Home / Editoriali / Interviste / Tilt del ventunesimo secolo: intervista a Gigi Venegoni e Furio Chirico (Arti e Mestieri)

Tilt del ventunesimo secolo: intervista a Gigi Venegoni e Furio Chirico (Arti e Mestieri)

artiemestieri_in1Il rock progressivo italiano è stato uno dei momenti più alti della musica italiana del secolo scorso. In quegli anni settanta gruppi come Le Orme, gli Area, il Banco del Mutuo Soccorso, la PFM, gli Osanna e gli Arti e Mestieri riuscirono a fondere l’attitudine cantautorale italiana con quella rock progressive britannica, pubblicando dischi che ottennero consensi di critica e di pubblico a livello nazionale ed internazionale. In occasione del ritorno degli Arti e Mestieri con l’uscita dell’ultimo lavoro Universi Paralleli abbiamo incontrato Gigi Venegoni e Furio Chirico, tra i fondatori di questa band leggendaria!

 Quanto di Tilt e Giro di valzer per domani c’è in Universi paralleli? Sembra che ci sia la stessa attitudine ma con un suono più moderno?
Gigi Venegoni: L’intenzione, scherzosa ma non troppo, espressa da me e Furio nel Maggio del 2014 era quella di riuscire a realizzare il “Tilt del ventunesimo secolo”. La verità è che volevamo mettere la stessa cura e lo stesso impegno che avevamo profuso in Tilt. Il lavoro di quasi un anno da parte di tutta la band ha dato ottimi frutti e chi ha ascoltato il nuovo album ha apprezzato il grande sforzo creativo. Ovviamente il suono più moderno dipende da due fattori essenziali: la nostra maturazione musicale e l’evidente evoluzione tecnologica delle macchine con cui si registra ai giorni nostri.

Pur prediligendo l’approccio jazz-rock nel vostro modo di interpretare il progressive non avete mai tralasciato l’aspetto melodico, vostra cifra distintiva rispetto ad altri gruppi prog. Cos’è la ricerca melodica per voi?
Furio Chirico: La ricerca melodica per gli a&m è sempre stata il cardine della scelta delle sue composizioni, da sempre e specialmente in quest’ultimo lavoro hanno avuto una scrematura notevole, prima che le composizioni venissero inserite nei vari progetti discografici, l’armonia e la ritmica non hanno meno importanza, anzi, ma vengono di conseguenza alla capacità emotiva di una grande melodia, a tal punto da avermi personalmente coinvolto nelle ricerche ritmiche, come nel caso di Tilt del 1974, inserendo ritmiche che molto spesso sottolineavano le parti melodiche con molta enfasi, creando pareri contrastanti, specie dai critici, un vero rapporto di amore ed “odio” .

Il genere prog induce spesso a cadere in parti prettamente strumentali, ma nel vostro caso c’è sempre stato spazio anche per i testi di un certo spessore lirico e sociale. Per esempio mi hanno colpito alcuni versi de L’Ultimo Imperatore: “la pioggia sporca di malinconia… e movimenti di opinione nelle costruzioni di cattedrali senza Dio… e compromessi elaborati dalla perversione dei sacerdoti senza Dio…” Possiamo approfondirne il significato?
Gigi Venegoni: La storia de L’Ultimo Imperatore ha un significato preciso e, in qualche modo, biografico. E’ la storia di una grande delusione per un personaggio, simbolo di una certa leadership ideologica, che prima dispensa una fede cieca nella solidarietà, nella coerenza e nell’etica per poi diventare paladino del più arrogante e becero qualunquismo opportunista. Una metamorfosi che ho dovuto constatare di persona con amarezza in alcuni personaggi della mia generazione!

Universi paralleli è un concept album?
Gigi Venegoni: Lo è ma, per intenderci, non nella modalità di un Tommy o di un The Wall. Lo è nella misura in cui è stato tutto pensato e concepito in riferimento ad una doppia interpretazione del concetto di “Universo Parallelo”. Da una parte il mondo parallelo ed invisibile, presunto sia da certi fisici teorici che dalla fantascienza in stile “Matrix”, dall’altra parte il concetto di “Alter Ego” che alberga in ciascuno di noi. Una specie di doppia personalità che prevede una forma esplicita con la quale ci riveliamo agli altri ed una più intima che celiamo spesso perfino a noi stessi.

Con il ritorno del vostro disco si sancisce anche il ritorno dell’etichetta Cramps. Cosa è significato quel periodo del prog italiano nella storia della musica italiana? Quanto è riconosciuto ancora quel periodo all’estero?
Furio Chirico: L’etichetta Cramps ha rappresentato, e spero rappresenti ancora per il futuro, la musica dal punto di vista intellettuale, nel senso più nobile del suo significato, oggi tradito spesso da uno snobbismo insopportabile. La Cramps non era solo prog, era jazz, musica contemporanea, musica frutto di ricerche culturali perdute e ritrovate, poesia,. Gianni Sassi, l’ideatore insieme al grande Demetrio Stratos, musicista eccezionale e suo consigliere prezioso, hanno “inventato” un’identita’ culturale in alternativa alla proposta anglosassone che in quegl’anni dominava la scena mondiale, proponendo percorsi artistici fortemente mediterranei, gli Area e gli Arti e Mestieri, per quanto riguarda il jazz rock, il prog e quant’altro avesse questa matrice “popolare”, storicamente non sarebbero quello che sono se non fossero state appoggiate e “difese” dalla Cramps, delle band cult, ma rispettate in tutto il mondo, come un momento originale della musica italiana.

Vogliamo parlare della collaborazione con Mel Collins dei King Crimson? Quanto è stato importante il suo apporto in Dune e Pacha Mama?
Gigi Venegoni:  Sarebbe facile affermare che un personaggio così importante non può che impreziosire il nostro lavoro . Ma Mel è anche un amico ed ha preso a cuore il lavoro. Noi gli abbiamo spedito una base e le partiture in Germania, dove abita, e lui ha lavorato molto seriamente ai brani, inviandoci parecchie versioni fino a che non siamo stati tutti soddisfatti del risultato . Lo dico senza ipocrisia: Mel è un grande musicista ed una persona squisita. Quindi lavorare con lui non è un’opportunità ma un vero onore ed un grande piacere . Io ho avuto la grande opportunità di vedere il concerto dei King Crimson all’Olympia di Parigi e Mel ha un ruolo fondamentale nella reunion del gruppo più importante della storia del prog mondiale.

artiemestieri_in2

C’è anche la presenza di Lino Vairetti degli Osanna nella bonus track Nato. Come è nata questa collaborazione? In questo stesso anno è uscito Palepolitana degli Osanna, un giudizio su questo loro ultimo lavoro…
Gigi Venegoni:  Innanzitutto gli Osanna sono stati nostri compagni nella spedizione a Tokyo nel luglio di quest’anno per l’Italian Prog Fest. Poi tutti gli Arti hanno una grande stima di Lino e degli Osanna, gruppo fondamentale della storia musicale italiana. Per quel che riguarda Nato, c’era la voglia di fare qualcosa insieme e Lino che mi ha spedito questo testo meraviglioso. A quel tempo non sapevo neppure della dedica al grande DiGiacomo. Ho semplicemente ricevuto il testo ed ho composto il brano di getto, in venti minuti. Solo un testo così poetico e scritto così bene ti può fornire un’istantanea ispirazione ed il risultato è veramente notevole. Palepolitana, proprio come Universi Parallelli, testimonia di un gruppo che ha ancora la voglia di rinnovarsi e di produrre qualcosa di genuino invece di riproporre sempre le stesse vecchie cose, come fanno certi gruppi italiani.

Il 12 novembre ci sarà la prima data del vostro tour in occasione della XVIII edizione del Moncalieri Jazz Festival 2015. Possiamo introdurre questo live?
Furio Chirico:  Certamente, sarà un appuntamento molto interessante ed emotivamente forte, per moltissime ragioni, la prima perchè finalmente dopo tantissimi anni sarà un concerto di 2 ore e 30 minuti interamente dedicato agli a&m, dove la prima parte sarà tutta per Universi Paralleli, comprese le 2 bonus track: La porta del cielo, bonus solo per la versione giapponese del cd (KING RECORDS) e Nato, bonus esclusivo della versione uscita in Italia. (CRAMPS – SONY); la seconda parte sarà dedicata a brani storici della band tratti da Tilt, Giro di valzer per domani e Murales. Il secondo motivo è che sarà ospite della formazione Lino Vairetti, grande voce degli Osanna, che oltre ad interpretare Nato, si esibirà anche in un breve ricordo musicale dedicato a Francesco Di Giacomo ed in chiusura di concerto una sorpresa. Questo concerto vede anche la partecipazione dal vivo di tutte le forme d’arte che hanno partecipato al progetto, saranno esposte sul palco le sculture di Luigi Farina ed Alma Zoppegni, opere con cui noi abbiamo realizzato la copertina ed il libretto del cd, grazie all’interpretazione fotografica di Sergio Cippo, verrà inoltre proiettato il videoclip del brano L’Ultimo Imperatore con la presenza del regista Michelangelo Dotta che ha realizzato questo video d’autore con la partecipazione di Raffaello Palma della Movie Arts, già nostro collaboratore negli anni 70.

C’è la possibilità per una nuova giovinezza per il prog italiano? La Cramps può rinascere sulla scia della K-scope di Steven Wilson?
Furio Chirico: Io direi così… c’è una nuova giovinezza per la musica italiana? Io penso di sì, ma i produttori, le case discografiche o ciò che ne rimane o ciò in cui si sono trasformate, i media, ecc… devono fare uno sforzo di vera ricerca in questa enorme bolgia di suoni e parole.

Cinque brani per una playlist indirizzata ad introdurre al periodo prog italiano degli anni settanta…  
Gigi Venegoni: Impressioni di settembre – PFM, Luglio Agosto Settembre Nero – Area, Palepoli – Osanna, Non Mi Rompete – Banco del Mutuo Soccorso, Strips- Arti & Mestieri.

L’ultimo Imperatore – Streaming youtube preview

Ti potrebbe interessare...

bobo_burattini

A briglie sciolte: intervista a Francesca Bono e Vittoria Burattini

Suono in un tempo trasfigurato è un disco fuori dagli schemi, che risponde al desiderio …

Leave a Reply