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Quei 90 sempre attuali: intervista a Lef e Carmelo Pipitone (O.R.k.)

IllustrazioneORK_copertinaQuattro artisti di estrazioni diverse: Lorenzo Esposito Fornasari aka Lef (Obake), Carmelo Pipitone (Marta Sui Tubi),  Colin Edwin (Porcupine Tree) e Pat Mastelotto (King Crimson) si incrociano in un progetto incredibile a nome O.R.k. Il disco Inflame Rides dovrebbe suonare come i progetti da cui provengono questi musicisti ed invece urla un suono tipicamente grunge con ascendenze di psichedelia. Insomma il disco di un supergruppo come quelli degli anni novanta (Mad Season, Temple of the Dog). Questa modernizzazione del rock anni novanta è stata pensata da Lef e Carmelo, protagonisti di questa nostra speciale intervista. C’è stato anche spazio per una domanda all’illustratore milanese Nanà Oktopus Dalla Porta che ha curato l’artwork ed il video del primo singolo estratto da Inflame Rides. A voi un’altra interessante pagina di Losthighways! (Si ringrazia Pitbellula)

Da quanto tempo avevate in mente di realizzare un disco di questo tipo? Intendo cosi diverso da quelli che siete soliti realizzare nei vostri progetti originari. Cosa ha fatto scattare la scintilla primordiale?
LEF: Non è semplice (e a volte neanche consigliabile) manifestare tutta la complessità del nostro gusto musicale in un unico progetto. Il tuo contributo all’interno di una band è poi legato a chi ti trovi attorno, no? Diciamo che dopo tanti anni in cui ci siamo rincorsi, io e Carmelo abbiamo iniziato a scrivere pezzi l’estate scorsa e tutto è uscito come un fiume in piena in totale spontaneità. E sono uscite le nostre comuni radici fottutamente anni 90.

Lef, nel progetto Obake siamo soliti soprattutto ascoltare l’aspetto “cavernoso” della tua voce, mentre lungo tutte le tracce di Inflame rides si evidenzia e valorizza l’aspetto versatile e melodico. Il progetto O.R.k. è stato per te occasione esplorativa di nuove strade artistiche?
LEF: vocalmente credo che O.R.k. sia più vicino a Berserk! (vedi il disco di un paio di anni fa con Feliciati, Gianluca Petrella, Jamie Saft, Eivind Aarset e appunto Pat Mastelotto) che a Obake. Fondamentalmente il mio problema con la musica è che non riesco ad ascoltare lo stesso genere tutto il giorno tutti i giorni come fa la maggior parte della gente che conosco. Così si riversa questa schizofrenia anche nel mio fare musica… passo dal metal di Obake alla classica (mi sono diplomato come baritono verdiano), dal jazz di Berserk! all’elettronica. E O.R.k. rispecchia molto bene questa mia necessità

Carmelo, nel progetto Marta Sui tubi, soprattutto dal vivo, la tua chitarra acustica ha sempre flirtato come attitudine ad un certo rock che poteva spazzare da quello tipo Pixies a quello progressive-metal. Possiamo dire che O.R.k. ti ha dato la prova che il tuo approccio chitarristico può dire la sua anche in bilico tra acustica e elettrica?
Carmelo: Sono cresciuto ascoltando grunge, metal e punk e ho sempre suonato l’acustica come se fosse un’elettrica. Da piccolo ho avuto, anche se per un breve periodo, una Ibanez Exseries, ma è stato un amore passeggero. Quello che volevo veramente ottenere era un suono efficace e aggressivo, sfruttando però una cassa armonica, un lavoro di tendini e crampi, insomma.
Con gli O.R.k. mi sono voluto rimettere in gioco e sperimentare nuove possibilità di suono, non abbandonando del tutto l’acustica. Pensa che nel mio set per i live userò una Gretsch (elettrica) e le mie fidate GF, una standard, l’altra baritona (entrambe acustiche).

Quanto di questo disco è stato partorito attraverso la rete, mi riferisco ai chilometri di email? C’è stata subito sintonia e sinergia d’intenti con Pat e Colin? A proposito come è nata questa collaborazione?
LEF: Come è nata la collaborazione? Io, Colin e Pat lavoriamo da anni insieme su altri progetti. Se non ci fosse stata una completa sintonia, questa band non sarebbe nata, eravamo tutti troppo impegnati per investire tempo e energie senza qualche garanzia iniziale. Così i brani sono partiti da sessioni voce e chitarra in studio al ReAcuto da Carmelo. Già di per sè, quelle strutture grezzissime esprimevano una carica pazzesca che ha travolto tutti noi, a quel punto non potevamo che andare fino in fondo. I chilometri di email ci sono stati, ma tutto è accaduto in maniera molto veloce e fluida, senza mai un intoppo.

In quasi tutti i pezzi affiora un certo imprinting rock anni novanta, in particolar modo qualcosa di quel grunge alla Soundgarden, Alice in Chains, Mad Season, per intenderci. Cosa ha rappresentato per voi l’epoca grunge?
Carmelo: Gli anni 90, e in particolar modo il grunge, sono stati determinanti per la mia crescita musicale. I gruppi da te citati rimarranno nella storia per la potenza dei suoni e per i forti messaggi generazionali, fotografia di un periodo in cui lo stereotipo del rocker sicuro di sé lasciava il posto all’artista e alle sue debolezze. Finalmente riuscivamo a capire.

Lef, in che modo hai importato l’elettronica dal progetto Obake negli O.R.k.?
Con il Mac! Ok, ora sei autorizzato a chiudere l’intervista!

Perfetto! Carmelo, quale brano del disco ti piacerà di più suonare dal vivo? In quale brano c’è un passaggio vocale di Lorenzo che ti piace di più?
Carmelo: Credo che sarà divertente suonarle tutte, perché fresche e con un tiro che dal vivo potrebbe stupire! Sono sicuro che anche Lorenzo la pensi come me. È stato proprio lui a tirarmi dentro a questa nuova avventura, abbiamo lavorato al disco insieme per un anno intero e mi ha insegnato tante cose che nemmeno sapevo esistessero!
La gestione che ha della sua voce ha dell’incredibile, lo reputo un fottutissimo professionista vero, oltre che un grande artista!

Lef, quale brano del disco ti piacerà di più cantare dal vivo? In quale brano c’è un passaggio chitarristico di Carmelo che ti piace di più?
LEF: Vedi sopra, non vedo l’ora inizi il tour, anzi prima, di essere in saletta.
Tra l’altro quando saremo in produzione pretour, cercheremo di condividere col pubblico il più possibile i momenti sporchi e magici delle prove. E comunque anche Carmelo mi ha insegnato molto, oltre a temere i suoi cazzo di shottini di tequila!

In quale brano l’apporto di Pat e Colin è stato fondamentale per renderlo incredibilmente magico?
Carmelo:Il lavoro di Colin su Funfair è magistrale, il suo basso dà profondità e spessore senza mai strafare. Al tempo stesso il suono e le geniali intuizioni stilistiche complicano la trama del racconto facendoti venire i brividi!
Pat mi ha fatto emozionare in Bed of stones, grazia e potenza allo stato puro. Quest’uomo ha il potere di stregare l’ascoltatore!
Ovviamente, è scontato dire che tutto il lavoro che hanno fatto per noi e con noi è frutto di grande sensibilità artistica, oltre che umana. È davvero bello sapere che c’è gente così al mondo!

L’artwork è molto interessante, personalmente quelle figure mezzo uomo e mezzo animale mi hanno fatto ricordare il fotografo Ulric Collette e le figure della mitologia di Lovecraft. Cosa pensate a riguardo?
LEF: Nanà Oktopus Dalla Porta, che ha curato con me il video, ha lavorato a tutte le grafiche relative a O.R.k. interpretando perfettamente la nostra idea musicale. Lascio che sia lui a risponderti.
OKTOPUS: Per quanto mi riguarda sono sempre stato attirato dalle figure con teste di animali, questa ispirazione parte da lontano, dai papiri rappresentanti le divinità egizie ai totem delle tribù pellerossa, passando per i disegni di Enki Bilal e molti altri artisti e disegnatori. Queste figure mi hanno sempre trasmesso un senso di divino e spirituale ma anche l’esatto contrario, dipende dal tipo di animale raffigurato.

Senza il crowdfunding un disco come questo non sarebbe mai uscito? Forse questa strada è quella giusta per fornire la vera indipendenza artistica ai musicisti…
LEF: In realtà sarebbe certamente uscito, non mancavano le label interessate. Ma essendo tutta la produzione avvenuta in maniera estremamente spontanea, ci sembrava che ogni intervento esterno potesse rompere l’equilibrio. Così abbiamo registrato, mixato e prodotto tutto per i fatti nostri, solo il master è stato affidato a uno studio (Turtletone di NYC). Ci serviva un video? Lo abbiamo curato noi! Io e Nanà Oktopus Dalla Porta ci abbiamo messo una vita ma la soddisfazione è stata incredibile. Così, quando Giovanni (Gulino) ci ha consigliato di lanciare una campagna sul suo portale abbiamo, ragionato sui pro e sui contro, e abbiamo deciso che questo tipo di finanziamento del disco era esattamente ciò che cercavamo come primo step, per puntare a un rapporto diretto e genuino con il nostro pubblico. Abbiamo anche dato il via ad un remix contest e il pezzo vincente è entrato nella tracklist di Inflamed rides. Il crowdfunding non è sicuramente una novità miracolosa, ma semplicemente una delle nuove vie in campo musicale. La nostra esperienza è stata comunque sicuramente positiva, grazie anche all’ottimo lavoro svolto da Giovanni e Daniel.

Aspettiamo quindi i live degli O.R.k.?
Ci siamo ritagliati un mese intero per il nostro primo tour, non è stato facile far coincidere i nostri impegni individuali, ma a febbraio saremo in giro tra Italia e Europa. Presto saprete tutti i dettagli!

Cinque canzoni che vi hanno segnato positivamente nella vostra vita?
Carmelo: Rusty Cage (Soundgarden), Pink Moon (Nick Drake), Blew (Nirvana), Chaos A.D., (Sepultura), Yeah (Kyuss).
LEF: sottoscrivo quasi tutti i brani citati da Carmelo, aggiungendo If dei Pink Floyd e una marea di soundtracks di Morricone che mio nonno mi faceva sentire quasi ogni sabato.

Pyre – Video

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