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Lacework – Suz

recensione_Suz_Lacework_IMG_201510A distanza di oltre due anni dal precedente One is a crowd (2013) torna Susanna La Polla, in arte Suz, con un nuovo disco questa volta per l’etichetta bolognese IRMA Records. Diverse le novità in questo “lavoro di lacci“. Tessuti, nastri, fili che si intrecciano e si annodano creando merletti eleganti e raffinati. Curve e ricci a formare un trip-hop leggero ed un po’ cupo, sostenuto da basi non particolarmente dinamiche sulle quali la voce di Suz si stende e scivola dolcemente.
Rispetto al precedente album si sente una netta e forte mancanza delle venature soul e dub che hanno caratterizzato la musica di Suz. La personalità espressa in quei dieci brani manca in questi nuovi. Lacework è un disco curato ed affinato, ma proprio per questo non riesce a risultare anche profondamente affascinante. Come una bellissima donna chiusa nella sua immagine costruita negli abiti eleganti, come dei fluenti capelli tenuti sempre raccolti, come una lacrima costretta a non trovare mai sfogo, Lacework suona trattenuto da quei merletti, avvolto e mai libero.
La seconda traccia, Pure rapture, colpisce per l’interessante groove pronto a graffiare senza mai riuscirci. The abacist si apre ad un ritornello orecchiabile e ben costruito ma si nasconde proprio quando ci si aspetta una crescita di intensità. Wall of mist echeggia nei suoni orientali senza però variare sensibilmente nei suoi quattro minuti e mezzo. Anthemusa si scioglie delicatissima e sinuosa proprio come le sirene che intende evocare conquistando l’attenzione nonostante una navigazione senza sorprese. Sul ritmo spezzato e le note di piano in Lethe la voce di Suz riesce finalmente a volare con decisione e carattere. L’album si chiude con l’eclettica Still water: suoni cadono come gocce di cristallo in una scura macchia di olio, il canto illumina con riflessi e giochi di luce ed ombre nel brano più emozionante di tutta l’opera.
Rispetto al recente passato, in questo Lacework la cantante e musicista bolognese ha cercato una via più intimista che rischia di galleggiare a mezz’aria senza picchi di tensione, senza innescare quel brivido (vibrazione) che distingue un brano di cui innamorarsi da una bella composizione d’atmosfera. A volte un po’ di invadenza può rivelarsi come un ingrediente fondamentale capace di esaltare tutte le altre qualità.

Credits

Label: IRMA records – 2015

Line-up: Susanna La Polla – Gabriele Ezrea Capogna

Tracklist:

  1. Billie
  2. Pure rapture
  3. King of fools
  4. The abacist
  5. Wall of mist
  6. Wide blue yonder
  7. Anthemusa
  8. Lethe
  9. Test of gold
  10. Still water

Link: Sito Ufficiale, Facebook

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