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Sulle corde irrequiete: Kaki King @Spazio 211, Torino 25-11-2015

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Kaki King e la sua chitarra: sul palco dello Spazio 211, di mercoledì sera. La musicista e il suo strumento sono due gemme che pulsano nel buio del locale. Brusio in sala, il pubblico non riempie lo Spazio ma si percepisce devozione e rispetto assoluto. I fan di Kaki King sono davvero fan, non gente passata per caso a guardarsi un concerto. Le corde della chitarra cominciano ad infiltrarsi nel silenzio dell’attesa e daranno vita ad uno spettacolo ipnotizzante. Non si tratta di un concerto come tanti ma di una performance multimediale, piuttosto. I suoni prenderanno forme e colori e verranno proiettati sulla chitarra acustica Ovation Adams che è stata creata proprio per l’esibizione di The neck is a bridge to the body. Questo progetto è stato prodotto in collaborazione con Glowing Pictures che ha già lavorato con David Byrne, Brian Eno, Beastie Boys, Animal Collective e Tv on the radio.
Una chitarra come protagonista, che racconta, che si dimena al suo stesso ritmo: una chitarra con vita propria quella di Kaki King. Sullo schermo in fondo al palco vengono proiettate delle immagini in continuo movimento colorate in grado di catturare completamente l’attenzione del pubblico profondamente stupito e divertito. Immagini e musica giocano tra loro nella videoproiezione chiamata projection mapping. L’intero disco viene suonato attraverso una vera e propria rappresentazione di storie, sensazioni, ricordi. Ognuno può lasciarsi trasportare dal filo invisibile che lega il piacere dell’ascolto e quello visivo.
Kaki King sorride sotto i suoi occhialoni psichedelici bianchi, soddisfatta dell’ascendente che ha sul pubblico che la ama. Poi un video interrompe i giochi di forme sullo schermo. Viene proiettata la storia delirante e divertente della chitarra bianca che se ne va in giro per la città in cerca di se stessa. Una divagazione molto apprezzata che non fa altro che aumentare il desiderio di vedere l’artista di Atlanta suonare come un pifferaio magico. Le sue dita sulle corde saltano, danzano, dall’alto del manico alla pancia della chitarra. Le immagini evocano sensazioni e distendono la mente, oppure la eccitano e la portano altrove grazie alla vibrazione delle corde, toccate sapientemente dalla musicista attraverso tecniche come il tapping e lo slapping.
Un’ora e mezza di pura psichedelìa immaginifica. Il concerto si conclude con un bis gustosissimo, immerso in un semi buio in sala, dopo che Kaki King ha intrattenuto il pubblico con la sua parlantina irrefrenabile. Un folletto sfuggente capace di ipnotizzare, affascinare e…far ridere!

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