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L’altro me stesso tra Shelley e Bacon: Intervista alle 2:54

photo_2_54_in1Abbiamo incontrato per la seconda volta le sorelle Colette and Hannah Thurlow ovvero due anime del progetto 2:54.  L’occasione ci viene suggerita dall’uscita del loro secondo album The other I. La sensualità del loro punk rock che sa un po’ di psichedelia, un po’ di grunge e shoegaze ha raggiunto una notevole maturità. In quest’intervista le due sorelle londinesi mettono in evidenza il grande spessore artistico che c’è dietro la loro scrittura, si va dal poeta Shelley a Bacon in nome della dualità dell’esperienza umana.

Perchè avete scelto The other I come titolo per il vostro secondo album? Cosa c’entra il poeta Percy Shelley?
Colette: The Other I si riferisce al verso di Shelley in cui descrive sua sorella e musa Elizabeth Hitchner come “la sorella della mia anima, il secondo me stesso”. Questi versi mi sono ritornati in mente l’anno scorso e da lì sono arrivata al titolo The Other I. E’ come una domanda esistenziale sulla dualità dell’esperienza umana, te stesso presente nel mondo e l’altro te stesso che ti martella come un macigno nella testa ogni giorno.
Hannah: La musica è proprio un altro linguaggio con il quale noi comunichiamo.

Quali sono le principali differenze tra l’album di debutto e The other I in termini di sound e scrittura?
Hannah: La nostra scrittura si è evoluta in maniera naturale, noi siamo orgogliose di questo disco.
Colette: Si sente una nostra reale progressione, canzoni come Blindfold, Raptor, Glory Days rivelano un nuovo lato del nostro sound.

Parliamo della produzione di James Rutledge?
Colette: Hannah e io amiamo molto dedicarci alla produzione. Abbiamo lavorato affianco di James Rutledge e David Pye, il nostro ingegnere di studio. James e David si sono occupati anche del mixing. Il disco funziona alla grande.

Quale ruolo ha giocato il vostro essere sorelle nel vostro modo di approcciare la musica?
Colette: L’una conosce profondamente quello che l’altra pensa e sente mentre scriviamo musica, e tutto avviene in modo cosi naturale… è un processo eccitante!

Orion è una canzone magica per entrare nelle atmosfere dell’album…
Colette: Orion ci è sembrata proprio perfetta modo per aprire un disco. Ha un andamento trionfante.

Potete spiegare come è nata Pyro? Colpisce in modo particolare…
Hannah: Grazie! Pyro è venuta fuori da una jam. Colette e io suonavamo a notte tarda, siamo cadute in un ritornello e la canzone è cresciuta da li. Anche noi l’amiamo.
Colette: Amiamo suonarla live soprattutto!

photo_2_54_in2Quale canzone di questo secondo album preferite eseguire in un concerto live e perché?
Colette: A me piace suonare South live, la batteria di Alex è incredibile!

Quale pittore potrebbe rappresentare la vostra musica?
Colette: Francis Bacon, il mio pittore preferito. Sono stata affascinata dalla serie Hea” durante la scrittura di questo album. I quadri di Bacon hanno una sorprendente umanità.

Cinque canzoni della vostra vita che suggerireste di ascoltare ad un grande amico?
Colette +Hannah: St Vincent – Laughing with a mouth full of blood, Mastodon – The motherload, Thom Yorke – A brain in a bottle, Sleep – The Clarity, Ballet School – Lux

Blindfold – Video

The Other I – streaming

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