Home / Editoriali / La realtà supera di gran lunga la fantasia: intervista a Nicola Manzan (Bologna Violenta)

La realtà supera di gran lunga la fantasia: intervista a Nicola Manzan (Bologna Violenta)

intervista_Bolognaviolenta_IMG01_201505

Nicola Manzan con il suo progetto Bologna Violenta ci ha incuriositi sin dal primo album. Il polistrumentista trevigiano ha dimostrato di essere in grado di passare nel migliore dei modi dal violino classico alla chitarra disturbante del grind.
Il 17 aprile è uscito uno disco split, composto da quattro brani di Bologna Violenta e due dei cuneensi Dogs for Breakfast. Il lavoro ha presentato diverse novità nel progetto di Manzan così abbiamo voluto incontrarlo per farcele raccontare.

Parliamo dello split: com’è nata questa collaborazione con i Dogs for Breakfast?
Io e i DfB ci siamo conosciuti nel 2010, quando abbiamo fatto una data assieme al festival Nuvolari di Cuneo. A dire la verità le date sono state due, perché la prima è stata rimandata per pioggia, quindi abbiamo avuto modo di vederci due volte in tempi abbastanza stretti. Diciamo che ci siamo piaciuti a vicenda, sia dal punto di vista personale che dal punto di vista musicale. Sebbene le proposte musicali siano abbastanza differenti, le cose che ci accomunano sono l’attitudine e il modo di vedere le cose (non solo in ambito musicale), quindi già all’epoca ci eravamo ripromessi, un giorno, di far uscire qualcosa insieme. Alcuni mesi fa ci siamo risentiti, loro avevano questi due pezzi pronti che volevano pubblicare ed io avevo intenzione di far uscire qualcosa di nuovo dopo Uno Bianca, il mio precedente lavoro. Quindi mi sono messo all’opera e a metà aprile è uscito questo split di cui andiamo tutti molto fieri.

Nel tuo nuovo lavoro troviamo diverse novità. Quella che salta subito all’occhio è l’aggiunta di un batterista alla line-up. E’ una cosa limitata a questo split o diventerà una presenza costante nel progetto? Da dove è nata l’esigenza per Nicola Manzan di non ballare più da solo?
Innanzitutto, devo dire che il progetto è nato come one-man-band più per un’esigenza “tecnica” che non per una scelta stilistica vera e propria. Quando ho fatto il primo album non credevo che avrei mai portato dal vivo questo progetto e soprattutto avevo voglia di fare qualcosa da solo di cui potessi avere il controllo completo in tutte le sue fasi di creazione, fino alla pubblicazione in proprio dei Cd-r. Dopo qualche anno ho conosciuto Alessandro Vagnoni, che all’epoca suonava con gli Infernal Poetry (grazie al loro cantante che era fonico palco dei Baustelle quando ero in tour con loro), e durante tutto il periodo successivo siamo più o meno sempre rimasti in contatto, perché a lui sarebbe piaciuto collaborare con me e anche a me piaceva l’idea di poter, un giorno, avere un batterista che mi accompagnasse dal vivo e che registrasse le batterie di BV. L’anno scorso, dopo svariate e-mail e qualche incontro in giro per l’Italia, gli ho chiesto di mandarmi delle batterie da cui iniziare a scrivere i pezzi nuovi. Questo split, inoltre, sembrava ad entrambi un ottimo banco di prova, senza per forza avere il “peso” di un album completo da scrivere, registrare e portare dal vivo. Il lavoro che ha fatto mi è sembrato davvero ottimo e abbiamo deciso di iniziare a lavorare anche sulla preparazione dei concerti. Dopo nove anni di concerti in solitaria in cui tutti gli occhi erano puntati su di me, sentivo l’esigenza di rendere il progetto più interessante sia dal vivo che in studio e devo dire che, dopo mesi di preparazione, i risultati sono ben oltre le mie più rosee aspettative, soprattutto perché anche dal punto di vista umano ci troviamo molto bene. Forse proprio questo aspetto era quello che mi interessava e mi intimoriva maggiormente. Non volevo un batterista che registrasse e poi non si facesse più vedere, mi è sempre sembrato più interessante il poter avere idee nuove a disposizione e anche un’altra persona con cui confrontarmi. Nonostante io senta che il progetto sia mio e che tutto dipenda da me, credo che Alessandro abbia le carte in regola per essere al mio fianco, tanto che ormai non riesco più a far tutto da solo, anzi, come dicevo, mi sembra proprio la persona che stavo cercando da anni e quindi non so se BV ritornerà ad essere di nuovo una one-man-band.

Un’altra novità nel progetto Bologna Violenta è la presenza di visual durante i live. Ce ne vuoi parlare?
Anche in questo caso, erano anni che pensavo a dei visual da proiettare durante i concerti, ma un po’ per carenze tecniche, un po’ perché non avevo il tempo materiale per fare i visual, la cosa non si era mai concretizzata. Con Uno Bianca, però, non c’era scelta. L’argomento era troppo delicato e soprattutto volevo che dal vivo la gente capisse al meglio di cosa stavo parlando. Con i miei dischi precedenti era tutto un po’ più semplice, perché i campioni audio che usavo creavano già un immaginario abbastanza preciso nella testa degli spettatori, ma con Uno Bianca questo non poteva succedere senza l’ausilio di visual che spiegassero in maniera più o meno dettagliata il racconto dei crimini della banda. Ovviamente la cosa non si poteva limitare ai pezzi di quel disco, quindi ho utilizzato gran parte dei video ufficiali dei dischi precedenti e ho creato dei nuovi visual anche per i pezzi che non li avevano. E’ stato un lavoro abbastanza duro, ma ne è valsa la pena, perché dopo parecchi anni finalmente alcuni brani per me molto importanti (come ad esempio Il Nuovissimo Mondo) sono accompagnati dagli spezzoni dei film a cui sono ispirati. Questo fa sì che il messaggio arrivi in maniera molto più efficace e, soprattutto, posso ogni tanto riprendere fiato tra un pezzo e l’altro senza che il pubblico mi tenga per forza gli occhi addosso.

intervista_Bolognaviolenta_IMG02_201505

Nello split troviamo un pezzo, Allegro per modo di dire, dove è presente una traccia vocale, altro aspetto inusuale nella tua produzione. Ci puoi raccontare com’è nata?
Effettivamente la mia musica è prettamente strumentale, anche se non è la prima volta che succede che ci siano degli ospiti alla voce. In Utopie e piccole soddisfazioni ci sono ben due pezzi cantati (uno da Aimone Romizi dei Fast Animals And Slow Kids e uno da J. Randall degli Agoraphobic Nosebleed) e per questo split mi piaceva l’idea di dare una connotazione un po’ crust ad uno dei pezzi. Un anno fa, circa, mi ero sentito al telefono con Marco Coslovich (The Secret) e ci eravamo detti che sarebbe stato bello fare qualcosa insieme un giorno. Quando ho iniziato a lavorare sui pezzi dello split, ho pensato che mi sarebbe piaciuto avere un ospite alla voce, gliene ho parlato e l’occasione sembrava ad entrambi quella giusta, quindi abbiamo scelto Allegro per modo di dire, ultima traccia dello split, per provare a lavorare insieme su un testo e provare a metterlo su uno dei miei pezzi. Abbiamo lavorato un giorno intero per trovare le parole giuste, per dare un senso alle cose che avevamo in testa e che entrambi volevamo esprimere e alla fine devo dire di essere estremamente soddisfatto, sia per il modo in cui abbiamo lavorato che per il risultato finale. Marco è un professionista ed è stato davvero un piacere ed un onore lavorare con lui.

Scorrendo i titoli dei quattro brani che compongono lo split, si nota un’ispirazione che prende spunto dal mondo della musica classica. Sbaglio se ci vedo un tuo volerti riappropriare delle origini, un voler alleggerire il progetto dopo anni passati a puntare l’obiettivo su fatti di cronaca o sulle brutture del mondo?
Innanzitutto, volevo un po’ togliermi il peso di un disco come Uno Bianca che, se da un lato mi ha dato grandi soddisfazioni, dall’altro mi ha dato anche non pochi problemi, visto l’argomento trattato e vista la stupidità di alcune persone. Non avevo un concept molto preciso in testa, avevo più che altro voglia di fare musica senza dover per forza andare a toccare argomenti pesanti e senza dovermi sentire in obbligo di raccontare qualcosa. Avendo preparato quattro pezzi per lo split, mi sono subito venuti in mente i tipici quattro tempi delle sinfonie classiche, quindi mi è venuto naturale racchiuderli sotto un unico titolo, ovvero Sinfonia n° 1 in Fa-stidio maggiore, op. 35, dove il numero 35 rappresenta sia il numero effettivo delle uscite di BV (tra album, ep e remix), sia un omaggio al concerto per violino di Chaikovsky. I titoli dei singoli brani, inoltre, sono una sorta di parodia dei singoli tempi della sinfonia classica.

I quattro episodi di questo split rimarranno isolati o dobbiamo aspettarci presto una nuova pubblicazione di Bologna Violenta?
Io e Alessandro stiamo già lavorando al nuovo album che, presumibilmente, registreremo quest’estate. Ad oggi ci sono cinque brani pronti, ma altri sono in arrivo e nel frattempo ho appena finito un remix ed entro l’estate devo preparare altro materiale che uscirà in autunno, sempre come BV, ma in collaborazione con altri artisti. Nel frattempo siamo in tour e devo dire che suonare dal vivo con Alessandro è un’esperienza davvero molto gratificante e i pezzi, anche quelli più vecchi, hanno ancora più forza suonati in due. Sinceramente non lo credevo possibile, come non credevo che qualcuno fosse in grado di suonare le linee assurde di batteria che avevo scritto per i lavori precedenti, ma evidentemente la realtà supera spesso di gran lunga la fantasia.

Split Bologna Violenta / Dogs for breakfast – streaming

Ti potrebbe interessare...

Joan-As-Police-Woman-live-@-Santeria-Toscana-Milan-Oct-17th-2024-20

Joan as a Police Woman @ Santeria – Milano, 17 ottobre 2024

  Ricordo molto bene l’ultima volta in cui ho visto dal vivo Joan Wasser o …

Leave a Reply