Love is the only law – Daniele Tenca

Elena Panchetti Album, Recensioni Lascia un commento

Qualcuno, tempo fa, disse che la chitarra per alcuni musicisti, è il naturale prolungamento del braccio, oltre che dell’anima.
Ecco, per qualche uomo, per qualche musicista, direi che la metafora può addirittura allargarsi ed espandersi: la chitarra, in certi casi, si fonde con il musicista, diventa parte di lui, del suo io, in un dialogo infinito ed indefinito tra accordi e parole.
Daniele Tenca, bluesman made in Milano, ne è l’esempio evidente. Love is the only law è il suo quarto album, uscito lo scorso gennaio per l’etichetta Route 61 Music a tre anni di distanza da Wake Up Nation. Guy Davis, bluesman made in New York, tra i più apprezzati nella scena contemporanea, è l’ospite d’onore: ospite, ma anche chitarra acustica e co-produttore al fianco di Antonio “Cooper” Cupertino.
Il risultato sono 9 tracce in cui si respira autenticità e ruvidezza d’animo, come solo un certo blues può riuscire.
A differenza dei dischi precedenti, in cui le tematiche erano quelle, scottanti ed attuali, del lavoro, della sua precarietà, delle crisi socioeconomiche, in questo ultimo disco è l’amore l’incontrastato protagonista di liriche ed accordi.
L’amore è l’unica legge (Love is the only law), ci ricorda la traccia d’apertura, con cui veniamo sbalzati direttamente in un campo assolato del Tennessee, in cui i fili d’erba dorati lasciano il posto ad arpeggi ritmici e cullanti. Il pezzo è suonato a quattro mani con Davis.
Il riff ipnotico, duro, rocker di Along your path ci prende a schiaffi e ci riporta direttamente sotto al palco di un live gig, con tanto di birra in mano e testa ondeggiante a tempo di cassa.
Darker Side è sinuosa e seduttrice, anche grazie alla nebulosa e profonda voce di Daniele: in un attimo siamo quasi ai confini della psichedelia.
La domanda a questo punto è la seguente: siete amanti dei girettoni classici blues o preferite spettinarvi sulle ritmiche rock, quelle con il bollino di qualità, intendo?
Rispondere vi spaventa o vi annoia? Beh, provate questo album, allora, in cui blues e rock si fondono, si scontrano, si allontanano per poi abbracciarsi nuovamente, con raffinatezza, sudore e tanto, tanto amore. Born in the USA.
Ah, e ricordatevi che questo album vi costerà sicuramente molto meno di un biglietto per un concerto in Italia del Boss.