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Amur – Intercity

AMURIn un flusso di immagini di amori spezzati e incasinati si svolge la trama di un pop melodico a tratti rock dal retrogusto nostalgico. Sono più di dieci anni che i fratelli Campetti, attraverso Edwood e Intercity, ci ricordano che è possibile la via di un cantautorato pop-rock diverso, che tocchi le corde dell’anima senza essere troppo sperimentale e quindi non trascurando il piacere per la melodia. In Amur è sempre ritracciabile quell’approccio alla forma canzone tipico di gruppi come i REM ed i Fleetwood Mac, dove si sviluppa una scrittura molto originale, incernierata in accostamenti arditi ma efficaci, come “Questo lago che perde ruggine e vanità… Cerco un cielo cinghiale che mi rubi la via” in Un cielo cinghiale  o come “Da tempo sussurri di volermi incontrare a piazza del Campo nel sistema solare… Ora che tu sei la mia immagine dell’anarchia, tu sei la mia” in Teatro sociale. Amur è un disco zeppo di canzoni ricche di passaggi melodici suadenti e perfetti per riempire pomeriggi d’autunno interiore. Il violino di Giulia Mabellini è sempre puntuale nell’esaltare questo carico di melodia che pervade tutto il disco. Un gradito ritorno di un progetto dell’underground italiano che non stanca mai.

Credits

Label: Orso polare dischi – 2015

Line-up: Giulia Mabellini (violino, voce) – Fabio Campetti (chitarre e voce) – Michele Campetti (chitarre e programming) – Dario Fugangnoli (Batteria) – Paolo Comini (basso).

Tracklist:

  1. Un Cielo Cinghiale
  2. Tu
  3. Teatro Sociale
  4. Reggae Song
  5. Indiani Apache
  6. Cavallo
  7. Kyoto
  8. Amur
  9. A
  10. Kill Bill
  11. Polar
  12. Le Avanguardie

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Polar – Video

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