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Qualcuno che vale davvero: intervista ad Alessandro D’Iuorno

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Ha aperto alcuni concerti di Giorgio Canali. Giorgio si è innamorato della sua scrittura e ha deciso di produrgli il secondo disco ospitandolo nella sua casa di Ferrara.  Diversamente Capace è un album di cantautorato puro e sincero che da tempi non ci capitava di ascoltare. La scrittura di D’Iuorno è quella di chi non riesce a domare le emozioni e che certamente non vestirà mai i panni del lupo e della volpe in questa Italietta dei compromessi.

“Il mio nuovo lavoro di certo non si sforza di essere ammiccante o di trovare una chiave per stupire a tutti i costi, è piuttosto una reazione naturale all’impatto del macrocosmo che mi circonda con il mio microcosmo” Qual è il microcosmo di D’Iuorno? Qual è il microcosmo di un “diversamente capace”?
E’ uno stato di “normalità” vivere da egoista per concedersi l’altruismo, anziché appoggiarsi e raccomandarsi continuamente per evitare ogni forma di responsabilità.

Il tuo cantautorato è di pancia e stomaco, parla per immagini sincere e senza calcoli. Ci sono molti versi che restano subito impressi nella mente. Cito da Sapessi quante chiacchere la gente: “e alla fine la rabbia la cancelleranno dal dizionario, alla fine anche tu ti convincerai che in fondo è giusto così, che in fondo sono stati i divani a fregarci… ci saranno tre padroni, tre lavori e tre università e saranno avvantaggiati quelli bravi a tenere a bada le emozioni”. Mi sembra che con questi versi si fotografi la nostra Italietta dove nessuno più prende una posizione netta, la rabbia rivoluzionaria è scomparsa e si è estinta tra i commenti di Facebook… cosa pensi a riguardo?
Penso che un mi piace in più sia un sedativo in più nella maggior parte dei casi. La rabbia se incanalata è preziosa, mentre la nostra cultura ci insegna che è un sentimento da tenere lontano con il risultato che ci saranno tre padroni, tre lavori e tre università.

Vento fermo è un altro brano che mi ha colpito per il testo e per il sound molto carico. Come è nato?
E’ nato con un arpeggio di chitarra prima e di piano dopo. Un testo forte e fermo che racconta uno stato di immobilità dell’anima. Poi è arrivato Giorgio e l’ha trasformato in una ballad tempestosa alla Neil Young.

Passiamo al suono del disco. E’ immediato, senza fronzoli, proprio giusto ad esaltare le parole. Gli arrangiamenti sono perfetti, le cosidette scariche elettriche ed armoniche di Giorgio Canali sono precise e mai superflue. Come sono state quelle giornate trascorse a casa sua durante la registrazione del disco? Raccontaci qualche aneddoto…
La mattina a Ferrara ci vedevamo giusto per fare colazione e decidere dove andare a pranzo. Poi sangiovese superiore e ancora sangiovese a casa, dove si lavorava sul serio. Giorgio quando c’è… c’è, funziona come mi è sempre piaciuto, senza prove, buona la prima. Ricordo che gli è caduta la chitarra in terra e lui ha detto: “bel gesto!”, l’ha ripresa in braccio visto che non era successo granché e via di nuovo fino a cena. Poi fuori a bere qualcosa, la cena in realtà spesso era un sogno… un’esperienza, un uomo rock & roll!

La cover di Giudizi unversali di S. Bersani. Cosa ti lega a questo artista?
Potrei ma non voglio e la voglia di dirlo anche al mondo femminile che è così ricco, meraviglioso e così poco abituato a sentirsi dire di no.

C’è un’artista straniero del quale ti piacerebbe eseguire una cover e perché?
Senza scendere tra i ricercati, Eddie Vedder m’illumina tantissimo.

Vasco Brondi fu scoperto da Giorgio Canali. Ti auguri di avere la sua stessa fortuna?
Magari! Vasco l’ho ascoltato molto e devo dire che comunque a mio avviso avrebbe avuto successo, sia per i contenuti sia per il periodo che stiamo vivendo. Penso comunque che il fatto stesso che Giorgio mi abbia prodotto ed abbia suonato il mio disco sia un riconoscimento importante considerando che lo seguo da tempo ed avrei voluto averlo alla chitarra nel sogno da bambino e in quello da adulto.

Cinque brani per creare la tua playlist da inviare nello spazio?  
Crazy mary – Pearl jam
Quello che non c’è – Afterhours
Madame Sitrì – Bob Rondelli
Orfani dei cieli – Giorgio Canali e Rossofuoco
Siamo noi l’opposizione – D’Iuorno

 

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