Home / Recensioni / Album / Together at last – Jeff Tweedy

Together at last – Jeff Tweedy

Jeff Tweedy - CoverTrent’anni di carriera alle spalle, Jeff Tweedy dell’Illinois. Compie cinquant’anni e decide di festeggiarli in solitaria ripercorrendo voce e chitarra acustica alcune tappe della sua band principale, i Wilco, nonché del side-project Loose Fur, due terzi Wilco più Jim ‘O Rourke, e del super gruppo Golden Smog, nel quale Teewdy transita negli anni ’90. Intitola ironicamente l’album Together at last annunciando l’inizio di una serie di album retrospettivi intitolata Loft acoustic sessions. Un percorso intrapreso nel 2014 con l’interessante esperimento Sukierae, in collaborazione col figlio Spencer alla batteria, un album che alterna accenti rock a classiche ballate, in cui i demo domestici registrati con lo smartphone (il suo I-Phone compare infatti nei credits degli strumenti suonati) venivano missati ad altri strumenti in sala d’incisione, per conservare la freschezza della prima intuizione. Il progetto avviato ora utilizza lo stesso approccio home-made per affrontare col senno di poi un repertorio consolidato negli anni attraverso incisioni in studio e live. Come Neil Young solo sulla scena nei primi anni ’70, Tweedy sostiene qualcosa di simile a un concerto casalingo, mettendo a posto vecchi oggetti accumulati nel tempo, ma non per tirarli a lustro e farne un bilancio, quanto per fissarne nuovamente la memoria col suo essere attuale. Si parte da Via Chicago, dall’album dei Wilco Summerteeth del ’99, dove un’armonica fischiante prende il posto di una tastiera acida e di un piano lieve riportando il brano alla sua essenza dylaniana, che si rivela anche in un canto meno impastato, più asciutto e affilato. Un processo di semplificazione che prosegue con Laminated Cat, dall’esordio dei Loose Fur del 2003, in cui l’autore scompone l’arrangiamento complesso del trio ricavandone un riff glissato che ripulito dalle tinte psichedeliche disegna un’oscuro deserto del West. E come i brani si arricchiscono e mutano in fase di registrazione, allo stesso modo cambiano nel processo inverso qui messo in atto. I’m Trying to Break Your Heart, da Yankee Hotel Foxtrot del 2001, spogliata delle sue coloriture elettroniche e della ritmica spezzata, dimezzata nella durata, torna ad essere la ballata circolare che era probabilmente al momento della composizione. Per Hummingbird Tweedy sembra aver ritrovato addirittura il provino della versione poi pubblicata in A ghost is born nel 2004. L’idea è quella di suonare per tornare alle origini di una idea e mostrarla nuda, come I’m Always in Love priva dell’abito new wave indossato per Summerteeth. Se alcuni episodi suonano più chiari senza l’ausilio della band (Muzzle of Bees), altrove, spente le fiamme, covano solo le ceneri (Ashes of American Flags), e dolci armonie emergono dalle asprezze del rock (Dawned on Me), fino a chiudere l’album con la title track di Sky Blue Sky, del 2007, che senza accompagnamento swing rivela l’anima di una terra generosa, quella di Tweedy, quella dei Wilco.

Credits

Label: dBpm Records

Tracklist:

  1. Via Chicago
  2. Laminated Cat
  3. Lost Love
  4. Muzzle of Bees
  5. Ashes of American Flags
  6. Dawned on Me
  7. In a Future Age
  8. I’m Trying to Break Your Heart
  9. Hummingbird, da
  10. I’m Always in Love
  11. Sky Blue Sky


Link: Sito Ufficiale Facebook

 Together at last – streaming

 Via Chicago – Video

Ti potrebbe interessare...

MartaDelGrandi Selva

Selva – Marta Del Grandi

Affila le sue armi Marta Del Grandi, due anni dopo l’esordio Until We Fossilize, scommettendo sulla …

Leave a Reply