ma l’assenza da Palermo durava da troppo, quindi è stata una scelta importante. L’idea era quella di riscaldarci prima del concertone sold out di Assago, avevamo bisogno di ritrovarci dopo che non suonavamo insieme da sei mesi e in posti a cui siamo legati, a cause a cui siamo legati, prima tra tutte la realtà del Teatro Coppola di Catania, ma anche quella dei ragazzi dei Candelai (soprattutto Roberto Cammarata che ha organizzato la data a Palermo con noi), con la direzione artistica dello Spazio stanno facendo un bel lavoro dal punto di vista culturale e di fedelizzazione, una dimensione la loro che ci ha molto colpito. Li abbiamo chiamati secret show perchè l’intento era quello di rivelarli all’ultimo momento anche per rispetto di chi aveva preso il biglietto per il Forum, che ovviamente sarà uno spettacolo completamente diverso rispetto a queste date. Nella one-night ci sarà un concerto completo, a tutti gli effetti, con scenografia, con un live design ricco di proiezioni, cose che non potevamo fare negli appuntamenti sicialiani e nemmeno ne avevamo l’intento, noi volevamo solo suonare, punto e basta. Abbiamo definito due scalette diverse per prepararci al mega concerto del 10 aprile. Sono stati concerti molto scarni, con molto contatto con il pubblico, così come i luoghi lo richiedono. Sono state scelte queste location molto lontane da Milano proprio per la questione della one-night, e poi sono state rivelate all’ultimo solo per andare incontro comunque alle esigenze ovvie di riempimento dei locali. Nonostante tutto, i biglietti sono andati a ruba subito, testimonianza del grande affetto del pubblico siciliano e ci dispiace di non aver soddisfatto tutti, ma ci saranno occasioni per rifarci.

Le date di riscaldamento pre-tour, pre-mega concerti sono usuali tra le band all’estero, questo testimonia ancora una volta il vostro approccio internazionale…
Pensa agli stessi passi di Jack White con le date di riscaldamento a Los Angeles e Londra, addirittura si è esibito a sorpresa vicino al London Bridge prima di suonare la sera al Garage, dove abbiamo suonato con gli Afterhorus, quindi con una capienza limitata di 500 posti, come ai Candelai, per intenderci. Ti rendi conto? Jack White ha suonato gratis un concerto di un’oretta a London Bridge per i pochi fortunati che avevano ricevuto la soffiata! Diciamo che è una cosa sana che si suole fare per rendere al meglio in queste mega serate, proprio come sarà quella del Forum.

A proposito di questa one-night, non ci saranno led wall. Ci sarà un’atmosfera di minimal-rock…
Sì, non vogliamo distogliere l’attenzione da noi perchè siamo degli egocentrici nati! Diciamo che tutte quelle risorse tecnologiche a cui si può attingere per i mega-concerti non ci appartengono per nulla. Non facciamo un concerto pop. L’attenzione che vogliamo deve restare sul palco. L’atmosfera che vogliamo è tipo quella che si è creata al concerto di Nick Cave, qualcosa di intenso e unico che hanno provato i fortunati del pubblico, me compreso. Sei in un palazzetto, ma dopo quindici minuti hai la sensazione di stare in un club a pochi metri da lui e dalla band: è successo questo quella sera. Abbiamo chiesto a Giorgio Testi, ce ha girato il film del live di Hai paura del Buio, di curare la regia dei video durante il concerto in maniera diversa, con un approccio molto caldo, quasi a creare un’esperienza cinematografica per chi sarà al concerto.

Quindi ci sarà un “film” della data?
Ci stiamo pensando. Sarebbe stato folle non provarci, visto che sarà un evento unico ed irripetibile. Ci stiamo lavorando su e non svelo altro al momento perchè è un’idea recentessima di questi giorni e ci stiamo impegnando perchè possa realizzarsi. Sicuramente sarebbe una cosa con Giorgio Testi al timone, ritengo sia uno dei migliori a livello internazionale per filmare i live. Il lavoro fatto con i Rolling Stones e i Savages è stato eccezionale. Ha un occhio ed un gusto pazzeschi. Riesce con poche risorse a ricavarne originalità, con Hai Paura del buio con un solo carrello e poche camere ha creato una visione sul palco incredibile, i limiti con lui diventano pregi. E sono sicuro che anche questa volta si inventerà qualcosa di fantastico.

Nella scaletta del concertone ci sarà spazio per qualche inedito ripescato nel disco antologico?
No, abbiamo puntato sui “momenti”, sulle atmosfere. Non avremo super ospiti acchiappa-gente perchè grazie al nostro pubblico non ne avevamo bisogno. Abbiamo deciso solo di chiamare gli ex, perchè si tratta della storia degli Afterhours. E già delle prove sono uscite delle cose straordinarie anche per me che quelle formazioni non le avevo neanche viste suonare. E’ stato molto interessante per me conoscere quei sound. Sono band differenti con peculiartià differenti che suonano brani in maniera diversa rispetto a come vengono eseguiti con la formazione attuale. E penso che questo per i fans sarà straordinario.

Con le dovute proporzioni, è come per i Floyd, ci sono fasi di una band legate allo stile di un membro predominante in un certo momento. Il basso di Andrea Viti è totalmente diverso da quello di Roberto Dell’Era…
Certo, come anche il violino di Dario Ciffo è diverso dal mio, non c’è paragone, sono due cose diverse. E credo che questo sarà un valore aggiunto del concerto al Forum.

Parafrasando la chiosa di Back and forth dei Foo Fighters rivolta a tutti i membri passati e presenti della band, quello che c’è stato è incontrovertibile ma è anche quello che ha portato al livello attuale. Gli Afterhours di oggi sono la risultante di una storia e di un movimento di energie. L’invito agli ex significa anche questo, un presente forte e solido con un passato importante alle spalle.
Questo è normale e va vissuto così all’interno di una band che vive di cambiamenti, perchè è sanamente sempre “insoddisfatta” e vede nel cambiamento un’occasione di miglioramento e non una sconfitta. Siamo passati per parecchi lutti artistici, uno l’ho vissuto con Manuel: quello con Enrico Gabrielli, con cui era iniziato un discorso a lungo termine, la sua veloce dipartita sembrava far crollare tutta la nuova direzione intrapresa, ma poi alla fine ci siamo rialzati ed è arrivato Padania, un disco importante nella storia degli Afterhours che ha aperto a nuova vita neo-cantautorale del progetto.

Parteciperete alla prossima edizione di X-Factor?
Questo non lo so proprio. In questo periodo, di solito, si decide, c’è la trattativa… non sono la persona giusta a cui chiederlo perchè è Manuel ad essere coinvolto in prima persona, deciderà lui e comunicherà le motivazioni della sua scelta, poi eventualmente si valuterà se continuare quel percorso insieme. Non c’è niente di scontato sotto questo aspetto. Quello che posso dirti è che il bilancio delle due annate è assolutamente positivo. Siamo passati indenni al tritacarne, ed abbiamo evitato l’effetto appiattimento del programma, Manuel ha portato veramente qualcosa di nuovo, non cambiando nulla di se stesso. Per me è stata un’esperienza molto interessante, stimolante e anche formativa. Personalmente, in questo momento ho molta voglia di scrivere e suonare, di riprendermi l’aspetto creativo che mi manca a causa della tanta carne a fuoco che c’è stata in questi ultimi due anni, vedi anche la trasmissione Ossigeno.

A proposito di Ossigeno, colgo l’occasione per farti i complimenti per la direzione musicale, un’altra eccelente prova in una veste nuova per te. Sei stato un grande asso nella manica per Manuel, ti ho visto dare un contributo in ogni performance degli ospiti di Ossigeno, indimenticabile il tuo coretto con Joan as Police Woman…
Ti ringrazio tanto. Ritorniamo al discorso di prima, mettersi sempre in gioco davanti a nuove sfide è un caratteristica in comune con Manuel. Ossigeno è stata un’esperienza fantastica. Non era scontato che riuscissi in quel ruolo, ero un outsider puro ma alla fine con il duro lavoro penso di essere riuscito nell’impresa.

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